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www.ildialogo.org 25 dicembre Natale,di Daniela Zini

25 dicembre Natale

di Daniela Zini

Ma non sempre!

Sembra che, nei primi tempi del Cristianesimo, non fosse celebrata alcuna festa del giorno natalizio di Gesù.

A quel tempo, regnava, tra i Padri della Chiesa, l’incertezza più completa in merito alla determinazione del giorno in cui avrebbe dovuto cadere la data di tale evento.

Clemente Alessandrino, a esempio, vissuto sul cadere del II secolo d.C., ci fa sapere che, mentre per alcuni la data della Natività sarebbe dovuta cadere il 30 maggio, per altri, i basilidiani, sarebbe dovuta cadere il 10 gennaio; ma anche tra questi ultimi l’accordo non era perfetto, perché alcuni di loro pensavano che Gesù fosse nato il 6 gennaio. Clemente stesso, poi, facendoci sapere che il Redentore avrebbe visto la luce 194 anni, 1 mese e 13 giorni prima della morte dell’Imperatore Commodo, accoglieva quale data della nascita di Cristo il 18 novembre dell’anno 3 a.C., con la quale veniva, addirittura, ad anticipare di ben tre anni la venuta al mondo di Gesù.

Comunque, la data che, più di tutte, fu ritenuta esatta fu il 6 gennaio e tale fu la sua diffusione presso la Cristianità, in tutti i Paesi fino all’introduzione della data del 25 dicembre. E tanta fu la sua popolarità e importanza che, in Gallia, il 6 gennaio, era, ancora, considerato il giorno della nascita e, quindi, festeggiato come tale nell’anno 361. Anche negli anni successivi e in varie parti del mondo, il 6 gennaio continuò a essere considerato come il giorno della Natività del Signore: nel 381, a esempio, a Gerusalemme e in Palestina, verso il 373, in Mesopotamia, mentre Giovanni Crisostomo ci assicura che, in Egitto, nel 420, tale giorno era, ancora, ritenuto quello della nascita di Gesù.

Oltre a queste, altre date furono avanzate, sotto l’impulso di varie sollecitazioni: il 28 marzo, fissato da uno scritto, falsamente, attribuito a Cipriano, e il 2 aprile, indicato da Sant’Ippolito. Ora, proprio queste due ultime date sono quanto mai importanti per la storia della determinazione del giorno della nascita di Cristo, perché rappresentano i primi segni dell’influsso che le concezioni astronomiche esercitarono sulla fissazione della ricorrenza natalizia al 25 dicembre. Secondo le concezioni del tempo, infatti, lo scritto pseudo-ciprianeo fissa al 25 marzo l’inizio della creazione e al 28 marzo quella del Sole e della Luna. Era, quindi, logico che presentandosi il Messia, nei testi sacri, come Sole di Giustizia o quale Luce, si facesse coincidere il giorno della Concezione del Salvatore con la creazione del Sole. E dall’equinozio primaverile si passò, infine, a fissare la data del 25 dicembre, quale giorno della Natività, quando si fece iniziare l’incarnazione, anziché dalla nascita, dal concepimento del Salvatore. Ma a determinare la data del 25 dicembre concorse anche il fatto che, in tale giorno, il calendario romano, a partire dall’Imperatore Aureliano, celebrava la festa del Sol invictus, una delle tante manifestazioni religiose importate dall’Oriente.

A forme rituali pagane deve essere, anche, riportata la tradizione, antichissima in Italia, del ceppo, l’enorme tronco che dovrebbe ardere fino all’Epifania. Quale fosse il suo significato originario, simbolo dell’anno che muore, della potenza purificatrice del fuoco o un rito del culto del Sole, anche la tradizione del ceppo è stata adeguata alla spiritualità cristiana, assumendo, così, nuovi significati secondo la regione.

Sempre a forme rituali pre-cristiane si deve riconnettere la tradizione dell’Albero di Natale che presentava, in origine, lo stesso valore propiziatorio che aveva l’albero nelle feste di maggio. Originario della Germania, si è, poi, diffuso nell’Europa Centrale e Settentrionale, nei Paesi anglo-sassoni, in Russia, in Francia e, solo più recentemente, in Italia.

Tipicamente italiana è, invece, l’usanza del Presepe, le cui prime testimonianze iconografiche risalgono al IV secolo d.C., ma che deve la sua maggiore popolarità alla pietà di San Francesco d’Assisi.

È, sicuramente, indubitabile che la celebrazione della festa della Natività del Salvatore e la sua fissazione al 25 dicembre siano di origine romana. E, quantunque, appaia priva di fondamento la notizia tramandataci da Giovanni di Nicea, secondo la quale la festa del Natale sarebbe stata introdotta, a Roma, da Papa Giulio (337-352), è, tuttavia, cosa certa che esistesse, già, sotto il suo successore, Papa Liberio. Lo testimonia Sant’Ambrogio. Rapida, in ogni caso, fu la sua diffusione, tanto che documenti sicuri del 383 ricordano la festa di Natale come entrata, ormai, definitivamente, nella tradizione cristiana. E, da Roma, la celebrazione del Natale si diffuse in tutto il mondo cristiano, soppiantando via via, non senza incontrare, almeno nei primi tempi, una certa resistenza, la tradizionale data del 6 gennaio.

A Costantinopoli, la prima celebrazione della festa della Natività si ebbe, nel 380, e in quell’occasione San Giovanni Crisostomo tenne un grande discorso natalizio.

Non ci è dato sapere quando la celebrazione di questa festa sia stata introdotta nelle varie regioni; sappiamo solo che, in Siria, era celebrata, nel 329, e in Cappadocia, nel 394, mentre una predica per il Natale fu tenuta da Paolo di Emesa, nel 432, ad Alessandria d’Egitto. Maggiore riluttanza, invece, la nuova celebrazione trovò, in Palestina, dove, dopo un primo tentativo fallito fatto dal Patriarca di Gerusalemme, Giovenale (424-458), fu introdotta, intorno al 550, ma una predica del patriarca Sofronio ci fa sapere che, ai suoi tempi, la festa era, completamente, entrata nell’uso.

A Roma, ebbe la sua sanzione dal potere civile e, mentre gli Imperatori Accadio e Onorio inserivano il 25 dicembre tra i giorni nei quali venivano interdetti i giochi del Circo, Giustiniano la dichiarava festa civile.

Buon Natale!

Daniela Zini

Copyright © 25 dicembre 2011 ADZ



Domenica 25 Dicembre,2011 Ore: 22:17
 
 
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