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www.ildialogo.org IL GOVERNO MONTI LANCIA IL DECRETO "SALVA-ITALIA" (E, MIRACOLO, NON UNO, MA - ANCORA! - "DUE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA" ESORTANO: "FORZA ITALIA", VIVA IL "POPOLO DELLA LIBERTA'"). Una nota di Paolo Festuccia, con una scheda dettagliata dei provvedimenti,a c. di Federico La Sala

STORIA D'ITALIA (1994-2011): IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE E' DIVENTATO *STATO* DI COMA PROFONDO. Avanti tutta, fino alla fine ...
IL GOVERNO MONTI LANCIA IL DECRETO "SALVA-ITALIA" (E, MIRACOLO, NON UNO, MA - ANCORA! - "DUE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA" ESORTANO: "FORZA ITALIA", VIVA IL "POPOLO DELLA LIBERTA'"). Una nota di Paolo Festuccia, con una scheda dettagliata dei provvedimenti

DECRETO MONTI. Manovra da trenta miliardi di euro. Tutti i provvedimenti punto per punto. Dall’Iva all’imposta prima casa fino alla stretta sulle pensioni.


a c. di Federico La Sala

 NOTE DI COMMENTO:

GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA CLASSE DIRIGENTE (INCLUSI I GRANDI INTELLETTUALI) CEDE (1994) IL "NOME" DEL PAESE AL PARTITO DI UN IMPRENDITORE. Che male c’è?! - Materiali sul tema 

PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ... (Federico La Sala)

 


Monti: ecco il decreto salva-Italia

Consiglio dei ministri di 3 ore, ok alla manovra da 30 miliardi lordi. Appello del premier agli italiani

di PAOLO FESTUCCIA *

ROMA Tre ore di consiglio dei ministri. E il decreto «salva Italia», come lo definisce il capo del governo Mario Monti, è pronto: approvato e scodellato alla stampa. Sul primo atto cala il sipario, di domenica, ora la scena è tutta per l’aula. Alle Camere, dove oggi stesso si recherà il capo del governo per illustrare le misure, senza escludere né confermare l’ipotesi della fiducia. Monti chiarisce solo di far «affidamento sul senso di responsabilità delle forze politiche». Responsabilità necessaria per varare un decreto legge che a conti fatti, sottolinea il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, vale circa «venti miliardi» (30 al lordo) e rispecchia «in toto le richieste della Commissione europea».

Prima novità, rispetto alla vigilia: resta invariata l’Irpef. Ma si tagliano i costi della politica, e si tassano i capitali rientrati con lo scudo fiscale. Certo c’è l’Ici sulla prima casa e ci sono tagli pesanti per gli enti locali: la sanità e il trasporto. Ma tutto si è reso necessario, spiega Mario Monti agli italiani, per fronteggiare una «crisi gravissima», che per «colpa del debito pubblico rischia di compromettere quanto costruito in 60 anni di sacrifici da quattro generazioni almeno di italiani». Sacrifici, dunque, rigore, ma nel segno dell’equità e dello sviluppo. Lo spiega da giorni Monti, lo ribadisce pure il ministro Passera, ma quando tocca al ministro Elsa Fornero la commozione è totale. Si strugge pensando alle retribuzioni delle pensioni minime. E già, le pensioni, ma la stretta assicura Monti non si abbatterà sulle «minime e il loro doppio», mentre i tagli prenderanno di petto ministri, governo e sottosegretari.

Un passaggio questo necessario per spiegare che nel quadro della trasparenza «tutti noi - spiega il premier - presenteremo le dichiarazioni patrimoniali, dichiarando per interi i nostri possedimenti anche in fondi d’investimento, azioni e obbligazioni». Poi, l’annuncio, tanto inatteso quanto apprezzato: «Abbiamo stabilito che il presidente del Consiglio, i ministri e i sottosegretari non parlamentari che siano dipendenti pubblici - spiega Monti - non conservino l’intera retribuzione in godimento ma il solo trattamento fondamentale, fatti salvi i diritti previdenziali. Chiediamo sacrifici ai cittadini, e da parte mia mi è sembrato doveroso, come atto di sensibilità individuale, rinunciare al compenso da presidente del Consiglio e come ministro dell’Economia». La cura Monti, insomma, si lascia intuire parte dal Capo. Poi, altro capitolo chiave: la lotta all’evasione.

«Il governo - chiarisce Monti - ha preso misure significative, e vedrete che i nostri provvedimenti sono piuttosto incisivi». Il presupposto?. «Escludere la possibilità stessa di evadere». E allo stesso modo, sottolinea, «è esclusa ogni possibilità di ricorrere a condoni».

Poi, uno dei temi più attesi e controversi: quello della patrimoniale. Altro nodo caldo non contemplato, però, nel decreto legge anti-crisi varato dal governo. Monti spiega così: «Ciò che abbiamo potuto prendere in considerazione lo abbiamo preso in considerazione. Avremo potuto dire: diciamo, per fare bella figura, che abbiamo messo in piedi un meccanismo nuovo per avere informazioni e un’imposta sulle grandi fortune. Avremo ottenuto forse tra due anni un po’ di gettito, ma oggi un po’ di fuga».

