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www.ildialogo.org Senza scarpe e senza zaino ma...,di Giampiero Monaca

Senza scarpe e senza zaino ma...

di Giampiero Monaca

Pian piano prende struttura  e si vanno arricchendo le  vatie specificità dell'esperimento didattico "bimbisvegli" iniziato di getto, e d'impeto vivendo quotidianamente  con il precedente  ciclo di bambini ora ragazzi, ascoltando quotidianamente  i bisogni, le intuizioni, condividendo con loro l'avventura del crescere.
La scuola è un cammino ciclico, tutto ritorna , nulla si ripete, ogni cosa  con gli anni , pur murando per adattarsi ai nuovi bambini, si approfondisce.
Il primo segno tangibile  fu la richiesta dei bambini di 6 anni fa  di non tenere le scarpe in classe: si voleva festeggiare il successo della loro richiesta  di bonifica dall'amianto nella scuola Rio Crosio. Grazie  alla caparbietà della ex dirigente Rosanna Sardo e all'impeto dei piccoli dell'allora 4C si scrisse a tutti, si informarono tutti gli amministratori del tempo e  nel giro di qualche mese  TUTTA (i bambini avevano chiesto espressamente che l'ambiente  fosse reso salubre per tutti) la Rio Crosio fu totalmente bonificata dai pavimenti potenzialmente  pericolosi perchè contenenti fibra di amianto.
Adesso che  la scuola è pulita i pavimenti sono sicuri , possiamo camminare scalzi? Si certamente anche perchè fa molto bene ai piedi, e poi così se ci cambiamo le scarpe possiamo uscire in cortile molto più spesso senza arrecare danno ai bidelli. 
Un successone!
Poi abbiamo iniziato il nuovo ciclo e sperimentato la verticalità. Il mutuo aiuto intuito e valorizzato da Goltieri e  magistralmente diffuso e insegnato dalla grande didattica del prof Fornaca nelle sue preziose lezioni di pedagogia.
I nostri "ex" alunni hanno il libero accesso anzi sono fortemente invitati a ritornare, un modo per far sapere loro che le relazioni nn si cancellano con il tempo o la burocrazia, ma maturano, prendono nuove dimensioni, ma  che  il loro luogo affettivo rimaneva, e che  in più adesso diventavano "fratelli e sorelle maggiori" che si prendono cura e fungono da esempio dei piccoli. E questa loro funzione , che nei delicati anni della prepubescenza li conduce a crisi di insicurezza ma anche di ribellione, concede loro la possibilità di "tornare al nido" dismettendo le difese e gli artigli che l'adolescenza impone. La ex classe per loro diventa  un comodo e accogliente approdo ove riposare e rifiatare : sempre ben accolti e ritenuti preziosi da tutti.
i primi due anni sono stati un conoscersi reciprocamente, costruire legami basati su affetto e fiducia e comunque ne abbiamo fatte : incontri pubblici offerti alla città con la mamma di Vittorio Arrigoni , con David Grassi  (l'ufficiale che scelse di onorare la divisa disobbedendo all'ordine di inquinare il mare) un cortometraggio su Peppino impastato con musiche di Yo Yo Mundi premiato al festival di venezia.
Con l'anno scorso , arrivati in terza abbiamo iniziato nuove sperimentazioni.
Giunti verso fine anno alle tribù matriarcali , leggemmo che  esse vivevano in perfetta armonia  mettendo ogni cosa in comune , e ricevendo ognuno secondo la propria necessità.
Detto fatto proviamo anche noi, via gli astucci, domani portate in un sacchetto colori biro gomme e pennarelli e  li metteremo insieme , poi quando si deve scrivere ognuno prende quel che trova.
Osservare la propensione delle varie modalità di intendere la messa in comune  è stato un laboratorio sociologico interessantissimo: c'è chi ha portato volentieri un sacco di colori, c'è chi ha portato volentieri un sacco di colori (secchi ed inservibili) , c'è ci ha portato pochino perchè in difficoltà economiche , chi ha portato poco perchè non se la sentiva… comunque siamo n gruppo e ce  n'è per tutti
A giugno 2015 nostra nuova dirigente prof Cristina Trotta  ha riconosciuto valore e dimostrato interesse per questo approccio sperimentale all'insegnamento  chiedendoci di dare forma strutturata alle nostre attività scrivendo un progetto  da inserire nel POF  in previsione dell'istituzione di una classe pilota .
