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www.ildialogo.org Cattolici in ricerca,a cura di Gianni Mula

Cattolici in ricerca

Un confronto su che cosa scienza e democrazia significhino per i cristiani di oggi. Arroganza e umiltà in fisica ed in epistemologia, di Renato Pucci e G.G.N. Angilella e La democrazia americana è in agonia, di  Thomas C. Fox, direttore del sito National Catholic Reporter.


a cura di Gianni Mula

Ringraziamo i professori Pucci e  Angilella, fisici dell'Università di Catania, per questo loro intervento sul tema "Dov'è la buona notizia ?". Lo facciamo seguire da una nostra traduzione dell'articolo "La democrazia americana è in agonia" di Thomas C. Fox, appena pubblicato sul sito cattolico americano National Catholic Reporter. L'articolo di Fox ci sembra ugualmente indicativo, nonostante l'evidente differenza nel tipo di argomentazione, dell'attualità del problema di che cosa significa vivere oggi la fede cristiana.


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Arroganza e umiltà in fisica ed inepistemologia


di R. Pucci, G. G. N. Angilella
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La democrazia americana è in agonia
Thomas C. Fox
Abbiamo appena eletto il prossimo Senato in mezzo alla più grande ondata di contributi finanziari per scopi particolari e segreti mai accaduta in una elezione parlamentare. 
Accadrà. Non sono sicuro di quando. Ma accadrà.
Un giorno capiremo che noi cittadini, noi elettori degli Sati Uniti, non abbiamo più il potere di determinare col nostro voto la composizione dei nostri organi di governo. La tendenza è già evidente. Il potere finanziario è sfuggito al nostro controllo e i nostri organi di governo l'hanno seguito. Non ogni volta. Ma sempre con più convinzione. Potenti interessi finanziari stanno schiacciando le infrastrutture istituzionali di ciò che una volta, in America, passava per democrazia. 
Nelle nostre prime lezioni di educazione civica ci hanno insegnato che in America democrazia significava che avevamo tutti un voto. Semplice: una persona, un voto. Sembrava giusto; sembrava onesto. Ma oggi vediamo che non è più così. Nell' America di oggi vale la regola un dollaro, un voto. Forse è più preciso dire: dieci milioni di dollari, decine di migliaia di voti. In ogni caso il vostro voto, il mio voto, conta sempre meno.
I voti in America vengono comprati da macchine politiche ben finanziate. Un piccolo numero di miliardari prima compra i propri rappresentanti; poi compra i nostri. È il denaro, non le idee buone o generose, a determinare la vittoria alle elezioni. E questo denaro entra nel sistema politico al buio, di nascosto, senza etichette riconoscibili. Non sappiamo chi lo ha speso e perché. Questa maniera di governare la nazione non è quella alla quale pensavano i suoi fondatori.
I burattinai che manovrano i nostri politici sono generalmente persone (soprattutto uomini)  straordinariamente ricche che agiscono per proteggere i propri interessi, vale a dire i propri beni e privilegi. Per loro questo è patriottismo. Ma non sono patrioti, perché il loro amore per la nazione non va al di là delle parole e le loro azioni sanno solo di avidità e complicità tra ladri. Nessuna somma di denaro, nessun potere, è troppo per loro.
Hanno già comprato il nostro potere legislativo e piegato ai propri interessi le sue procedure. Hanno stabilito quanto si deve essere ricchi per partecipare al potere esecutivo del nostro governo. Ci vogliono centinaia di milioni per correre per la presidenza. I nostri presidenti, anche i migliori fra loro, quando prendono servizio sono già in debito con i ricchi e quindi con i loro interessi.
Non doveva, non deve essere così. In altre nazioni le elezioni sono finanziate con fondi pubblici. Da noi i burattinai hanno detto no. 
Il nostro processo elettorale è completamente corrotto e peggiora sempre, anno dopo anno. Più soldi entrano in gioco, più le cose vanno male. Candidati sempre più in debito con i ricchi vengono eletti e contribuiscono a scrivere le leggi. Queste leggi, a loro volta, favoriscono gli interessi e l'influenza della grande finanza. Così la ricchezza si concentra in un numero sempre minore di mani. E con la concentrazione del denaro aumenta anche la sua influenza nel plasmare la nostra politica e le azioni del nostro governo. È un ciclo ormai in atto da decenni, largamente prevedibile.
Un tempo si poteva cercare on line, leggere un libro o una rivista, per sapere chi stava fregando la nazione e chi lavorava nell'interesse del popolo. Ora non più. C'è un velo di segretezza che aumenta costantemente.
Dobbiamo questa segretezza, questa oscurità, a una serie di interessi politici e giudiziari, ma soprattutto, e in particolare, a cinque cattolici che siedono nella Corte Suprema degli Stati Uniti. Nel 2010, con la sentenza "Cittadini Uniti", col pretesto di difendere la "libertà di parola", questi cinque uomini hanno ulteriormente oscurato le luci della nostra democrazia. Che cattolicesimo. Quella sentenza contro il diritto a conoscere che caratterizza le democrazie, e a favore del potere dell'oligarchia finanziaria, ha sottolineato la scarsa influenza che la dottrina sociale cattolica ha avuto sulla loro formazione, perché quella dottrina valorizza la comunità e il dovere di proteggere i deboli e i bisognosi. 
Ahimè, ora posso solo sperare che questo regime oligarchico diventi presto così insopportabile che qualcosa si rompa, qualcosa ceda. Vista la direzione verso la quale stiamo andando, potrebbe essere che gli americani a basso e medio reddito si ritrovino privi dei mezzi per soddisfare i loro bisogni più elementari, così che "la civiltà dei consumi" finirà con l'esaurirsi e la vita delle aziende, per come la conosciamo, andrà in pezzi. Ma si tratterà di una fase tutt'altro che indolore.
Possiamo già vedere i segni di questo cannibalismo capitalistico. Ad esempio nel fatto che i super ricchi paghino per la campagna per aumentare il salario minimo e comprino candidati ad essa favorevoli.  
Correttezza, verità e compassione sono valori che fanno parte della nostra tradizione e sono condivisi dalla maggior parte degli americani. Sono gli stessi valori, tra i quali in particolare l'attenzione per la giustizia, per i poveri e i bisognosi e per il sostegno alla comunità, che emergono anche dalla dottrina sociale della chiesa. Dobbiamo tenerceli stretti e costruire su di essi. 
Per il momento, però, le leggi che governano la nostra nazione sembrano aver sepolto queste idee, e questi valori. Il nostro rifiuto di assumerci la responsabilità per "gli altri" appare di proporzioni bibliche. 
Traduzione di Gianni Mula



Sabato 15 Novembre,2014 Ore: 12:32
 
 
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