- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (548) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Cari fratelli musulmani, vi invito ad essere attivi,di Renzo Coletti

Riflessione
Cari fratelli musulmani, vi invito ad essere attivi

di Renzo Coletti

Ringrazio Renzo Coletti per questa sua riflessione. Il senso del mio "chiedere scusa" è legato all'idea che tutti siamo responsabili delle violenze che oggi stiamo vivendo. C'è la responsabilità diretta di chi commette azioni orribili; ma c'è anche la responsabilità di chi non ha visto, ho a fatto finta di non vedere, o di chi come me e quelli come me e Renzo Coletti che non sono riusciti ad incidere nella realtà della nostra società, pur avendo da tempo ed in tutti i modi possibili combattuto contro le ideologie come quelle che hanno portato alla strage della Norvegia. E' un "chiedere scusa" che gronda dolore per le giovani vite stroncate, per l'odio diffuso a piene mani, per la violenza che ancora bagnerà di sangue le strade del mondo. Ma è un chiedere scusa che non è un invito alla impotenza ma anzi è un incitamento a rendersi conto del baratro nel quale siamo per uscirne tutti insieme, perchè l'umanità è una sola e o ci si salva tutti o nessuno. (Giovanni Sarubbi)

Questo editoriale di Giovanni Sarubbi, scandisce le tematiche del nostro tempo: un tempo che si nutre della disinformazione, nel creare un nemico per tutte le stagioni, un vuoto culturale, un pensiero unico, associazioni di idee contorte e perverse.

Personalmente non amo chiedere scusa senza essere colpevole, quindi non mi associo a questo seintimento, visto non vi associo neppure alla cultura dominante, al razzismo, al fondamentalismo, al tradimento di tutte le ideologie, le dottrine, le Fedi. Chiedere scusa per coloro che combatto da sempre, non è nel mio carattere, ma resta comunque l’amaro in bocca nel vedere quanto siamo giunti allo stato di barbarie. Chiedo invece scusa ai compagni musulmani, ai compagni tutti, per  non essere riuscito a trasmettere la volontà di sconfiggere la tolleranza, il pacifismo, l’ipocrisia, il fondamentalismo che nasce da ogni ideologia e dottrina  o da qualsiasi religione.
Oggi sappiamo che il colpevole dell’attentato della strage avvenuta in Norvegia è  un fondamentalista cattolico, forse un Templare, forse un pazzo, ma sempre un frutto di questa società che lo crea e lo plasma a sua immagine e somiglianza. Si può essere fondamentalisti anche essendo pacifisti, tolleranti, neutri e incapaci di avere un obiettivo chiaro, un progetto comuune, una idea forte, una motivazione realistica, anziché esaltare la pace fine a se stedda e la tolleranza con la pistola alla tempia.
La perdita di identità culturale, nazionale, religiosa, sono fattori che scatenano la violenza, il bisogno di emergere, l’essere protagonisti in qualsiasi forma e modo, quindi non diversi da chi oggi ci domina spingendoci a credere di essere nel sistema culturalmente più avanzato, tradotto in democrazia apparente.
Sperare che i media, il potere, sia così benpensante da confessare i propri errori, che sono assolutamente voluti e studiati a tavolino, sarebbe come immaginare una tigre casalinga affidabile.
Chiedere dunque scusa per essere parte impotente del pensiero occidentale, capitalista, borghese, è molto fraterno, molto tollerante, molto simile a un corteo che sfida la polizia, poi si lascia intrappolare tra le parole di un politico, un  sindacalista, e nel caso dei pacifisti e della loro marcia verso Assisi, da un Presidente della Repubblica che è il più guerrafondaio di tutti.
Cari fratelli musulmani, vi invito ad essere attivi, nel senso di combattivi, ma non per fede reiligiosa, ma per difendere la nostra stessa specie oggi in pericolo di estinzione; non vi sarà nessun dio che possa accettare di essere considerato responsabile di tanta sofferenza, non vi sarà nessun inferno che non sia già stato vissuto in una evoluzione di cui siamo parte marginale, una parte che forse ha avuto una sua fuznione, ma oggi sta auto distruggendosi attraverso la propria stessa megalomania ed l’orgoglio.
Renzo Coletti.



Giovedì 28 Luglio,2011 Ore: 10:36
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Primopiano

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info