E’ obbligo, ai nostri giorni, avere a ogni costo la “memoria corta”.

Ma attenzione perché ” le bugie hanno le gambe lunghe “ e corrono.

L’11 settembre è in primo piano l’attentato grave alle Torri Gemelle

ma Salvador Allende e il Cile che tanto amava , staziona solo al secondo piano.

Perché nella politica dei grandi , mi è sempre stato detto, è ciò che appare.

Il fenomeno, in altre parole, privo del noumeno , che invece dà sostanza,

eleva, crea la spinta dell’ideale, quell’ideale che oggi ricordiamo nel golpe

pilotato ed assassino di un presidente che si è sacrificato per il suo popolo.

E l’America Latina del sogno di Simon Bolivar e di Giuseppe Garibaldi ,

di sant’Oscar Arnulfo Romero, di mons. Girardi, di Manuela Garcia,

del Che Guevara e dei teologi della Liberazione, di Puebla edi Medellin

è invece una realtà che non si ferma e non più votata a retromarce.

Abbiamo pure un segno di un suo figlio, nella speranza , che accomuna

tutta la grande e unica famiglia umana: quel Jorge Mario Bergoglio

“venuto dalla fine del mondo” a vivere accanto a noi per: camminare,

confessare (testimoniare nel significato italiano della lingua latina )

e edificare , costruendo la pace, impegno di tutti, sempre e ovunque.

Nella giustizia e nell’ascolto del grido dell’orfano, della vedova e del povero.

Mario Pavan, 11 settembre 1973, 11 settembre 2013.

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Venerdì 06 Settembre,2013 Ore: 20:56