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Nella misura in cui...

di Daniela Zini

UTOPIA
17 febbraio 2011 

a Giovanni
Come si fa un giornale on-line?
Un giornale on-line è una struttura complessa, composta da un gruppo di persone che lavorano insieme, che chiameremo la redazione.
Al vertice della redazione di un giornale on-line vi è un direttore responsabile.
Il direttore responsabile de IL DIALOGO è Giovanni Sarubbi.
Questo articolo è dedicato a LUI.
Auguri, Giovanni.
Daniela

Quando paghiamo del denaro a una banca perché metta al sicuro il nostro patrimonio non diciamo che sacrifichiamo denaro e patrimonio nell’interesse della banca. Diciamo che proteggiamo il nostro patrimonio, pagando la banca, per ottenere questo servizio.
Quando consegniamo del denaro a una società per ottenerne una quantità maggiore, con la partecipazione alla proprietà del suo capitale, non diciamo che sacrifichiamo il nostro denaro nell’interesse della società. Diciamo che lo investiamo per il nostro interesse. Anche chi perde non dice di aver fatto un sacrificio, ma un cattivo investimento.
Noi sacrifichiamo il nostro denaro solo quando lo diamo senza alcuna pretesa o intenzione o speranza di ricavarne guadagno.
In politica, come negli affari, si può ottenere qualcosa solo dando qualcosa.
Dobbiamo dare la nostra libertà per tutelare e avere in cambio una maggiore libertà.
Sarebbe superfluo soffermarsi qui a dimostrare che gli individui hanno sempre dovuto cedere allo Stato una parte della loro libertà per tutelarne il resto.
Ogni popolo libero l’ha sempre riconosciuto.
Né abbiamo bisogno di dimostrare che, anche quando l’azione collettiva dell’organizzazione e del mantenimento di un governo implica una certa perdita di libertà o di potere a detrimento di tutti gli individui, può, tuttavia, risultarne un guadagno netto di libertà e di potere per ognuno di loro.
Dove il governo è del popolo, è tenuto dal popolo ed è esercitato per il popolo.
Ogni cittadino – come si compiaceva ripetere Abraham Lincoln(1809-1865), più di centocinquanta anni fa, – è, egualmente, sovrano e la sovranità nazionale consta dei vari diritti che i cittadini hanno delegato allo Stato, per meglio salvaguardare il resto della loro sovranità individuale.
Nella democrazia i diritti dello Stato non possono essere altro che i diritti in esso individualmente investiti dai cittadini.
Tutto ciò è tanto evidente che, quando gli uomini istituiscono un governo democratico, dicono che lo fanno per amore della loro libertà.
Ed è proprio questa evidenza che li porta, poi, a identificare la loro libertà con quella dello Stato, inducendoli nel grave errore di credere che ogni perdita di sovranità nazionale costituisca una perdita per gli individui.
Dimenticano, così, che il cittadino non può acquistare diritti senza che lo Stato ne perda, nella misura in cui una banca deve diminuire le spese, se vuole che i depositi siano amministrati a miglior mercato, e nella misura in cui una società deve evitare di capitalizzare eccessivamente i profitti, per poter distribuire dei dividendi agli azionisti.
Se, a esempio, il cittadino deve acquisire il diritto di acquistare e di vendere liberamente su un mercato più ampio, lo Stato deve perdere il diritto di fissare una tariffa doganale o di mettere dei vincoli al commercio.
Che cosa succede quando il potere di uno Stato democratico sui suoi cittadini cresce relativamente più dei diritti dei cittadini?
O lo Stato trattiene troppi dei diritti acquisiti nel suo formarsi, nella misura in cui una società che capitalizza una frazione troppo alta del suo attivo, oppure lo Stato funziona in perdita e chiede ai cittadini di trasferirgli sempre nuovi diritti, nella misura in cui una società chiede sempre nuovo denaro per compensare i vuoti dei cattivi investimenti. Questa ultima situazione corrisponde bene al caso in cui i cittadini si vedono costretti a cedere al loro governo, in forma di imposte, una parte sempre più grande della loro libertà individuale rappresentata dal denaro, e, nonostante i sempre maggiori armamenti dello Stato, sono sempre più esposti ad andare a perdere anche le loro vite in guerra.     
Lo scopo di un governo democratico è quello di assicurare ai cittadini un reddito crescente di libertà individuale contro un investimento sempre decrescente della loro libertà; più sicurezza personale, a esempio, contro meno imposte e obblighi militari.
Di conseguenza, la diminuzione dei diritti attribuiti al governo, lungi dall’essere una cosa necessariamente deplorevole e da evitare, è una cosa desiderabile tutte le volte che i diritti dei cittadini possano, effettivamente, risultarne accresciuti.
Daniela Zini
Copyright © 17 febbraio 2011 ADZ
 


Giovedì 17 Febbraio,2011 Ore: 16:17
 
 
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