* La Stampa, 04.12.2011


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

 

 

-  GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA CLASSE DIRIGENTE (INCLUSI I GRANDI INTELLETTUALI) CEDE (1994) IL "NOME" DEL PAESE AL PARTITO DI UN IMPRENDITORE. Che male c’è?! - Materiali sul tema


LA SCHEDA

-  Manovra da trenta miliardi di euro
-  Tutti i provvedimenti punto per punto

-  Dall’Iva all’imposta prima casa
-  fino alla stretta sulle pensioni
-  Cosa contiene il decreto Monti
*

ROMA Arriva la manovra firmata Mario Monti. Il cdm l’ha approvata al termine di una lunga giornata di incontri con le parti sociali e i rappresentanti delle autonomie locali. Vale 24 mld, 20 al netto della delega fiscale, con una correzione lorda di 30 mld, considerando gli interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi. Il provvedimento prevede un nutrito pacchetto fiscale, la stretta sulle pensioni, i tagli alla spesa, con 5 mld di sacrifici chiesti agli enti locali. Ma anche il taglio all’irap sul costo del lavoro per le imprese. Ecco le principali novità.

Manovra da 20 miliardi netti - La manovra è di 20 miliardi al netto e di 30 al lordo . Lo ha detto il viceministro Vittorio Grilli, aggiungendo che tale entità risponde in pieno alle richieste della Ue: "Se prendiamo un anno medio di dati - ha detto Grilli - di riduzione di spesa, ci sono circa 12-13 miliardi di riduzione di spese e il resto fino ad arrivare a 30 miliardi di aumento delle entrate".

Irpef, non cambiano aliquote - A sorpresa, è stato escluso l’intervento sull’Irpef. Nelle prime bozze c’erano un ritocco dell’aliquota al 41% per i redditi superiori ai 55mila euro, poi tramontato; e uno di 3 punti per i redditi superiori ai 75mila euro: dal 43% al 46%. Anche questo è stato accantonato nella bozza finale. La rinuncia al ritocco è compensata con un leggero aumento dell’addizionale Irpef (con corrispondente diminuzione dei trasferimenti alle regioni). Secondo fonti delle Regioni, l’addizionale verrebbe ritoccata dello 0,33%, dallo 0,9 all’1,23%.

Tassa per scudo fiscale - E’ previsto un "bollo" una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati tramite l’ultimo scudo fiscale. Le somme, ha detto il premier Mario Monti, serviranno a coprire l’inflazione per le pensioni fino a 960 euro.

Casa - L’imposta municipale unica sostituisce la vecchia Ici e si pagherà anche sulla prima casa con un’aliquota dello 0,4% rispetto allo 0,76% dell’aliquota ordinaria. E’ prevista anche la rivalutazione del 5% degli estimi.

Nuove pensioni- Estensione del metodo contributivo per tutti. Sarà flessibile la scelta delle pensioni nel settore privato da un’età minima di 62 anni a 70 calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima. Per le donne la fascia andrà da 62 a 70 anni, per gli uomini da 66 a 70. Le fasce entrano in vigore nel 2012 ed è prevista la convergenza tra l’età di uomini e donne nel 2018, a 66 anni. Saranno abolite le finestre di uscita. Inoltre è previsto l’aumento delle aliquote dei lavoratori autonomi ed un contributo di solidarietà per regimi speciali. Iva - E’ previsto un aumento dell’imposta sul valore aggiunto: sarà del 2% (dal 21 al 23%) dal primo settembre 2012. Sarà a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare "solo nel caso in cui sia necessario". L’aumento è a copertura della delega fiscale del precedente governo che ha previsto risparmi di 4 miliardi nel 2012 tagliando sgravi e agevolazioni. Le somme recuperate, ha detto il sottosegretario Giarda, andranno "a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne".

Enti previdenziali - La manovra prevede la soppressione degli enti previdenziali Inpdad ed Enpals, le cui funzioni saranno passate all’Inps.

Limiti al contante - La soglia della tracciabilità viene abbassata a mille euro. Al di sopra di questo tetto non saranno possibili operazioni in contanti. La soglia è abbassata a 500 euro per i pagamenti effettuati da pubbliche amministrazioni per stipendi e prestazioni d’opera.

Autorities ridotte o sopresse - Il governo prevede la riduzione dei componenti delle varie Authority operanti in Italia, dalla Consob al Garante per la concorrenza ecc. ecc. E’ prevista inoltre la soppressione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, dell’agenzia per il terzo settore, dell’agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, dell’ente nazionale per il microcredito e dell’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Fondo garanzia per imprese - La manovra prevede un potenziamento del fondo di Garanzia con almeno 20 miliardi di credito a disposizione delle piccole e medie imprese, ma anche la ricostituzione dell’Istituto per il commercio estero e la creazione di un’autorità nei trasporti per accompagnare il processo di liberalizzazioni.