A settembre ripartiamo in quarta  e la novità  e nuova sfida  è provare a imparare ad approfondire in autonomia
Gli insegnati di classe hanno esercitato il diritto ad una scelta alternativa ai libri di testo adottando quattro diverse edizioni di libri sussidiari su 25 bambini 5 ne hanno di un tipo 5 di un altro e via così.
Per inglese abbiamo preso solo quattro libri in tutto , il resto saranno lavori ed esercizi gestiti dall'insegnante di classe con interventi teatrali canzoni ecc ecc, ed infine (e questa è una scoperta davvero che vale un tesoro!!) si sono presi con i soldi che restavano delle cedole , 15 copie de La storia degli Uomini (di Gianni Rodari , Ed. Gallucci) che in poche  pochissime chiare pagine riescono a trattare intere ere storiche, chiarificando perocessi umani e fungendo da vera e propria "ossatura" per un sapere solido.
Così le lezioni di storia si fanno seduti in cerchio sul pavimento (tanto è pulito e sicuro adesso) il maestro spiega una volta  poi a coppie leggono sul tyesto di Rodari poi si legge l'argomento su un testo  poi si integra con un altro , poi si chede di trovare nella pagina  del testo di Mattia, quello che  Martina sta leggendo sulla sua versione. 
Questo stimola tutti a mantenere vivacissima l'attenzione e tutto questo in allegria  , con lo spirito di chi ama scoprire. Maestro , sul mio libro dice delle cose in più sui papiri , posso leggerlo?
Con questa modalità le lezioni sono anche studio, e diventa superfluo assegnare da studiare a casa (anche perchè ognuno avrebbe "solo" il suo libro per studiare invece della varietà che si ha in classe. 
Inoltre una riflessione  che  mi sono permesso di fare  è che  se davvero il lavoro del bambino è la scuola , così come per l'operaio è l'officina : mi chiedo perchè l'operaio dopo 8 ore fa la doccia e si dedica a qualsiasi attività, invece  gli studenti dopo il loro orario di lavoro debbano essere sottoposti ad ore ed ore  di "straordinari non pagati ed obbligatori" . Idem per i compiti delle vacanze . Vacanze!! Allora  perchè io , insegnante  , volendo potrei sollazzarmi in spiaggia , mentre  Pietro dovrebbe fare la "famigerata" orettadicompitichemancoteneaccorgi… Voglio proprio trovarlo l'insegnante che d'estate ogni giorno fa la sua  oretta di formazione e programmazione auotidiana da luglio a settembre  "che manco se ne accorge"
Lavoro serio per tutti, tempo libero e vacanza per tutti.
Quindi i libri rimangono a scuola  i quaderni pure  l'astuccio non c'è più, in cartella si deve mettere solo diario e merenda … ma allora a questo punto , a che ci serve lo zaino?
da lunedì abbiamo abolito anche lo zaino (senza ancora essere entrati in progetto senza zaino ufficialmente) perchè ormai questo contenitore è diventato superfluo: compiti settimanali non ne diamo
Abbiamo ricevuto in regalo da Altra Qualità coop di commercio equosolidale di Ferrara  delle belle borsette tracolla che i bambini han scelto di usare al posto delle cartelle e zaini per portare a scuola diario merenda e quaderno e che decoreranno … ci hanno mandato anche degli splendidi cestini equosolidali per raccogliere penne colori e biro comuni. Il fatto che ttuo questo materiale sia equosolidale  e che questa provenienza sia nota ai bambini è un fatto molto prezioso, favorisce il benessere di tutti. La consapevolezza di essere circondati di oggetti realizzati da persone felici e soddisfatte perchè promosse nella dignità e valorizzate per la loro professionalità è importantissima. E' energia gioiosa è una allegria e benessere che  in qualche  modo colora e contagia anche la nostra classe. E i bambini se ne accorgono
ovviamente ogni novità porta con sè dubbi e critiche : i bambini impareranno? 
come faranno alle medie?
ma come fanno a studiare?
e nelle vacanze se non hanno i compiti? cosa fanno?

