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NATALE 2016: Paolo Farinella, prete alle Amiche e agli Amici

di Paolo Farinella

Genova 22-12-2016. – Non c’è niente da fare, a Natale la frenesia è come l’influenza: prende tutti e non risparmia alcuno e ciascuno è rassegnato. Come a Nennillo, figlio di Luca/Eduardo de Filippo: «Il presepio non mi piace!» (Natale in casa Cupiello). Ad essere sincero non mi piace il Natale nel suo complesso con annessi e connessi e se dipendesse da me l’abolirei e chiuderei le chiese che sono complici stupefacenti (nel vero senso della parola e dell’incenso che si brucia a chili) dell’assuefazione a un rito che «si deve fare» perché a Natale si fanno i regali, a Natale bisogna essere buoni, a Natale bisogna mangiare, a Natale bisogna buttare via cibo per un terzo di quanto si è comprato, a Natale bisogna fare quello che non faremmo mai in tempi normali: magari andare a trovare parenti che strozzeresti con le tue stesse mani, ma a Natale si fa una tregua umanitaria e si rimanda il parenticidio a dopo le feste.
Natale è una finzione. I preti dicono le solite cose: Gesù di qua, Gesù bambino di là. I cattocattolici che vanno in chiesa, magari solo quella sera, si mettono a posto la coscienza, pagano dazio e pedaggio una volta l’anno, così anche «dio», se per caso ci fosse – non si sa mai – è messo a posto. Zampogne, zampone, cotechino, lenticchie, salmone, pastori e pastorelli, il bue e l’asinello, oche e ruscelli, fabbro e contadino, che bello! Eppure «A me u presepe nun me piace».
La notte di Natale, molti, moltissimi di quelli che vanno a vedere nascere il Bambino Gesù, non sanno, fanno finta di non sapere o lo sanno e fanno sul serio per apparire coloro che non sanno:
  •       Natale è un’invenzione del secolo IV per contrastare il culto del dio Mitra, importato a Roma dall’esercito romano e tra di esso molto diffuso, celebrato nel solstizio d’inverno.
  •       Natale riguarda un bambino che è appena nato ed è un delinquente perché è ricercato dalla polizia per essere ucciso. Per la Legge Bossi/Fini, ancora in vigore in Italia, Gesù sarebbe un clandestino.
  •       Natale è un bambino, appena nato, profugo, costretto a lasciare il suo Paese e a chiedere asilo in Egitto che lo concede perché non appartiene a una nazione cristiana, rovinata da 21 secoli di Cristianesimo e di politiche di governi popolati da cristiani e protestanti.
  •       Natale non è certamente nelle chiese scintillanti di luci e nenie strappalacrime che nemmeno Barbara D’Urso o Bruno Vespa riescono a superare, anche con modellino a pronta spiegazione.
Natale, se Dio esiste, e se vuole provare a fare sul serio, quest’anno è morto tra le vittime di Aleppo e delle altre città bombardate da ogni lato perché ormai i civili inermi sono il bersaglio preferito dei militari in guerra in oriente e altrove. Natale, se Dio continua a volere esistere e se ci riesce, è morto in mezzo al mare Mediterrano, tra gli esodati affondati, scomparsi, senza nome e senza più futuro.
Natale, se proprio Dio vuole fare uno sforzo, è in Turchia a vedere come il dittatore Ergogan sta spendendo i sei miliardi che l’Europa gli dà per fare morire di fame e freddo i Gesù bambini che scappano dalle case loro che nemmeno hanno perché oppressi da fame e sete e voglia di vivere.
Natale è tra i poveri, migranti, genovesi e italiani, che accompagniamo come Associazione «Ludovica Robotti-San Torpete» e che sono troppi, sempre più troppi e sempre più poveri e affamati.
Natale è tra i disperati del Monte dei Pacchi di Siena che hanno visto bruciare i loro risparmi di una intera vita, garanzia per il futuro dei propri figli, per colpa di amministratori e politici corrotti che da almeno 20 anni hanno ballato e danzato a spese dei poveri.
Natale è dove c’è un portatore di handicap bloccato perché una macchina di un bene educato e civile individuo si è messo di traverso o ha occupato il posto riservato o usa un contrassegno falso.
Natale è il bambino che porta un giocattolo nuovo per un altro bambino che nemmeno conosce. Natale è la persona, donna o uomo, che fa una dichiarazione d’amore con cuore limpido e senza condizioni, a perdere, solo per amore senza chiedere in cambio nulla.
Natale è ri-nascere, uscendo dal chiuso stantio del proprio egoismo perché «io-io-io» è la negazione di Natale e del suo protagonista che ha detto: Ama il prossimo tuo come se fossi tu stesso.
Natale è RIVOLUZIONE di comportamenti, rispetto dell’ambiente, della condivisione, del pluralismo e della convivenza dei popoli e le singole persone perché tutti hanno diritto di spezzare il pane ed essere riscaldati dal bue e dall’asinello, altrimenti Natale si trasforma in una condanna senza appello. È
A Natale, Dio, se c’è, o almeno se si sforza di esserci, non può nascere perché è da sempre.
Natale è solo l’occasione per noi di rinascere e diventare adulti, uomini e donne civili, veri e forse anche credenti, persone senza luoghi comuni, democratiche e rispettose della legalità e del diritto per sé e per gli altri, specialmente per i migranti che sono i più indifesi.
Insomma, Natale, se proprio lo voglio, lo devo fare sul serio. Al mio altare porto tutti voi insieme alle persone che amate e che abitano la vostra esistenza. Non chiedo nulla, solo che si compia «il miracolo» di Natale. Etimologicamente parlando, naturalmente!



Sabato 24 Dicembre,2016 Ore: 15:07
 
 
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