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www.ildialogo.org Dal "Centro Balducci" la lettera di natale dei "preti di frontiera",

Dal "Centro Balducci" la lettera di natale dei "preti di frontiera"

Chiedono l'accettazione dei preti sposati e del sacerdozio femminile


Articolo dipreso dal sito: http://www.gazzettino.it/

Lettera di Natale dei "preti di frontiera":
«La Chiesa apra al sacerdozio femminile»

In dieci chiedono anche l'accettazione dei parroci sposati
«La nostra è una missiva ispirata al Concilio Vaticano II»

di Alessia Pilotto

UDINE - Chiedono una Chiesa che apra le porte alle donne prete e ai preti sposati; una Chiesa povera, senza titoli nobiliari, senza paludamenti e libera dai vincoli di potere; una Chiesa che paghi le tasse e chieda perdono agli omosessuali e alle vittime di pedofilia; una Chiesa più democratica; una Chiesa come luogo di perdono che accolga tutti. Solo che a chiederlo non sono persone qualunque, ma un gruppo di preti.

Le «richieste» sono contenute nell'ormai tradizionale Lettera di Natale (la nona) presentata ieri al Centro Balducci di Zugliano, nel comune di Pozzuolo del Friuli (Udine), e firmata da dieci parroci, quelli che sono stati chiamati «i preti di frontiera», da una vita a contatto con gli emarginati e spesso balzati alle cronache per posizioni eterodosse rispetto alla Chiesa stessa: Pierluigi Di Piazza (Centro Balducci), Franco Saccavini (Udine, San Domenico), Mario Vatta (Comunità di San Martino al Campo, Trieste); Giacomo Tolot (Vallenoncello, Pordenone), Piergiorgio Rigolo (cappellano del carcere di Pordenone), Alberto De Nadai (Comunità Arcobaleno, Gorizia), Andrea Bellavite (ex parroco ed ex direttore della Voce Isontina, Gorizia), Luigi Fontanot (Fiumicello, Gorizia), Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace, Padova), Antonio Santini (Vicenza).

«È una lettera ispirata al Concilio Vaticano II - ha spiegato don Di Piazza -, la scriviamo per comunicare ciò che le persone comunicano a noi, un modo per riesprimere le sollecitazioni e continuare il dialogo». Quest'anno la missiva è tutta incentrata sulla Chiesa «cui siamo profondamente grati - recita il testo -. Ed è questa gratitudine che ci sostiene nel considerare le ombre e i tradimenti al Vangelo. Quando la Chiesa riceve potere perde la forza di denunciare l'illegalità, l'ingiustizia, l'immoralità, il razzismo, come avviene nella nostra Regione a livello politico e legislativo».

Tra i temi avanzati, il ripensamento dell'ora di religione (che dovrebbe diventare studio del fenomeno religioso) e il nodo dei cappellani militari («Perché rimane aperta la questione del rapporto tra Vangelo e armi»). Ma anche la crisi e il rapporto Chiesa-politica: «Una Chiesa che tace di fronte alle tragedie del mondo è lontana anni luce da Gesù. La crisi attuale è etica e culturale prima che economica. I cristiani devono impegnarsi per un mondo nuovo, ma non è pensabile un partito di cattolici».



Sabato 24 Dicembre,2011 Ore: 16:33
 
 
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