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www.ildialogo.org UN NUOVO CANTO DI NATALE,di Adam Seli

UN NUOVO CANTO DI NATALE

di Adam Seli

Spezza il pane con i poveri”, “da’ il pane a chi a fame”, “vesti chi è nudo”…, a dicembre, assieme alle lampadine colorate di strade e negozi, si accendono anche questi slogan, che, pur avendo una scusante morale, suonano come dei veri e propri spot pubblicitari poco originali. Alla fine, infatti, sempre di soldi si tratta. Ma i poveri hanno veramente bisogno di soldi?
La maggior parte di essi risponderebbe di sì, ma mettiamo il caso (che ho avuto modo di incontrare più di una volta) che qualcuno dicesse invece che ha bisogno di qualcos’altro, come, per esempio, di amore. Strano concetto, questo. A una risposta di questo tipo, la persona preposta ad aiutare il povero, il cosiddetto benefattore, il ricco, cosa farebbe? Cercherebbe di sviare l’argomento dicendo, sì, ma, vedi, però, se tu avessi un lavoro, una macchina, un posto dove stare... Ma quello insiste, no, non ho bisogno di queste cose.
Allora il benefattore forse andrebbe in crisi e comincerebbe a dargli dei soldi, prima pochi, poi vedendo l’indifferenza dell’altro, tanti, ma quello continua a non volerli perché dice che non è di questo che ha bisogno. Il ricco allora forse inizierebbe ad agitarsi, forse ad avere paura, perché se non gli basta tutto quello che gli ha dato, allora forse vuole prendergli tutto, ma il povero insiste, no, non sono i tuoi soldi che voglio, anche se tu mi dessi tutta la tua ricchezza, il mio bisogno rimarrebbe intatto.
Allora il ricco, ormai sconvolto, viene preso dall’angoscia, vuole andarsene al più presto. La vista di quell’uomo insulso – un pazzo cui ha offerto le sue ricchezze che vengono testardamente e senza alcuna ragione rifiutate – gli causa sofferenza. Con le sue generose offerte non solo non ha placato il bisogno di questo “strano” povero, ma non l’ha neppure scalfito. Vuole andarsene, ma per qualche strana, inspiegabile ragione non può farlo e quindi è costretto ad averlo davanti, guardarlo negli occhi senza potergli dare nulla.
Nella sua mente, la semplice richiesta del povero si è trasformata in un’agonia, più lo guarda e più si sente a disagio. Il silenzio del povero che continua a guardarlo, anziché sollevarlo, gli provoca inquietudine e continua a fargli ricordare in modo sempre più pedante quella richiesta assurda. La sofferenza diventa insopportabile, sta quasi per soffocare, quando alla fine si mette a piangere, perché si rende conto che ciò che gli viene chiesto non può darlo. Mentre piange, nello stesso istante in cui sente questa impotenza, inizia anche a sentire che questa strana parola, “amore”, non è poi così assurda.
 Forse anche lui ha lo stesso bisogno del povero, anzi, si accorge di sentire questo stesso bisogno in modo sempre più impellente e addirittura molto più intenso del povero stesso. A un tratto alza lo sguardo, e prima che riesca a dire qualcosa, si accorge che il povero non è più triste come gli era apparso all’inizio. Sembra quasi che stia sorridendo e prima che riesca a chiedergli il perché, il Povero se ne va.
 Possibile che abbia ricevuto ciò che desiderava? Se così fosse, non è stato di sicuro lui a darglielo. Non può avergli dato qualcosa che non possiede. O, forse, non è stato il povero a ricevere, bensì egli stesso. In fondo non ha importanza. Si sente felice, per la prima volta…, dopo tanto tempo. (Adam Seli)
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da www.LucidaMente.com
 



Giovedì 23 Dicembre,2010 Ore: 07:06
 
 
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