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www.ildialogo.org Il Tempo e il disprezzo,di don Aldo Antonelli

Il Tempo e il disprezzo

di don Aldo Antonelli

Ho passato la notte di capodanno a letto, con la febbre a 38. Non me ne è dispiaciuto più di tanto. Sì: gli amici, le compagnie, l'allegria, la cena e il buon vino, la musica e il gioco... Ma, di contro: la calma, la pace, la solitudine e sopratutto il pensiero, anzi i mille pensieri che non mi hanno fatto rimpiangere né gli amici e le amiche, né la cena ed il buon vino. Pensieri muti che mettevano in iscacco la chiassosità baraccona delle piazze; pensieri teneri che ti colmavano di sentimenti contro lo stordimento arido degli schiamazzi di rito. Pensieri di meditazione che hanno fatto da trama a ciò che il giorno di capodanno e la domenica seguente ho predicato nella celebrazione.

Anzitutto il Tempo.

Nella nostra civiltà meccanica siamo dominati dal tempo metrico degli orologi.Ne subiamo il ricatto.

"Paradosso dell'uomo moderno, scrive Massimo Fini, che proprio allo scopo di risparmiare tempo dispone di mezzi velocissimi per muoversi e comunicare (automobili, aerei, telefoni, telefonini, fax, computer) e tuttavia non ha mai tempo, è in perpetuo affanno".

C'è soprattutto un ammutinamento generale e diffuso dentro la categoria, tutta pagana, del tempo inteso some kronos che tutto divora, macina e distrugge. Per i pagani Kronos era la divinità che divorava i suoi figli. Così il tempo divora sogni e risorse, legami ed affetti, programmi ed ideali. Tutto riduce in polvere, implacabile litotritore. E noi preti che non abbiamo fatto e non facciamo  nulla per dare il senso nuovo, bello, cristiano del tempo, che non è "kronos", ma "kairòs", opportunità, buona occasione, per tutti, grandi e piccoli, giovani ed anziani, donne e uomini. Questo è il concetto biblico del tempo, questo il messaggio cristiano che, occupati a impietosire gli animi, noi preti non siamo riusciti a comunicare alle coscienze. E così ho augurato a tutti i presenti a messa 365 buone e nuove occasioni. Naturalmente occasioni diverse, a seconda dell'età, del sesso, della salute, della sensibilità

E' quello che auguro a tutti voi.

Un'altra serie di riflessioni ha riguardato, poi, l'amore per il mondo.

Queste feste hanno avuto, come colonna sonora costante questo ritornello: "Il Verbo si è fatto Carne" (Giovanni) e "Dio ha tanto amato il mondo da dare suo figlio" (Paolo).

Tema costante che, tradotto in lingue deverse, dovrebbe generare un popolo di innamorati, del mondo e dell'amore. Essere discepoli di Cristo significa essere innamorati del mondo,. del mondo reale di uomini e di donne, del mondo delle cose e delle persone. Al che non posso dimenticare la grande eresia di un cristianesimo che ha predicato e praticato il disprezzo del mondo. Cosa ha a che fare una religione che disprezza il mondo con questo Dio che invece lo ama ed in esso trasferisce la sua dimora? Cosa hanno da spartire quei santi bronciosi e stizzosi che fuggendo dal mondo lo hanno impoverito con questo Gesù che venendo nel mondo lo ha arricchito?

Questa la grande eresia: un cristianesimo che odia il mondo ed ha paura dell'amore.

Ricordo di aver letto di San Luigi Gonzaga che, da piccolo, non osava guardare in faccia sua madre per non avere pensieri cattivi...! Mi sono sempre chiesto se non fosse già un depravato, lui, "l'aulico simbol fulgente di candor"!

Neppure il più incallito sessuomane sarebbe capace di tanto!

E a questo punto viene spontaneo chiedermi che rapporto ci sia tra una religione che disprezza il mondo e l'attuale società che del mondo e delle sue cose ne fa "monnezza"!

C'è un rapporto, e quale, tra la religione così come i preti l'hanno predicata e questo occidente (appunto cristiano) che del mondo e della natura fa strame e scempio?

Me lo chiedo e cerco una risposta.

Mentre è molto semplice trovare la causa del disprezzo del mondo nella religione in quel "qui pro quo" della parola, equivoca; "mondo". Che nel linguaggio biblico non sta ad indicare il mondo degli uomini e delle donne e della natura, ma il mondo dell'egoismo, della chiusura razzista, dell'indifferenza dispregiativa, dell'autosufficienza narcisista. Questo è il mondo che il Dio dell'amore ci invita a disprezzare.

E non altro!

Vi abbraccio

Aldo



Marted́ 04 Gennaio,2011 Ore: 16:57
 
 
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