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www.ildialogo.org RELIGIONE A SCUOLA: IN SPAGNA, 200 SIGLE CHIEDONO PIŁ LAICITĄ,da Adista Notizie n. 36 del 13/10/2012

RELIGIONE A SCUOLA: IN SPAGNA, 200 SIGLE CHIEDONO PIŁ LAICITĄ

da Adista Notizie n. 36 del 13/10/2012

36877. MADRID-ADISTA. “Per una scuola pubblica laica. Religione fuori dalla scuola!”: è il tema della campagna lanciata in Spagna il 29 settembre (in 4 giorni ha raccolto oltre tremila firme) dall’associazione Europa Laica insieme ad un centinaio di organizzazioni, nazionali e regionali, a vario titolo impegnate sul fronte della laicità. Fra queste, Redes cristianas (una piattaforma di oltre 200 fra gruppi, comunità e movimenti cattolici di base che vogliono «aiutare a dare risposta ai grandi problemi che oggi vengono posti alla società e alla Chiesa»), la Confederazione spagnola dei genitori degli alunni (Ceoapa), il Club Amici dell’Unesco, il Sindacato degli studenti, l’Associazione di discendenti dell’Esilio, il Sindacato insegnanti della Galizia, la Confederazione di Madri e Padri della Scuola pubblica basca.

Il manifesto della campagna riassume in quattro lapidari punti le richieste: «La deroga dagli Accordi con la Santa Sede; che la religione non sia più parte dei corsi e dell’orario di lezioni, che esca dunque dalla scuola; che nessuna simbologia religiosa abbia una presenza istituzionale nei centri scolastici; che in nessuna scuola si finanzi con denaro pubblico l’indottrinamento religioso, o si segreghi per ragioni di sesso o per altre ragioni di natura ideologica o sociale».

«La scuola deve educare senza dogmi», affermano i firmatari, deve assicurare la crescita «in conoscenze scientifiche e universali, in valori umani e civili, nel rispetto dei diritti umani, nell’assunzione della differenza e della diversità, sulla base dell’uguaglianza in dignità e diritti»; per gli alunni «non deve mai essere un luogo di esclusione e discriminazione» in funzione delle «credenze e convinzioni delle famiglie». E dunque «la religione, nelle sue forme confessionali, deve uscire dall’ambito scolastico», perché la scuola pubblica sia laica, a garanzia del «diritto universale all’educazione, nel rispetto più rigoroso dei principi democratici». La laicità, considera il manifesto della Campagna, «lungi dal costituire un’ideologia particolare contrapposta ad altre, si avvera storicamente come uno dei principi di base di ogni democrazia, vincolato al riconoscimento della libertà di pensiero, all’uguaglianza dei cittadini nei diritti e doveri e pertanto alla non discriminazione a motivo delle idee. Il suo contenuto non è altro che l’instaurazione delle condizioni giuridiche, politiche e sociali idonee al rispetto e allo sviluppo pieno della libertà di coscienza».

Una svolta tutta a destra

Se la Campagna “La Religione fuori dalla scuola!” è partita a fine settembre è perché, qualche giorno prima, il 21, il Consiglio dei Ministri presieduto da Mariano Rajoy, ha approvato un Progetto di “Legge organica per il miglioramento della qualità educativa” (Lomce) che, se approvato dal Parlamento, sostituirà l’attuale “Legge Organica dell’Educazione” (Loe, in vigore dal 2006, quando Zapatero era a capo del governo). La proposta di modifica, pur determinando la soppressione o l’ampliamento di circa un terzo della Loe – denuncia in una valutazione del 25/9 il presidente di Europa Laica, Francisco Delgato (deputato costituente, per 15 anni membro del Consiglio della Scuola di Stato) –, «lascia intatta tutta la parte che riguarda i temi confessionali». Per esempio, le disposizioni che «potenziavano la religione nella scuola pubblica e assegnavano rilevanza professionale al ruolo delle persone designate dagli episcopati» (come in Italia, è il vescovo a scegliere il personale per l’insegnamento della religione nelle scuole) e il finanziamento delle scuole cattoliche.

«Dal punto di vista ideologico», invece, rileva Delgado, la Lomce «va più in là»: fra i «cambiamenti sostanziali» annunciati, va infatti segnalata l’eliminazione della materia laica “Educazione alla cittadinanza”, che tanta ostilità ha ricevuto dall’episcopato cattolico e dal collaterale Partito Popolare e che verrebbe sostituita da “Educazione civica e costituzionale”. Questa, nella bozza resa nota, non contemplerà più «il riconoscimento della diversità nei modelli familiari e nell’orientamento sessuale», come non considererà «gli aspetti emozionali e affettivi come parte dell’apprendimento e dello sviluppo personale», né prevederà «lo studio e la riflessione sulle cause che provocano la violazione dei diritti umani, la povertà e l’iniquità, lo studio e l’analisi della disuguaglianza di genere».

E «va più in là», sempre ideologicamente parlando, insiste Delgato, per la prevista «eliminazione dei Consigli Scolastici come organi di gestione e decisione della comunità educativa, trasformati in meri organi consultivi». E fra gli ulteriori elementi secondo lui negativi segnala «l’aumento di alunni per «la soppressione o limitazione di servizi di appoggio agli studenti», e l’inserimento «troppo anticipato» nel cursus scolastico di una «qualificazione professionale» che, senza un impiego di adeguate dispendiose risorse (per ora non previste), sottolinea ancora Delgado, «può condurre all’emarginazione sociale di molti giovani, soprattutto dei più sfavoriti». (eletta cucuzza)

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Sabato 13 Ottobre,2012 Ore: 15:10
 
 
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