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www.ildialogo.org La religione fai da te dietro la tragedia di Oslo,di Paolo Naso*

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L’analisi

La religione fai da te dietro la tragedia di Oslo

di Paolo Naso*

La follia non può spiegare il gesto di Anders Breivik, la sua religiosità è figlia della secolarizzazione, sensibile ai richiami allo scontro di civiltà.


Il suo diario-manifesto
Dai suoi scritti emerge che aveva fede massonica
Il puzzle disordinato
Il suo credo costruito nel proprio garage e veicolato con il pc  

La follia non può spiegare tutta la tragedia di Oslo e dell’isolotto di Utoya. Il delirio anti-islamico di Anders Breivik ha una cornice che non possiamo ignorare né semplificare ricorrendo alla facile etichetta del fondamentalismo cristiano che avrà molte responsabilità – ad esempio nell’estremismo di certi settori della destra religiosa nordamericana –mache in questo specifico caso non c’entra nulla.
Ilfondamentalismocristiano è un fenomeno molto articolato e complesso, non necessariamente violento o politicizzato; possiamo anzi affermare che la maggioranza dei credenti che si richiamano a questa corrente teologica sono piuttosto disincantati nei confronti della città dell’uomo e rivolgono il loro sguardo, il loro cuore e le loro speranze alla città di Dio, alla Gerusalemme celeste che scenderà dal cielo. La radicalizzazione e talvolta la violenza di questa corrente sorta all’interno del protestantesimo del secolo scorso è un fatto recente, politicamente molto rilevante ma quantitativamente minoritario.
Ieri come oggi, i fondamentalisti sono soprattutto credenti evangelici che interpretano la Bibbia in senso letterale e rigorista, ricavandone precisi valori, dogmi teologici stringenti e selettivi e norme di comportamento vincolanti individuale. È sulla base di una lettura «letteralista» della Bibbia, ad esempio, che essi fondano la convinzione creazionista contro l’evoluzionismo o la loro concezione della famiglia tradizionale in opposizione a ogni riconoscimento delle coppie omosessuali o delle unioni di fatto.
Dal diario-manifesto di Anders Breivik emerge un quadro del tutto diverso e distante da quello del fondamentalismo e del lettarlismo biblico: lo stragista di Oslo aveva fede e frequentazioni massoniche, si nutriva dell’ideologia dei templari, frequentava testi esoterici. La sua biografia dice che ha accettato consapevolmente la fede protestante e che, più recentemente, abbia però auspicato un «ritorno» delle chiese riformate alla grande Chiesa cattolica. Salvo poi lanciare strali contro il papa ed il Vaticano, a suo avviso ormai proni nei confronti dell’islam. Nel blog di Breivik, più che la Bibbia sono citati testi militari e politici; più che di amore cristiano si parla di odio anti-islamico; più che della croce si discute di armi e di tecniche stragiste. La radice di tutto questo non è nel fondamentalismo religioso, per quanto estremizzato, ma semmai in unaconfuso identitarismo culturale - religioso, nutrito dal teorema dello scontro di civiltà. Nel mirino di Breivik ci sono, insieme alle vittime innocenti di un campeggio di giovani laburisti, il papa e le chiese, l’amore cristiano e la tolleranza illuminista, lo spirito di accoglienza e il pluralismo religioso, la cultura del mondo moderno e la sua complessità. Nell’affollato pantheon ideale dello stragista norvegese, la religione cristiana convive con la massoneria e con i templari, con l’esoterismo e con il paranormale. Questo puzzle disordinato fa di Breivik il figlio confuso di una secolarizzazione allo stato terminale, in cui la religione rientra nella vita privata e pubblica, matrivializzata e ridotta in piccoli frammenti che convivono e si confondono con idee e comportamenti che con essa nulla hanno a che fare.
In questo senso Breivik interpreta allo stadio estremo quella tendenza, ormai nota da anni, alla self made religion, ad una fede fai da te, costruita nel proprio garage e veicolata dal proprio pc: discutibile, problematica, bizzarra ma in tempi normali innocua.
Seperò i tempinonsono normali, se alcuni settori politici chiamano ad una nuova crociata postmoderna e se molti media gareggiano nell’amplificare l’appello alla guerra di civiltà, questa self made religion figlia della secolarizzazione può diventare eccezionalmente violenta e devastante.

Paolo Naso
* Politologo, Master in religioni e mediazione culturale
La Sapienza Università di Roma

Articolo pubblicato sul quotidiano L'Unità del 27 luglio 2011 pag. 23

 



Mercoledì 27 Luglio,2011 Ore: 20:07
 
 
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