VIVONO!!!
GIOCANO!!!
COSTRUISCONO RELAZIONI!!!
IMPARANO A STARE AL MONDO!!!!
I rapporti con le famiglie  in tutto questo susseguirsi di novità è certamente  ricco variegato e impegnativo. Molti ci conoscevano ed hanno iscritto i figli da noi per scelta, con altri ci siamo conosciuti e ci stiamo conoscendo
Da parte nostra c'è una grandissima riconoscenza per la disponibilità e fiducia con cui quotidanamente  ci affidano i loro beni più preziosi.
Chiediamo molt, diamo tutto il nostro meglio, e vediamo in ciascuno di questi e di ogni bambino cresciuto in libertà , empatia , e giustizia il meglio per il progresso di una società più libera e solidale.
qui sotto un articolo che  ho scritto qualche tempo fa  , se  può servirti!!!


Scrive Alexander Sutherland Neill della scuola di Summerhill (una delle più note esperienze di pedagogia libertaria, ndr): «La gente mi chiede continuamente: “Ma come potranno i vostri allievi adattarsi alle porcherie della vita?”. Io spero che questi ragazzi liberi saranno i primi ad abolire le porcherie della vita!».

Ho discusso, e continuo a farlo, con colleghe, psicologi, genitori che motivano la durezza di un certo modello di insegnamento, con la necessità di preparare sin da piccoli i bambini a fronteggiare un mondo infingardo, agonistico, a volte crudele e spietato. La mia pratica a scuola – nel senso che è teoria messa in pratica con la massima convinzione e continuità possibile – è di far crescere i bambini e le bambine in un ambiente solidale, aperto, accogliente, nel quale ognuno cerca, persegue e favorisce il più possibile il bene proprio insieme agli altri, insieme a quello degli altri.

Questo non significa vivere sulle nuvole e lontani dalla realtà, ma prendere coscienza delle storture del mondo, confortati da un ambiente solidale. Ai nostri bambini e alle nostre bambine non nascondiamo le ingiustizie del mondo: mentre spieghiamo le guerre puniche o la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, parliamo ad esempio dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Lo studio delle guerre mesopotamiche di 6.000 anni fa invece ci permette di raccontare del saccheggio continuo di risorse a scapito delle popolazioni impoverite del sud del mondo imposto per concedere a noi occidentali il lusso di sperperare e vivere al di sopra delle nostre possibilità. Discutiamo insomma dell’assurdità del nostro sistema, anche delle contaddizioni inevitabili di chi vuole cambiare il mondo, per cui, anche quando protestiamo per qualcosa di giusto, o mandiamo mail per cause nobili o umanitarie, o andiamo a manifestare… lo facciamo usando risorse rapinate in qualche modo.
 
Tutto questo lo facciamo senza troppe metafore e senza nascondere le brutture dietro a favolette, ma spiegandolo con termini rispettosi della crescita emotiva dei bambini in modo che possano sviluppare compassione (profonda) percepire l’altro come un potenziale altro sè… Sappiamo che gettiamo semi in terreni fertili, lasciando ad ognuno la possibilità di svilupparsi in libertà.

Cerchiamo dunque di suscitare prima di tutto interrogativi, impegnandoci con loro a trovare soluzioni, a volte proponendo i nostri comportamenti, non come esempi da seguire ma come eventi di cui tenere conto. Ognuno poi, pian piano trova la propria strada. I nostri bambini e le nostre bambine (e noi stessi con loro) sono privilegiati perchè vivono relativamente in pace e in abbondanza (grazie ad un sistema economico sbagliato): lo sanno, ne ragioniamo, lo sperimentiamo e  lo dimostriamo… La nostra scelta è di avversare questo sistema dal di dentro.

Naturalmente i bambini sanno benissimo che altrove e in altri momenti verrà chiesto loro di studiare mnemonicamente, o di tracciare le linee di un disegno nel modo e con la procedura preferita dall’insegnante e guai a discostarsi, che la loro fantasia o opinione viene relegata a contorno di una prestazione regolare e puntigliosa. Non lo nascondiamo, così come non nascondiamo loro quel che sta dietro a gran parte delle etichette delle loro scarpette sgargianti all’ultima moda.
 
Cerchiamo semplicemente di fare in modo che  possano crescere ad occhi, cuore e mente aperti e strettamente connessi, in modo da avere strumenti intellettivi, empatici e morali per fronteggiare difficoltà, ingiustizia e solitudine. Un po’ come i giardinieri che quando la piantina è ancora tenera la proteggono, eliminano i parassiti, e se è il caso mettono di fianco anche un rametto per permettere di crescere piante robuste ed autonome.

Se il mondo ha delle ingiustizie è anche perchè i bambini crescono nell’aridità e nell’iniquità, se gli studenti si devono “guardare le spalle ” dai loro insegnanti e dai loro compagni e non li percepiscono come compagni di strada, da grandi, non avranno compagni e colleghi con cui cooperare, ma nemici da battere e sopraffare, non avranno superiori visti come esempi , ma dei capi da “fregare”. Se vogliamo una società più giusta e solidale, non abbiamo scorciatoie: dobbiamo proporre una scuola e un apprendimento più giusti e solidali.
Giampiero Monaca



Mercoledì 07 Ottobre,2015 Ore: 20:11
 
 
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