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www.ildialogo.org   IN NOME DELLA MADRE.,di Carlo Castellini

  IN NOME DELLA MADRE.

di Carlo Castellini

Il testo di Erri de Luca diventa sacra rappresentazione, con Patrizia Punzo, attrice e Danilo Nigrelli, regista, Silvia Scotto aiuto tegista, e Marco Maione al disegno luci.


Ero presente anch'io, l'altra sera, a vedere la rappresentazione teatrale dedicata alla madre di Gesù, e messa in scena, molto sobria, al limite del presbiterio, della chiesa dei Padri Carmelitani scalzi, del castello a Brescia. La brava attrice bergamasca PATRIZIA PUNZO, ha intrattenuto i presenti per un'ora, poco più, in un silenzio tombale, facendo ascoltare la propria voce chiara e pastosa. Argomento?

“IN NOME DELLA MADRE”, DI ERRI DE LUCA. Il testo del volumetto, già di per sé asciutto ed efficace sia nel lessico che nelle idee, si è ben prestato ad essere rappresentato in forma scenica, con un allestimento essenziale, per nulla retorico, e con una espressività e corporeità a supporto della figura della Madre di Dio. L'azione ha conseguito un grande successo per il grande impatto emotivo esercitato sugli ascoltatori attenti, che alla fine hanno ricambiato l'attrice e il regista DANILO NIGRELLI con sinceri applausi.

“IN NOME DELLA MADRE”, è la storia di Maria, in ebraico Miriàm, la madre di Gesù. Non è la storia della sua vita ma “solamente” dei nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita del figlio. É una vicenda che conosciamo bene, o almeno crediamo di conoscere – dice Nigrelli – che ci è stata narrata quando eravamo piccoli dai nostri genitori o al catechismo, per chi lo ha frequentato. E' uno dei momenti fondanti dell'intera religione cristiana.

L'angelo, i pastori, la stella cometa, il bue e l'asinello sono parte del nostro immaginario, di credenti e non ma la particolarità di “In nome della madre” è che il racconto è affidato a Maria stessa, con la sua età e le sue parole, con le sue ansie e le sue certezze. ERRI DE LUCA è un profondo conoscitore dell'ebraico antico e delle Sacre Scritture, ma è anche un ateo dichiarato. Ebbene ciò che più colpisce, leggendo questa sua opera, sono l'Amore e il Rispetto verso questa ragazzina vissuta più di duemila anni fa, mostrandola per quello che è, una ragazzina appunto, che si trova a vivere improvvisamente una vicenda che avrebbe potuto schiacciare chiunque, ma che con tenacia, semplicità e soprattutto con la Fede lei riesce a governare.

E' un testo pieno di spunti di riflessione: l'amore tra Maria e Giuseppe per esempio. Un amore tenero ma allo stesso tempo molto terreno. Si affidano l'uno all'altra, lui le crede da subito e lei sa di essere creduta, lui la difenderà da tutto e da tutti e sarà il padre di un figlio non suo; lei lo ama ancora più di prima per questo e desidera solo stare tra le sue braccia. E ancora: questa “strana” famiglia. Loro sì, la Sacra Famiglia, sono tra i primi discriminati di tutte le storie che conosciamo. Loro sono fuori dalla legge, lei è considerata un'adultera, lui uno stupido, e il bimbo il frutto del peccato. Con le loro scelte si sono posti fuori dalla comunità dove sono sempre vissuti. Sono loro da discriminare, sono loro gli extra-comunitari, sono loro i diversi, commenta DANILO NIGRELLI, che a sua volta ha ben presente il testo del nostro scrittore.

L'opera di De Luca non nasce come testo teatrale ma sembra già aver in sé una forza drammaturgica. Proprio perchè è Maria a parlarci direttamente, a raccontare in prima persona, a descrivere gli stati d'animo suoi e di chi la circonda, è lei a condurci da Bethleem a Nazareth, è lei che ci “presenta” Gesù appena nato.

L'autore suddivide l'opera in quattro Stanze e riadattandolo per la messinscena – è sempre il regista Danilo Nigrelli che parla – noi ne facciamo quattro quadri che chiamiamo “L'annuncio”, “Gli altri”, “Il viaggio”, e “La nascita”.

La scenografia è essenziale: due sedie e due teli di stoffa. Non serve altro per raccontare questa storia. Serve un'attrice però. Un'attrice istintiva e solida, ma soprattutto generosa. Un'attrice come PATRIZIA PUNZO. Un'attrice non più ragazzina, madre lei stessa, donna del nostro tempo. Sembra così lontana da Maria, dalla sua vita, e il suo quindi non poteva essere un lavoro di immedesimazione. Sin da principio il viaggio di Patrizia verso Maria è stato complicato pienjo di dubbi ...... siamo partiti proprio da quelli, dai dubbi, dai ripensamenti.

I suoi dubbi sono diventati quelli di Maria, le nostre incertezze sono diventate la chiave per provare ad avvicinarci a questa storia e soprattutto per trovare il modo giusto per raccontarla, cercando di avere proprio quello stesso Amore e Rispetto che De Luca ci aveva trasmesso.

Patrizia nella sua interpretazione non ci mostra Maria, partecipa la sua tenacia, la sua semplicità, la sua Fede. E questo ormai avviene – conclude Danilo Nigrelli – ogni

volta che compie questo viaggio ..... in nome della madre. E questo è un piccolo

miracolo di cui le sono enormemente grato.

Non solo lui, ma anche noi che abbiamo visto come l'azione teatrale può rendere comprensibile ed attuale un messaggio religioso che tocca le intime corde del sentire umano, lontano da retoriche fuorvianti e racconti agiografici che rasentano lo stile degli apocrifi. (CARLO CASTELLINI).




Lunedì 24 Dicembre,2012 Ore: 15:05
 
 
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