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www.ildialogo.org A cento anni dalla Settimana rossa del giugno 1914,di Claudio Cossu

A cento anni dalla Settimana rossa del giugno 1914

di Claudio Cossu

LA SETTIMANA ROSSA DEL GIUGNO 1914. COSIDERAZIONI .
Nel giugno del 1914, nello stesso mese dell'attentato di Gavrilo Princip , a Serajevo, che creava le premesse ed il pretesto per scatenare la prima grande guerra mondiale , 28 luglio 1914, in Italia , ed in particolare nelle Marche ed in Emilia-Romagna, ad Ancona, Bologna, Forlì ed in genere nell'Italia centrale , sviluppandosi poi a Milano e in tutto il settentrione e ancora , in seguito, in tutto il Paese, accadde la più grandiosa agitazione sociale che si fosse mai svolta dall'Unità del 1861 nella penisola. Certo, i fatti tragici del 1898 erano stati maggiormente connotati dal sangue del proletariato e dalla ferocia repressiva del Potere costituito, ma la rivolta della settimana rossa del 1914 si inseriva per la prima volta in un contesto fortemente politicizzato . Notevole ed intollerabile , ormai, era Il disagio sociale in cui versavano le masse del proletariato , ma dopo i moti degli scioperi generali del 1906 e 1907 , gli scontri con gli interventisti per ostacolare ed impedire la guerra di aggressione verso la Libia del settembre 1911 , proteste tutte fallite ed implose ben presto , senza conseguenze ed un vero sbocco rivoluzionario , o almeno un certo cambiamento sociale nel Paese, la Settimana rossa rivestì, invece, un grande e rilevante segnale ed un insegnamento politico per tutti i lavoratori e le classi disagiate d'Italia . Il solco profondo cioè , tra il proletariato italiano e la classe borghese e benestante emergeva dalla menzionata rivolta di quella settimana di inizio giugno. E si creava una nuova esperienza di lotta ed una forte coscenza di classe. Uomini di rilevanza politica quali Enrico Malatesta , Pietro Nenni , Pelizza ed il giovane repubblicano Marinelli parteciparono, infatti, alle agitazioni . Anche i movimenti sindacali del calibro della Confederazione generale del Lavoro e del movimento sindacale anarchico , compresa l'ala rivoluzionaria ebbero, naturalmente, un rilevante ruolo. Ma con una funzione di supporto , peraltro, complementare e organizzativo. La connotazione politica , invece, fu indubbiamente, per la prima volta, predominante e altamente significativa per il movimento operaio utile per l'avvenire. Anche Mussolini, allora socialista e direttore dell'Avanti, incitò peraltro alla ribellione con toni alla " Proudhom " , dalle pagine della sua rivista " Utopia" del luglio 1914 ( L'Utopia , nn. 9,10,15 del luglio 1914). Ed anche se i moti rivoluzionari in realtà fallirono e "pervase nel mondo proletario un senso di fallimento, nei giorni successivi al giugno, nei dirigenti la Confederazione non vi fu mai un distacco così profondo (dai lavoratori) come dopo la Settimana Rossa ") - La Settimana Rossa , Giulio Lotti, ed F. Le Monnier, Firenze 1965 . Frattura incolmabile e che condurrà all'esasperazione della Guerra - con l'intervento dell'Italia nel 1915 - ed alla lotta politica estrema, come rileva lo storico appena citato. Verranno spezzate le garanzie di libertà ed il nazionalismo potè balzare sulla scena con tutta la sua violenza , in un contesto di divisione estrema delle masse e dei sindacati , arrecando alla situazione politica italiana "conseguenze di incalcolabile portata " (Op.cit.). Contro il "sovversivismo " sociale entrarono nella scena , sconvolgendola, gruppi studenteschi violentemente nazionalisti , ben inquadrati, accanto a vere "teste calde", che poi sarebbero state utilizzate dagli "alti comandi" dell'esercito , nelle trincee e negli assalti sanguinari (gli " Arditi") contro le postazioni nemiche della Grande Guerra . Ma il grande sciopero generale non potè non spegnersi rapidamente, per le menzionate divisioni , dando un segnale di debolezza del movimento sindacale e , in genere del proletariato , aprendo così la strada alle forze reazionarie che volevano ed ottennero l'intervento, nello scenario tremendo della guerra europea del 1914-1918. Premessa triste e premonitrice dell' avvento pericoloso del movimento fascista e della conseguente dittatura. Ma , almeno, dette un grande insegnamento di esigenza strategica di unità e coesione per il movimento dei lavoratori e contribuì fortemente al consolidamento della coscienza di classe. Che servì in seguito e si dimostrò di estrema utilità per il proletariato. Brevemente i fatti : nella notte tra l'8 ed il 9 giugno, alla proclamazione dello sciopero generale, a Bologna, scoppiò un grosso petardo (ferrovia - Porta Lame) . Migliaia furono gli scioperanti , si fermarono tram e mezzi pubblici, vennero erette barricate con grandi massi e diecimila lavoratori si radunarono in piazza 8 agosto (Bologna). Tre giovani vennero uccisi negli scontri dal fuoco dei carabinieri e 17 furono i feriti tra i carabinieri stessi. Seguirono ulteriori scontri tra manifestanti e forza pubblica ed il 9 giugno , a Imola, venne incendiata la Prefettura. Anche ad Ancona si alzarono barricate e venne divelto un tratto dei binari ferroviari. Agitazioni vi furono anche nelle cittadine di Molinella , Minerbio , Crevalcore e Budrio. Parlarono oratori socialisti e anarchici come Massarenti, Borghi e Lizzoni. Fioccarono le denuce di incitamento alla lotta armata e fra i denunciati vi fu anche il futuro Sindaco di Bologna Francesco Zanardi. Ulteriore prova delle dimensioni della rivolta e della forte connotazione politica. Ma l'auspicata "rivoluzione" non avvenne. Le divisioni interne sindacali e tra il sindacato stesso e la base del proletariato furono determinanti e non si riuscì a creare una vera cucitura tra gli stessi . Si sarebbe dovuto attendere, come risolutivo, il Movimento armato della Resistenza per trovare quella coesione ed unità che allora non si seppero creare . Nel 1914 , giugno, per la Settimana rossa, i tempi forse non erano ancora maturi.
Claudio Cossu



Sabato 10 Maggio,2014 Ore: 18:00
 
 
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