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www.ildialogo.org Cristo profugo: una risposta di pace e di dialogo,di Mauro Matteucci

Cristo profugo: una risposta di pace e di dialogo

di Mauro Matteucci

Mentre venti di odio, di violenza e di guerra sembrano soffiare sempre più minacciosi, si può rispondere efficacemente soltanto attraverso il dialogo e cercando di costruire un nuovo modello di convivenza tra diversi. Purtroppo la volgarità dei peggiori stereotipi contro gli stranieri “che ci invadono”, che “rendono inabitabili i quartieri delle nostre città” , “che seminano il terrorismo” – anche grazie ai media sempre più imbarbariti – sembrano dominare le menti e le coscienze. L’accoglienza e il dialogo in questo momento non “fruttano elettoralmente” e così, dopo la strage di Berlino – molti risvolti della quale rimangono oscuri – viene emanata, con grande clamore mediatico, dal Ministero degli Interni italiano alle questure una circolare per una stretta con controlli intensificati e con l’espulsione degli stranieri senza permesso di soggiorno. Nella realtà sembra una misura dettata da una parte da propaganda preelettorale – rincorrendo la xenofobia dei vari razzismi - e da pressapochismo burocratico e dall’altra conferma la mancanza di un progetto globale per la nuova emergenza imposta da una trasformazione storica epocale, in cui nuove realtà umane bussano alla porta di un’Europa purtroppo chiusa nei suoi egoismi nazionali.
     Esistono altri e più credibili modi di rispondere, se si vuole istaurare un vero dialogo tra umani, tra “cittadini del mondo”. Questa, è stata la scelta di don Massimo Biancalani che, in coerenza con l’esortazione evangelica di papa Francesco, dopo aver accolto alcune decine di profughi nelle  canoniche delle chiese di Ramini e di Vicofaro a Pistoia, sta cercando di costruire, con le sue comunità e con alcuni volontari, percorsi solidali di integrazione attraverso progetti riguardanti sia l’apprendimento della lingua italiana sia la formazione professionale (orto biologico, pizzeria, laboratorio di sartoria). Di fronte alle problematiche complesse, che emergono ogni giorno nella convivenza con e tra profughi provenienti da ogni parte dell’Africa, gli stereotipi sono sterili e servono soltanto a raccattare miseramente voti, mentre la ricerca di soluzioni pragmatiche, per quanto faticosa, può contribuire alla costruzione di momenti fecondi di condivisione e di convivenza. La proposta di don Massimo di condividere con i profughi  la ricorrenza natalizia, è stata accolta con entusiasmo proprio da alcuni musulmani, che hanno contribuito a realizzare, davanti all’altare,  un presepe dominato dal canotto – ricordo tragico di tanti naufragi! – che porta la Sacra Famiglia in mezzo a onde minacciose, simbolo di tutto ciò che provoca l’attuale esodo: guerre, povertà, dittature, disastri climatici. Non è un caso che questo segno si ricolleghi al forte messaggio di don Lorenzo Milani: Se voi però avete diritto di dividere il mondo in Italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani” di Pistoia
 



Lunedì 02 Gennaio,2017 Ore: 09:03
 
 
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