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www.ildialogo.org Solidarietà alla storica Alessandra Kersevan aggredita da gruppi fascisti il 12 febbraio a Verona nei locali dell’Università.,di <strong>Gruppo “ Memoria e libertà” Catania</strong>

Solidarietà alla storica Alessandra Kersevan aggredita da gruppi fascisti il 12 febbraio a Verona nei locali dell’Università.

di Gruppo “ Memoria e libertà” Catania

Gravissimi eventi si sono consumati al Polo Zanotto dell’Università veronese in occasione di un incontro riguardo la “ Giornata del Ricordo”, dal titolo “Foibe : tra mito e realtà", organizzato da “ I Collettivi studenteschi Pagina 13”. Invitata a partecipare Alessandra Kersevan, esperta storica sulla ricostruzione delle tragedie consumatosi nelle foibe e sulla contestualizzazione delle vicende nel confine orientale.

L’autorizzazione dell’Università, precedentemente concessa, è stata improvvisamente revocata dal Rettore, proprio durante l’occasione dell’incontro. Addirittura “ i preposti” hanno staccato l’elettricità in tutto il piano. Contemporaneamente nel chiostro dell’Università si svolgeva una mostra sulle foibe organizzata da CasaPound. Pur nello stato di palese difficoltà ( non si poteva proiettare il video appositamente preparato) l’incontro, alla presenza di oltre cinquanta persone, è continuato per 45 minuti. Poi, l’ irruzione dei gruppi fascisti; il locale è stato irrorato di uno “spray al peperoncino”, causando la fuoriuscita dei partecipanti. L’incontro è stato, con violenza, definitivamente interrotto.

Questo il comunicato diffuso da Alessandra Kersevan:

In questi anni ho fatto centinaia di conferenze sulle vicende del confine orientale; qualche volta mi è capitato sia che le istituzioni che mi avevano invitato cedessero a ricatti e pressioni di esponenti della destra e della Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e ritirassero all'ultimo momento la loro adesione, sia che gruppi di fascisti intervenissero cercando di impedire la conferenza. Ma mai era ancora successa la concomitanza così evidente fra le urgenze repressive dell'istituzione e l'azione diretta degli squadristi di Casa Pound e degli altri gruppi neonazifascisti. Questa è secondo me la particolarità di questa vicenda dell'Università di Verona, che fa venire in mente altri momenti storici, come quello dell'avvento del fascismo.

Non voglio fare facili paralleli, so bene che le condizioni sociali, economiche, politiche attuali sono particolari, ma ritengo che certi meccanismi di adeguamento del ceto intellettuale alle imposizioni del potere siano simili e si stiano ripetendo nella storia d'Italia. L'accanimento con cui il rettore e l'apparato universitario hanno imposto che questa conferenza non si dovesse fare, dimostra che coloro che hanno in mano il cosiddetto Giorno del ricordo hanno una grande la paura della verità che viene dalla ricerca storiografica.

Essi stanno cercando, attraverso la ritualità di questa giornata, diventata un atto di fede collettivo supportato dal servilismo di buona parte dei mass media, di imporre il ribaltamento nell'opinione pubblica dei criteri interpretativi della Resistenza italiana e jugoslava, la confusione dei ruoli di partigiani e fascisti, di vincitori e vinti, di carnefici e vittime. È sicuramente una grande operazione massmediatica, che ha potuto avere un certo successo anche perché sostenuta da una parte del ceto dirigente post-comunista desideroso di prendere le distanze dal suo passato, per adeguarsi alle nuove esigenze del pensiero unico liberista mondiale.

A tutto questo si deve reagire con quella che io chiamo una guerriglia culturale, una moltiplicazione delle occasioni di conoscenza e di riflessione e per questo ritengo molto importante il fatto che il collettivo studentesco organizzatore abbia voluto che la conferenza avvenisse, nonostante la negazione degli spazi, nonostante il taglio della luce, nonostante le minacce degli squadristi, e dimostrando molto coraggio a sfidare l'istituzione universitaria artefice di una simile operazione anticulturale.

Da parte mia e del gruppo di Resistenza storica, posso dire che continueremo a portare in giro per l'Italia le nostre conferenze e i risultati delle nostre ricerche. Sono anche più che disponibile a tornare a Verona, a concludere con voi la conferenza lasciata a metà a causa dell'imposizione del rettore e della violenza fascista.

Un grazie per il vostro impegno antifascista.

Alessandra Kersevan

Udine, 13 febbraio 2013




Martedì 19 Febbraio,2013 Ore: 16:55
 
 
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