www.ildialogo.org Quella dei presepi almeno non puzza,di Bruno Gambardella

I presepai napoletani lo fanno (e lo sanno) da sempre: il presepe è uno spaccato di realtà. È la rappresentazione del mondo o parti di esso. Tant’è che i personaggi esposti a San Gregorio Armeno riflettono puntualmente l’attualità, le mode, le tendenze, i vizi (e gli stravizi) della società, non solo italica. Due anni fa fece capolino pure Mr Obama e prima di lui anche Bill Clinton, non accompagnato da Hillary, però.

Quest’anno abbiamo la Saga dei Tullianos (il trio Gianfri-Elisabetta-Giancarlo, detto Elisabetto), il Bunga Bunga e la Sagra della Munnezza.

Il presepe versione bunga-bunga allestito dai più antichi e famosi presepai di Napoli (la Famiglia Ferrigno) accoglie un Primo Ministro in canotta (anche se le cronache salaci lo descrivono in accappatoio avvolgente) con velina d'ordinanza in calderone sub-sahariano, contornato dalla solita corte di politici (compreso l’Acchiappa-fannulloni Brunetta e la maestrina Gelmini).

La new-entry (in un presepe) è, però, la Munnezza. Microsacchetti nero-nettezza-urbana sono disseminati tra le statuine più moderne come tra quelle classiche vestite di damaschi e broccati settecenteschi.

Il popolo napoletano la butta sempre sull’ironia e sull’arguzia, ma la munnezza a Napoli ricopre tutto: la città, le speranze ed ora finanche i presepi.

Sembra una blasfemia, ma d’altronde non è tutta una bestemmia l’intera situazione?

Almeno, la spazzatura dei presepi non puzza.

Presepe e munnezza

presepe e munnezza 2

Martedì 21 Dicembre,2010 Ore: 15:33