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www.ildialogo.org Per me la democrazia è...,

Per me la democrazia è...

di Daniela Zini


UTOPIA
18 febbraio 2011
Vorrei definire la democrazia più esattamente del vocabolario che la definisce governo da parte del popolo.
E per quanto non pretenda di essere eccessivamente precisa e preferisca indicarne il tipo ideale piuttosto che quello medio, amerei aggiungere e sottolineare che la democrazia è anche governo del popolo e per il popolo, intendendo per popolo il complesso di individui a ognuno dei quali, in linea di principio, si attribuisce lo stesso peso.
Per me, la democrazia è la via verso la libertà individuale degli uomini, che si organizzano, sulla base dell’eguaglianza umana: vale a dire organizzano il governo di se stessi, nel senso che le leggi agiscono su di loro individualmente come eguali, e si governano da se stessi, dato che ciascuno ha un eguale voto per la formazione delle leggi e organizzano il governo per se stessi, al fine di assicurare egualmente a ogni cittadino la libertà, nel senso più ampio della parola.
Per democrazia io intendo il governo della totalità, da parte della maggioranza, a vantaggio anche di tutte le minoranze che la compongono, particolarmente, per quanto riguarda la loro garanzia di quei diritti che sono la libertà di parola, di stampa e di associazione.
Se a tutti gli individui vengono, effettivamente, garantiti questi tre diritti, io credo che abbiamo il mezzo per ottenere tutti gli altri diritti che compongono la libertà individuale, nel campo giuridico, politico ed economico.
Coloro che affermano che è inerente ai piccoli Stati una qualche particolare virtù democratica e che ai grandi Stati è inerente un continuo pericolo, farebbero bene a considerare quello che sarebbe successo della libertà individuale, se non fosse esistita alcuna democrazia più grande dei minori Cantoni, che si unirono per creare quel super- Stato che è la Svizzera.
Il termine super-Stato si applica in relazione al potere dello Stato; e, poiché questo può intendersi in più modi, la parola super-Stato si presta facilmente a essere fraintesa. Dovrebbe far paura ai democratici solo quando significa un maggior potere dello Stato sui cittadini. Quando significa solo un maggior potere dello Stato democratico contro i suoi nemici – contro la natura, contro il caos, contro gli Stati assoluti aggressivi – dovrebbero guardare con simpatia il super-Stato, che, in tal caso, significa più completa attuazione degli ideali della democrazia.
Tale è la confusione di idee che molti ripugnano da ogni organizzazione interstatale per la sola ragione che deve, necessariamente, avere dimensioni maggiori di ciascuno dei suoi membri.
Pensano che ciò significhi un aumento di potere governativo sopra di loro, come se la grande estensione territoriale significasse tirannia. Ma la tirannia è quello che è, qualunque sia la estensione territoriale sulla quale è praticata; anzi quanto più è ampio il territorio, tanto meno un medesimo grado di tirannia appare intollerabile agli uomini che la subiscono.
Gli Stati dai quali abbiamo ereditato il nome di tiranno erano tra i più piccoli, non tra i maggiori Stati dell’Antichità.
Il tiranno che suscita di più la ribellione è il gretto tiranno personale.
E, quantunque anche in un grande Stato il tiranno possa essere gretto, il tiranno di un piccolo Stato deve esserlo necessariamente.
Dati due Stati egualmente autocratici, la tirannia sarà, in generale, peggiore nel più piccolo, perché il “tirannucolo” è più in pericolo nei confronti dell’estero e dell’interno e la sua tirannia sarà sentita come una cosa personale da un maggior numero di individui.   
Daniela Zini
Copyright © 18 febbraio 2011 ADZ
 


Venerdì 18 Febbraio,2011 Ore: 15:35
 
 
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