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www.ildialogo.org Buon Natale famiglie numerose,di Mario e Egle Sberna

Buon Natale famiglie numerose

di Mario e Egle Sberna

Carissime famiglie,
un altro anno è passato, ed è il settimo dalla nascita dell’Associazione. Tempo di bilanci, tra speranze e preoccupazioni. Speranze sempre, preoccupazioni tante: situazioni familiari in bilico, sofferenza e dolore per i nostri figli (quando non per i nostri papà e mamme!) senza un lavoro e senza prospettive, insieme a nuove tasse e nuove ingiustizie. Abbiamo tanto seminato, non solo nei tre sit-in a Roma, e tanto faticato per convincere il governo precedente e il governo attuale a togliere qualche iniquità e dare qualche speranza. Inutilmente.

Tanto rumore per nulla: quello di Monti è, almeno nei primi giorni, un governo tecnico incapace, inetto, ingiusto. Non servivano professori per fare una Manovra così banale, bastava un ragazzino della Scuola Primaria di Secondo grado, insomma delle Medie. Chi ha la casa lo tasso, chi ha l’auto lo tasso, chi fuma lo tasso, chi ha costi li aumento, chi lavora invecchi e possibilmente muoia prima della pensione. Nessuna differenza tra chi lavora in fonderia e chi fa il professorone, nessuna differenza tra chi è donna e donna madre, nessuna differenza tra chi ha mutuo e chi non l’ha. E poi le addizionali Irpef, l’ISEE che sommerà redditi finora non imponibili, l’IVA che vola. Dai poveri si prende poco ma sono tanti. Erano capaci tutti a mettere insieme una cosa così. Da venti miliardi, tutti presi ai poveri. Se pensiamo che per le sole spese militari dell’anno 2010 (dati SIPRI, agenzia internazionale di studi e ricerche) l’Italia ha speso 27 miliardi; se pensiamo che i famosi 130 cacciabombardieri F35 costano 15 miliardi e potremmo disdire le ordinazioni, dato che gli UFO non sembrano disposti a lasciare Plutone per attaccare l’Italia; se pensiamo che una piccola ma diffusa “Tobin Tax” sui capitali renderebbe decine di miliardi, se pensiamo che chiedere alla Svizzera (ma anche ai paradisi fiscali) un prelievo sui fondi neri italiani coprirebbe un’intera finanziaria ogni anno; se pensiamo che il 10% degli italiani detiene la metà della ricchezza e quindi lì bisogna andare a battere cassa; se pensiamo (no, non è demagogia, è una risorsa!) a quanto costa la politica e un semplice ma efficace dimezzamento dei costi (proprio del tipo: metà stipendio, punto e a capo) darebbe qualche miliardo di gettito; se pensiamo che una leggina come questa “Art. Unico: nessuna pensione in Italia può superare i 3.000 euro al mese” consentirebbe un risparmio di qualche altro miliardo di euro l’anno senza rendere poveri nessuno... Ecco, se pensiamo a quel che si poteva fare perché una manovra potesse dirsi equa…

Ci dicono: “Siete proprio una lobby, solo voi Famiglie numerose avete ottenuto l’IMU ridotta, contenti?”. Rispondiamo: “No”. No perché l’IMU non la pagavamo, no perché chi ha dieci figli se ne trova due di troppo e chi ne ha dodici, quattro di troppo secondo il governo. No perché tribolare per giorni e notti (giorni e notti!) al telefono e per mail coi pur bravi parlamentari che ci hanno dato ascolto (per la prima volta in sette anni cito i nomi e il partito: Galletti e Buttiglione dell’UDC, Vignali e Toccafondi del PDL, Bobba del PD, zero al quoto per Lega e IDV) e portare a casa così poco (50 euro/anno per figlio, quando anche i muri sanno che un figlio costa 50 euro, se sei molto sobrio, alla settimana), tra l’altro solo per gli anni 2012 e 2013 (e dopo?), per portare a casa così poco è un’ingiustizia che si somma all’ingiustizia.

E adesso? C’è chi suggerisce di “festeggiare” l’anno nuovo in Piazza a Montecitorio. Tanto, di spumante, non ne abbiamo. C’è chi suggerisce di cambiare noi le cose, insomma, scendiamo in campo con un partito nuovo, il nostro. C’è chi suggerisce di riporre la nostra speranza in chi davvero ha cambiato la storia del mondo: un Bambino. Anche noi, per ogni bambino che abbiamo voluto, desiderato, coccolato, cresciuto, abbiamo dato una speranza a questo Paese. E, allora, anche ora, non possiamo essere tristi perché quel calore, e quella Luce che viene, ci riempiono di pace e gioia, nonostante tutto.

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.” (Fil 4,4). Anche nelle difficoltà, anche nella fatica, non cediamo allo scoramento e rallegriamoci: la speranza è con noi. L’umiltà e il coraggio di Maria, nell’accettare dolcemente quella maternità scandalosa; la fiducia e la fedeltà di Giuseppe, un Bimbo che nasce per un destino sino ad allora inconcepibile, Dio stesso che pone la sua tenda in mezzo a noi; un asino e un bue, il cui caldo fiato partecipa alla redenzione del mondo; una notte di poveri pastori, gloriosi angeli e sapienti in cammino guidati da una stella. E’ il presepe. E la storia non sarà più la stessa da allora. 

Mettiamo dunque nel presepe tutte le nostre preoccupazioni, i nostri dubbi, le nostre angosce, mettiamoci anche le nostre gioie, tenerezze, carezze. Mettiamo tutto nelle mani del Bambino, mettiamo tutto lì, a lui vicino. Riempiamo il presepe di statuette ed ognuna di esse dica un nostro sentimento, nostro e dei nostri figli, dica una speranza, dica un’emozione. Mettiamoci animaletti di cartapesta, mettiamoci anche le jeep e i carrarmati di plastica, mettiamoci tutto lo zoo di casa, mettiamoci gli accessori delle Barbie e i piccoli peluche, mettiamoci le matite colorate. Ed ogni oggetto rappresenti qualcuno di caro, qualcosa di buono, rappresenti la poesia e il riscatto, il bello e la pace, rappresenti il mondo intero che dev’essere redento e che si accalca davanti al Bambinello per non restare fuori, al freddo. Per superare la tenebra. Perché il Natale dice di una storia che si rivolge anche alla notte, che la illumina, che la vince.

Questa è la nostra speranza. Una speranza che guarda con gli occhi spalancati del bambino, che non fa ricorso al calcolo delle probabilità, che sogna con tutta la sottile e dolce leggerezza dell’attesa. Chi attende, spera che qualcuno arrivi. Guarda avanti, prepara le strade, la porta sempre aperta, il cuore sempre pronto, gli occhi colmi di gioia. Il Signore viene. Ecco, viene.

Con fraternità e calda amicizia,

Mario e Egle Sberna, insieme a tutte le famiglie del Consiglio nazionale, dei Coordinamenti regionali e provinciali e famiglie delegate.


Sabato 24 Dicembre,2011 Ore: 15:18
 
 
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