Carissimi,

non so se è tempo per essere ottimista e fiducioso in un futuro a misura d’uomo.

Io lo sono e la Stella di Natale mi dà questa certezza.

L’inverno sociale ed ecclesiale non è ancora alle nostre spalle, ma tanti segnali ci indicano che è vicino il tempo di primavera: i frutti futuri dipenderanno anche da noi!

Perciò a quanti sono in cammino con noi cercando per tutta l’umanità giustizia, libertà, tolleranza, rispetto e salvaguardia del creato, auguro di guardare alla grotta di Betlemme dove un bambino di nome Gesù, con la sua nascita, ha trasformato le tenebre in luce e ha proclamato la sospirata pace per tutti gli uomini di buona volontà.

Credo di potermi caricare di presunzione, anche a nome degli amici di “vocatio” e di quanti sono a noi vicini, se dico che anche noi siamo “uomini di buona volontà”. Oggi più di ieri, siamo convinti che l’amore per la nostra sposa con la quale viviamo ed operiamo non è conflittuale con la vocazione presbiterale, né con la chiamata alla sequela di Gesù cui, con il tipico slancio giovanile, un giorno lontano abbiamo risposto come il Profeta: “Ecco, manda me!”.

Da allora, con entusiasmo, abbiamo vissuto il nostro servizio prima nel ministero ufficiale. Anche oggi, con l’aiuto delle nostre mogli e delle nostre famiglie, cerchiamo di vivere il vangelo nella vita quotidiana praticando, con i nostri limiti e difetti, quello che abbiamo imparato, insegnato ed annunciato.

Oggi entriamo nella primavera dell’ascolto e del dialogo dove il cuore di pietra si può trasformare in cuore di carne per aprirsi al confronto, molto più efficace della semplice comunicazione della verità. Perché nel confronto siamo costretti a guardarci negli occhi con l’empatia di fratelli.

A Papa Francesco, che sta dimostrando di essere un vero uomo di dialogo e non il possessore di verità assolute, abbiamo inviato una lettera dal nostro convegno di Sorrivoli (Cesena) per confermargli la nostra appartenenza di membra vive ed operanti nella comunità ecclesiale con la stessa generosità e lo stesso entusiasmo che ci ha spinti ad essere per i fratelli testimoni della Parola e del Pane di vita nei vari ambienti ecclesiali, civili e sociali. Cerchiamo di “esserci” come lievito nelle comunità di base, nei gruppi biblici, nelle associazioni di volontariato, nel mondo della cultura e del lavoro e anche in missione (con alcuni nostri amici, nella cura agli hanseniani). Se questo è il modo giusto per appropriarsi della propria libertà e del proprio carisma di azione, ben vengano altri esempi in questa direzione.

Colgo l’occasione per augurare a tutti un santo Natale che diventi un Natale ecumenico per tutti gli uomini che Dio ama.

A tutti, coraggio, coraggio! Il tempo è favorevole: una nuova umanità sta nascendo.

Presidente “vocatio”

Natale 2014