Irap - Le imprese potranno dedurre dall’Ires e dall’Irpef la quota di Irap "relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato". L’Irap alle imprese "verrà sgravata" anche "per chi prevede" l’assunzione di "donne e giovani". La misura in questione "va a ridurre il gettito dell’Irap per le Regioni e sarà perciò compensato con un aumento dei trasferimenti statali".

Addio lire - La bozza prevede anche la prescrizione anticipata delle lire in circolazione. Le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata per essere riassegnate al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.

Tagli a enti locali - Per le Regioni si prevedono ulteriori tagli per 3,1 miliardi a decorrere dal 2012. Le Regioni a statuto ordinario concorrono per per 2,1 miliardi, mentre le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano per 1,035 miliardi. Per i Comuni oltre i 5mila abitanti previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità, ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà di 415 milioni a partire dal 2012.

Farmaci liberalizzati - Via libera alla liberalizzazione dei farmaci di fascia c, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie, ma "nell’ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell’area commerciale, da strutture in grado di garantire l’inaccessibilità ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura".

Tassa su elicotteri e aerei privati - La bozza prevede un’imposta erariale annuale sugli aeromobili privati immatricolati nel registro aeronautico nazionale. La tassa è calcolata in base al peso ed è raddoppiata per gli elicotteri privati.

Tassa su auto di lusso - La tassa sul lusso è prevista anche per le auto più potenti: "A decorrere dai pagamenti dovuti dal 1° gennaio 2012 - si legge nella bozza - per le autovetture è dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt (231 hp), da versare alle entrate del bilancio dello Stato".

Aumento su accise - La bozza di manovra prevede un aumento delle accise sui carburanti a partire dal primo gennaio 2012. La misura dovrebbe assicurare nuovi introiti per un miliardo di euro che potrebbe essere reinvestito nel trasporto locale.

* La Stampa, 04/12/2011



Lunedì 05 Dicembre,2011 Ore: 08:43
 
 
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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 19/1/2012 17.11
Titolo:Il Professore, la Chiesa e l’Ici dimenticata
Il Professore, la Chiesa e l’Ici dimenticata

di Miguel Gotor (la Repubblica, 19.01.2012)

MARIO Monti ha rilasciato ieri un’intervista a L’Osservatore Romano: un gesto di attenzione significativo da parte della Santa Sede poiché avviene di rado che l’organo ufficiale della Città del Vaticano intervisti il presidente del Consiglio in carica. Tanto più che il colloquio cade all’indomani dell’udienza ufficiale di Monti con papa Benedetto XVI, in una qualche misura a suggellare il felice esito di quell’incontro. L’intervista sottolinea il fondamentale contributo dei cattolici alla vita sociale italiana e tocca i principali problemi all’ordine del giorno: dalla crisi economica globale al futuro della moneta unica, dai destini del progetto di integrazione europea alla questione della cittadinanza italiana per i minori stranieri, dai programmi del governo in materia di liberalizzazioni alla politica fiscale.

Monti mette in risalto che proprio in quanto "tecnico" «può liberamente affermare che l’antipolitica e l’antiparlamentarismo causano danni che nel tempo possono dimostrarsi insidiosi». Da questa considerazione deriva la necessità che «ogni soggetto, individuale e collettivo, privato e pubblico, è chiamato a essere "migliore", in ogni ruolo - piccolo o grande - che assuma». Inoltre, evidenzia l’importanza dei "beni comuni" come orizzonte della politica nazionale e comunitaria e riconosce che sia la Santa Sede sia la Conferenza episcopale italiana possono svolgere un ruolo critico e propulsivo di rilievo perché «di fronte al bene comune non si può sfuggire». Per quanto riguarda gli interventi fiscali il presidente del Consiglio ribadisce il massimo rigore nella lotta all’evasione.

E tuttavia manca una questione: sia le domande relative alla politica fiscale, sia le risposte di Monti eludono il nodo del pagamento dell’Ici da parte della Chiesa cattolica per quei luoghi di carattere "parzialmente" commerciale che oggi sono esenti. Come è noto, tali immobili entrano in contraddizione sia con le previsioni della legge "concordataria" 222/1985, richiamate dalla Corte suprema di Cassazione nel luglio 2010 (in cui è stato condannato un ente ecclesiastico di Assisi) sia con la normativa europea che vieta gli aiuti di Stato e l’indebita concorrenza.

Tempo fa il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha dichiarato che «se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra». Si tratta di una disponibilità importante che il governo italiano, tanto più perché non strettamente legato da vincoli di carattere elettorale, dovrebbe verificare e raccogliere: sarebbe imperdonabile lasciarla cadere nel vuoto. In un periodo di crisi come questo è giusto che tutte le istituzioni, Chiesa cattolica compresa, si mostrino disposte all’impegno, al sacrificio, all’esempio e facciano seguire ai pronunciamenti i fatti: unicuique suum, ossia "a ciascuno il suo", come recita per l’appunto il motto de L’Osservatore Romano

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