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REFERENDUM: CASSAZIONE, NUOVE NORME APRONO NELL'IMMEDIATO AL NUCLEARE

LE MOTIVAZIONI DEL VIA LIBERA ALLA CONSULTAZIONE DEL 12 -13 GIUGNO. UNA MEMORIA DEL WWF ALLA CORTE COSTITUZIONALE


Roma, 6 giu. - (Adnkronos) - Le nuove norme del decreto Omnibus convertito in legge a maggio aprono "nell'immediato al nucleare". Lo mette nero su bianco l'ufficio centrale elettorale della Cassazione
nelle movitazioni con le quali spiega il si' al referendum sul nucleare. In particolare, la Cassazione spiega che "l'articolo 5 comma 1 non esprime solo programmi per il futuro ma detta regole aventi la forza e l'efficacia di una legge che apre nell'immediato al nucleare (solo apparentemente cancellato dalle dichiarate abrogazioni contenute in un provvedimento che completa le sue stesse revisioni abrogative con una nuova disciplina che conserva e anzi amplia le prospettive e i modi di ricorso alle fonti nucleare di produzione energetica)".
Secondo la Cassazione, poi, il termine dei dodici mesi fissato dalle nuove norme contenute nel 'decreto Omnibus' "e' in realta' regolativo di un rinvio (non di abrogazione) ma rimette la ripresa del nucleare ad un provvedimento adottabile dal Consiglio dei ministri entro il termine di dodici mesi". Insomma, secondo la
Cassazione, "l'espressione 'entro dodici mesi', e' uno spazio di tempo che non a caso ripropone il tempo di moratoria contemplata dal decreto legge modificato rivelando con cio' una costanza di intenti energetici
nuclearisti e di tempi di loro realizzazione".
 Quanto poi all'articolo 5 comma 8, in definitiva, dice la Cassazione, "non espunge il nucleare dalle scelte energetiche nuovamente disciplinate che era e resta obiettivo della richiesta di referendum".
 Inoltre, per la Cassazione, "il riferimento generico da parte del legislatore alla necessita' di diversificazioni delle fonti di energia, include la scelta di fonti nucleari invece escluse dalla volonta' referendaria".

(Dav/Col/Adnkronos)
06-GIU-11 12:24

NUCLEARE: WWF, AMMISSIBILE REFERENDUM SU NUOVO QUESITO 

Roma, 6 giu. - (Adnkronos) - Per il Wwf, che trasmette oggi una sua Memoria alla Corte Costituzionale, ''esiste un'ampia giurisprudenza costituzionale che tutela i principi ispiratori dei promotori dei referendum, sino a consentire di effettuare un referendum, quale quello sul nucleare, modificando il quesito originario''. Invece, sottolinea l'associazione ambientalista, ''esistono dubbi sugli aspetti formali di legittimazione del Governo qualora questi intenda, come preannunciato, sollevare il conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale per la decisione assunta dalla Corte di Cassazione, alla luce del fatto che le disposizioni oggetto dell'intervento della Corte di Cassazione siano contenute in una legge, approvata dal Parlamento''.
 In coerenza con l'analoga azione nei confronti della Corte di Cassazione del 31 maggio scorso, la memoria del WWF arriva alla Corte Costituzionale alla vigilia dell'Udienza sull'ammissibilita' del referendum sul nuovo quesito individuato dalla Cassazione.
 Secondo le nostre valutazioni, sottolinea Stefano Leoni, Presidente del Wwf Italia, ''siamo convinti che l'intervento del Governo e del Parlamento, mediante l'abrogazione delle disposizioni oggetto di referendum, ha quale implicito fine esclusivamente quello di eludere le garanzie costituzionali a tutela del referendum come tipico mezzo di esercizio della sovranita' popolare, elemento gia' rilevato dall'Ufficio Centrale per il Referendum della Corte di Cassazione. Questo e' un ennesimo escamotage dell'ultim'ora per togliere la parola ai cittadini''.
Sulla sostanza il Wwf richiama l'ampia giurisprudenza costituzionale, citata anche dall'Ufficio Centrale per
il Referendum della Corte di Cassazione, che censura chiaramente il ricorso ad artifici legislativi quali quelli usati nella redazione dei commi 1 ed 8 dell'art. 5 dl decreto Omnibus (dl 34/2011) finalizzati esclusivamente a bloccare il referendum, pur rimanendo l'intenzione del legislatore fondamentalmente identica (in particolare Sentenza della CC n. 68/1978) e sostiene la decisione dell'Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che ha correttamente trasferito la consultazione referendaria sui commi 1 e 8 dell'art. 5 del decreto, ora convertito in legge.
 Il Wwf ricorda che e' sempre la sentenza della Corte Costituzionale n. 68/1978 da cui si ricava la conferma della correttezza di questa impostazione: con quella sentenza la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'art. 39 della legge che regola i referendum (l. n. 352/1970), nella parte in cui non prevede che ''se l'abrogazione degli atti o delle singole disposizioni cui si riferisce il referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, senza modificare ne' i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente ne' i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative''.
Sulla forma il Wwf argomenta che esistano fondati dubbi sul fatto che sia in capo al Governo sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato da parte del Governo a fronte del fatto che l'Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione con la propria ordinanza di traslazione del quesito referendario sia entrato in conflitto con il legislatore. Il Wwf si limita ad evidenziare che qualora in astratto fosse corretta tale argomentazione, appare evidente che legittimato a sollevare il conflitto non sia il Governo ma esclusivamente il Parlamento che ha approvato l'emendamento proposto dall'Esecutivo. Se pertanto una
lesione delle prerogative costituzionali c'e' stata questa deve essere esclusivamente lamentata dalle due Camere.

(Sec-Eca/Col/Adnkronos)
06-GIU-11 12:0



Marted́ 07 Giugno,2011 Ore: 06:28
 
 
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