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www.ildialogo.org SVOLTA EPOCALE SUL CELIBATO PER I SACREDOTI DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI ORIGINE MEDIORIENTALE NEL MONDO,

Sinodo speciale per il medio oriente
SVOLTA EPOCALE SUL CELIBATO PER I SACREDOTI DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI ORIGINE MEDIORIENTALE NEL MONDO

I circa 180 padri sinodali che si sono riuniti per due settimane in Vaticano, hanno proposto un’importante cambiamento alla Santa Sede sulla questione del celibato dei sacerdoti. In sostanza dal sinodo si chiede che le comunità cristiane di origine mediorientale che si trovano sparse per il mondo, dagli Usa, All’Europa, all’Australia, possano avvalersi del servizio di sacerdoti sposati come del resto gia’ avviene nelle chiese di rito orientale in comunione con il Papa e la Chiesa di Roma. Fino ad ora infatti, una pressi non scritta, voleva che tali comunità fossero comunque poste sotto la guida di preti celibi, un modo per non aprire contraddizioni e problemi nei Paesi cattolici di rito latino che osservano la regola del celibato. E tuttavia di recente questa prassi è stata interrotta negli Stati Uniti. Quello che chiede il Sinodo è di dare piena giurisdizione ai patriarcati orientali anche nelle comunità della diaspora che spesso sono assai più numerose di quelle rimaste in Medio Oriente. E’ il caso per esempio dei maroniti libanesi che sono nel mondo 25milioni mentre in patria, cioè in Libano, ne rimangono meno di un milione. La richiesta dei padri sinodali prende spunto dall’apertura concessa dal Papa alle comunità anglicane che non si riconoscono più nella Chiesa anglicana per via del sacerdozio femminile e omosessuale, e hanno chiesto di entrare nella Chiesa di Roma mantenendo alcuni elementi della loro tradizione, compreso quello dei preti sposati. Il Papa come è noto ha concesso questa possibilita’ agli anglicani in tempi recenti. Le Chiese orientali, di ben più antica tradizione e il cui legame con Roma ha una storia millenaria, a questo punto hanno avanzato la proposta di ottenere un via libero definitivo su questo punto ”per risolvere un problema pastorale grandissimo” spiega all’Adnkronos un partecipante libanese al Sinodo. Nel 1962 Giovani XXIII inviò il primo vescovo orientale, Francis Zayek, in Brasile dove si trovavano già 8 milioni di maroniti libanesi. Successivamente Paolo VI, era il 1966, spostò lo stesso vescovo negli Stati Uniti, fino a quel momento tuttavia la chiesa maronita in America non godeva di piena autonomia, anzi doveva osservare le regole della Chiesa cattolica latina. Nel 1970 la prima svolta: le comunità melchite e maronite diventano eparchie, cioè diventano pienamente autonome ma allo stesso tempo, viene raggiunto un accordo fra conferenza episcopale americana, Santa Sede e chiese orientali negli Stati Uniti, affinché queste ultime continuassero a mandare preti celibi nelle loro comunità. Si è trattato però di una prassi. Prassi che è stata interrotta di recente da mons. Cyrille Salim Bustros, arcivescovo di Newton dei greco-melkiti, Usa, che a Boston ha ordinato un prete sposato per la locale comunita’. Quindi Bustros ha avvertito il nunzio e la conferenza episcopale e, non avendo ricevuto obiezioni, la cosa ha avuto seguito. Un’ordinazione analoga e’ avvenuta in Australia. Se tale cammino verrà a questo punto definitivamente seguito, si tratterà di una svolta clamorosa: preti sposati e preti celibi, infatti, convivranno fianco a fianco in Paesi di tradizione cattolico-latina. ”Il celibato ecclesiastico – si legge dunque nella proposizione numero 23 approvata dal sinodo generale per il Medio Oriente intitolata ‘preti sposati’ - è stimato e apprezzato sempre e dovunque nella Chiesa cattolica, in oriente come in occidente. Tuttavia, per assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali, sarebbe auspicabile studiare la possibilita’ di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali”. A questa fa da corollario la proposizione numero 18 nella quale si affronta il problema della giurisdizione e si afferma: ”Al di fuori del territorio patriarcale, per mantenere la comunione dei fedeli orientali con le loro Chiese patriarcali, e assicurare loro un servizio pastorale idoneo, è auspicabile che la questione dell’estensione della giurisdizione dei Patriarchi orientali alle persone delle loro Chiese in ogni parte del mondo sia oggetto di studio in vista di misure appropriate”.

Fonte: Adnkronos



Marted́ 26 Ottobre,2010 Ore: 16:17
 
 
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