- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (397) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il riequilibrio del rapporto stato-mercato in Cina,di Joseph Stiglitz

Il riequilibrio del rapporto stato-mercato in Cina

di Joseph Stiglitz

Social Europe Journal - 3 aprile 2014

Nessun paese nella storia è cresciuto più velocemente - e ha portato più persone fuori dalla povertà - di quanto ha fatto la Cina negli ultimi 30 anni. Un marchio di garanzia del successo della Cina è stata la volontà dei suoi leader di modificare il modello economico usato quando e come necessario per il bene del paese, nonostante l'opposizione di interessi potenti. Ora, mentre la Cina avvia un'altra serie di riforme fondamentali, questi interessi si stanno già attrezzando per ostacolarle. E il problema diventa: ce la faranno di nuovo i riformatori?

Per capirlo è bene tener presente che, come in passato, l'attuale ciclo di riforme ristrutturerà non solo l'economia, ma anche gli interessi costituiti che determinano la possibilità e la necessità di future riforme. E oggi, mentre sono le iniziative di alto profilo - come l'ampliamento della campagna anti-corruzione del governo - a ricevere molta attenzione, il problema più profondo che la Cina deve affrontare riguarda il rapporto Stato-mercato.

Quando, più di tre decenni fa, la Cina ha cominciato le sue riforme il loro senso era chiaro: il mercato aveva bisogno di svolgere un ruolo di gran lunga maggiore nell'assegnazione delle risorse. E così è stato: oggi il settore privato è molto più importante di ieri. C'è inoltre un ampio consenso sul fatto che il mercato deve giocare quello che i funzionari definiscono un "ruolo decisivo" in molti settori in cui le imprese statali (SOE) dominano. Ma quale dovrebbe essere il suo ruolo negli altri settori, e nell'economia in senso più generale?

Molti dei problemi della Cina di oggi derivano da troppo mercato e troppo poco governo. O, per dirla in altro modo, mentre il governo sta chiaramente facendo alcune cose che non dovrebbe fare, non sta facendo alcune cose che dovrebbe fare.

Il crescente inquinamento ambientale, per esempio, minaccia gli standard di vita, e le disuguaglianze di reddito e ricchezza ormai rivaleggiano con quelle degli Stati Uniti. La corruzione pervade allo stesso modo le istituzioni pubbliche e il settore privato. Tutto questo mina la fiducia nella società e nel governo - una tendenza che è particolarmente evidente per quanto riguarda, ad esempio, la sicurezza alimentare.

Tali problemi potrebbero peggiorare con la ristrutturazione dell'economia cinese dalla crescita, trainata dalle esportazioni, verso i servizi e i consumi delle famiglie. Chiaramente, c'è spazio per la crescita dei consumi privati; ma abbracciare lo stile di vita americano basato sullo spreco sarebbe un disastro per la Cina - e il pianeta. Già la qualità dell'aria in Cina mette a rischio la vita delle persone; il riscaldamento globale derivante da ancora più elevati livelli cinesi di emissione di carbonio minaccerebbe il mondo intero.

C'è una strategia migliore. Per cominciare, gli standard di vita cinesi potrebbero e dovrebbero aumentare se maggiori risorse fossero destinate a correggere le grandi carenze del settore sanitario e dell'istruzione. In questo caso il governo dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano, come, per ottime ragioni, fa nella maggior parte delle economie di mercato.

Il sistema sanitario americano, basato su strutture private, è costoso, inefficiente, e dà risultati di gran lunga inferiori a quelli dei paesi europei, che pure spendono molto meno. Un sistema più basato sul mercato non è la direzione verso cui la Cina dovrebbe andare. Negli ultimi anni il governo ha fatto passi importanti nel fornire assistenza sanitaria di base, soprattutto nelle zone rurali, e alcuni hanno paragonato l'approccio della Cina a quello del Regno Unito, dove la prestazione privata si aggiunge a una base pubblica. Se tale modello sia migliore, ad esempio, dell'assistenza sanitaria stile francese può essere materia di discussione. Ma se si adotta il modello del Regno Unito, il livello di base fa la differenza; dato il ruolo relativamente modesto della fornitura di assistenza sanitaria privata nel Regno Unito, quello che il paese ha è essenzialmente un sistema pubblico.

Allo stesso modo, se la Cina ha già cominciato a spostarsi da un'economia basata sulla produzione verso un'economia basata sui servizi (la quota del PIL dei servizi ha superato quello della produzione per la prima volta nel 2013), c'è ancora molta strada da fare. Molte industrie sono già affette da un eccesso di capacità di produzione, e una ristrutturazione efficiente e regolare è difficile da realizzare senza l'aiuto del governo.

La Cina si sta ristrutturando anche in un altro modo: la rapida urbanizzazione. Garantire che le città siano vivibili e ambientalmente sostenibili richiede una forte azione di governo per fornire trasporti pubblici sufficienti, scuole pubbliche, ospedali pubblici, parchi e un'efficace regolamentazione urbanistica.

Una lezione importante della crisi economica globale post-2008, non ancora imparata, è che i mercati non si auto-regolano, ma sono soggetti a bolle immobiliari e creditizie che inevitabilmente collassano - spesso quando il flusso dei capitali esteri si inverte bruscamente - con enormi costi sociali.

L'infatuazione americana per la deregulation è stata la causa della crisi. Il problema non è solo il ritmo e la sequenza delle liberalizzazioni, come dice qualcuno. Anche il risultato finale importa. Le liberalizzazioni dei tassi sui depositi hanno portato alla crisi degli anni '80 degli istituti di credito e risparmio. Comportamenti predatori a danno dei consumatori sono stati incoraggiati dalle liberalizzazioni dei tassi sui prestiti. La deregolamentazione delle banche non ha portato a maggiore crescita, ma semplicemente a maggiori rischi.

La Cina, si spera, non seguirà la rotta scelta, con conseguenze disastrose, dall'America. La sfida per i suoi leader è quella di elaborare regimi normativi efficaci appropriati per il suo stadio di sviluppo.

Perciò il governo cinese dovrà usare maggiormente la leva fiscale. Anziché continuare con la prassi dei governi locali della vendita di terreni demaniali, fonte di molte delle distorsioni dell'economia - e di gran parte della corruzione - le autorità dovrebbero aumentare le entrate attraverso l'imposizione di tasse ambientali (tra cui una carbon tax), di una tassa più progressiva sul reddito (comprese i guadagni in conto capitale), e di una tassa patrimoniale. Inoltre lo Stato dovrebbe appropriarsi, attraverso i dividendi, di una quota maggiore dei profitti delle aziende statali (anche a carico delle spese per i manager).

La questione è se la Cina possa mantenere una rapida crescita (magari un po' più lenta rispetto a quella del passato recente) anche in presenza di limiti per l'espansione del credito (che potrebbe causare una brusca inversione nell'andamento dei prezzi dei beni), di una domanda globale debole, di ristrutturazioni economiche, e di misure contro la corruzione. In altri paesi queste sfide hanno portato alla paralisi, non al progresso.

La ricetta che serve è chiara: una maggiore spesa per l'urbanizzazione, per l'assistenza sanitaria e per l'istruzione, finanziata da un aumento delle tasse, potrebbe allo stesso tempo sostenere la crescita, migliorare l'ambiente e ridurre le disuguaglianze. Se la politica della Cina sarà in grado di gestire l'attuazione di questa agenda, per la Cina e per il mondo intero le cose andranno meglio.

(Traduzione di Gianni Mula)




Mercoledì 09 Aprile,2014 Ore: 16:46
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Scienza e Umanita'

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info