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www.ildialogo.org NATALE 2015: GESU' BAMBINO NASCE IN UN GOMMONE,di don Vitaliano della Sala

NATALE 2015: GESU' BAMBINO NASCE IN UN GOMMONE

di don Vitaliano della Sala

Con una nota del direttore


Di fronte alla triste vicenda delle migliaia di profughi che scappano dalla guerra e dalla fame, e troppo spesso annegano nel Mediterraneo, ci viene voglia di girarci dall'altra parte o cambiare canale: perché rovinarci il Natale per difendere i diritti di gente che non conosciamo nemmeno? “Ma – ed è il profeta Geremia a parlare - nel mio cuore c’è come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso”, un fuoco che ci fa gridare di rabbia e ci interpella su quanto noi viviamo veramente il cristianesimo; un fuoco che ci deve far riflettere su quanto anche noi siamo responsabili della morte per asfissia e stenti di tanti, troppi fratelli e sorelle.

Mi sono confrontato a lungo con i documenti del Magistero della Chiesa, con un insegnamento che non tentenna nell’affermare l’assoluta priorità per il cristiano di farsi prossimo a chi non ha prossimo. E, in questo particolare momento storico, chi è più privo di prossimo dei fratelli immigrati, sradicati dalla loro terra, lontani dalla patria e dagli affetti? Accettare fino in fondo il Vangelo e l’insegnamento della Chiesa ci deve portare a denunciare fermamente l’imperante ondata di razzismo e ci deve far andare controcorrente.

Infondo Abramo, Mosè e Giosuè, i padri dell’ebraismo, e dunque padri anche del cristianesimo, furono degli “immigrati” nella Terra promessa. E sappiamo bene che Pietro, duemila anni fa, giunse a Roma, riuscendo a fondarvi la Chiesa: oggi, forse, se pure gli fosse riuscito di raggiungere vivo la città eterna – e di non crepare asfissiato nella stiva di qualche nave - verrebbe espulso come clandestino. E non è superfluo ricordare che se la morente civiltà romana passò le consegne alla nuova civiltà cristiana, questo fu possibile anche grazie agli afflussi dei popoli "barbari" che ruppero gli argini dell’Impero e si mescolarono alle razze autoctone ponendo le prime basi di quel processo storico sfociato nella civiltà moderna. La civiltà moderna ha ceduto il passo a quella postmoderna, l’Europa è vecchia e la sua popolazione si avvia inesorabilmente alla quasi estinzione. Il cosiddetto Terzo mondo preme alle porte dell’Occidente ricco e minoritario. L’Italia, per la sua posizione geografica, è testa di ponte in questo processo migratorio.

La storia procede anche senza di noi, si potrebbe in un certo senso affermare: le migrazioni sono inarrestabili ed è una forma di grande miopia storica cercare di opporsi a questo fenomeno. Trincerarsi dietro la difesa della propria razza, gonfiare il pregiudizio razzista, illudersi che sia un bene che i cosiddetti extracomunitari restino nei paesi di origine non è solo come molto spesso accade pura mancanza di umanità, ma nasconde la volontà di chiudersi al futuro, di rifiutarsi alla nascita del nuovo che è possibile soltanto se ognuno non rimane a casa sua, se dall’accoglienza nasce la mescolanza e la fusione. E’ molto più saggio e lungimirante vivere questo momento come una grande opportunità storica, prendendo parte attiva alla nascita di un nuovo mondo, multietnico e colorato, tollerante e ricco nella diversità.

Accoglieremo tutte le sorelle e tutti i fratelli “clandestini” che vorranno farci dono della loro presenza, e attraverso loro accoglieremo Dio stesso che ci fa il dono della sua visita: è giunta l’ora di rivendicare il nostro diritto ad essere antirazzisti, uscendo allo scoperto con la stella di Davide cucita sulla giacca pur senza essere ebrei, dichiarandoci idealmente siriani o afghani pur essendo nati in Italia e tutto questo semplicemente perché siamo esseri umani e cristiani.

Cari fratelli e sorelle migranti, è iniziato il giubileo universale degli esclusi e dei dimenticati: l’anno di grazia in cui viene annunziato ai poveri un lieto messaggio. Perciò vi invito a restare in Italia perché non è vero che venite a rubarci il posto di lavoro, perché non è vero che siete troppi, tanto da non poter essere integrati nel nostro tessuto sociale. Vi invito a restare in Italia perché in ogni caso avete qualcosa da regalarci, perché se restate, potete aiutare questo paese a cambiare, perché non ci sono soltanto quelli che non vi vogliono; per fortuna, ci sono tanti che sono contenti di avervi tra noi e non vedo per quale motivo debba comunque prevalere il razzismo. Rimanete in Italia se questo è il posto in cui vi piace vivere, perché i confini territoriali, l’idea di patria e di nazione fanno parte del passato: siamo tutti, egualmente, cittadini del mondo.

Madre Teresa di Calcutta chiedeva alle sue sorelle di dormire per terra, perché così avrebbero potuto far propria l’urgenza del disagio di quelli non hanno dove dormire: non scoraggiatevi, anche in Italia ci sono tante persone che se non dormono proprio per terra come le sorelle di Calcutta, sarebbero tuttavia davvero felici di stringersi un po’ per farvi posto.

Buon Natale

don Vitaliano


 

Risponde il direttore

Caro Vitaliano, questa volta non sono d'accordo!
Ho visto il presepe che hai realizzato nella parrocchia di Capo Castello. Quando ho letto il tuo comunicato, ho pensato immediatamente ad un gommone con dentro il bambinello e nella prima foto che ho visto li ho ritrovati. Poi ho visto l'immagine completa e mi è mancato il respiro. Ai piedi del gommone, hai messo l'immagine del bambino siriano morto su una spiaggia mentre scappava con la sua famiglia dalla guerra. È una immagine disumana, che rappresenta bene sia la disumanità della guerra, sia la disumanità a cui è giunto il mestiere del giornalista che non si ferma neppure davanti all'orrore più grande.
Io capisco la tua provocazione. Senza quell'immagine orribile, nessuno avrebbe parlato del tuo “presepe” e le cose che hai scritto nessuno le avrebbe prese in considerazione. Ma ne sei sicuro? Credi davvero che il tuo discorso contro il razzismo imperante, che io condivido, venga rafforzato o divenga più credibile dall'utilizzo di una immagine disumana?
Io penso di no. Al massimo contribuirai alle strumentalizzazioni sul presepe di chi si proclama cristiano pur essendo razzista e propugnatore della guerra e della violenza. Non sei uscito dalla trappola della “difesa dei simboli cristiani”, tant'è che poi ti ho visto benedire il presepe “normale” dell'Alto Calore nella sorgente posta nella tua parrocchia.
Un seguace di Gesù dovrebbe essere promotore di umanità. Così come non si può promuovere la pace con mezzi violenti, così non si può promuovere umanità, accoglienza, fraternità con immagini disumane. Prima di decidere di usare quella foto, ti sei chiesto quali sentimenti avrebbe provato, nel vederla, il padre di quel bambino? Credo di no e per questo non sono d'accordo con te.
Giovanni Sarubbi
Monteforte 26/12/2015
Per i motivi esposti dal direttore non pubblichiamo la foto del presepe. Chi vuole può trovarla su internet cercando, fra le news, "don vitaliano della sala". Da notare che lo stesso don Vitaliano nel suo sito non ha pubblicato la foto del suo "presepe".



Sabato 26 Dicembre,2015 Ore: 17:51
 
 
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