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www.ildialogo.org Intervista radiofonica alla emittente USA NPR,

La rassegna stampa sulla lettera a Benedetto XVI
Intervista radiofonica alla emittente USA NPR

Articolo originale: 
http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=127412272&sc=emaf 
A questo indirizzo è possibile anche ascoltare la registrazione audio dell'intervista a Stefania Salomone
Testo tradotto in italiano
8 giugno 2010
 
Gli scandali nella chiesa in tutto il mondo cattolico stanno rinnovando il dibattito sul celibato ecclesiastico.
Con una mossa senza precedenti, un gruppo di donne italiane che hanno avuto relazioni con preti, hanno scritto una lettera aperta a papa Benedetto XVI, affermando che i preti hanno bisogno di amare ed essere amati.
In Italia, è molto comune trovare persone che sostengono di conoscere preti con l’amante – donne che sono spacciate per perpetue o cugine.
Fiorella Di Meglio, 50 anni, ne conosceva una in una piccola città a due ore da Roma. “Anni fa, avevamo un prete qui, don Giorgio, che era un insegnante. I bambini lo apprezzavamo e anche le loro mamme”, racconta la Di Meglio.
“Quando è venuto fuori che aveva una storia con una donna, tutte le mamme gli hanno fatto cerchio attorno dichiarando che era una brava persona. Ma quelli che non lo conoscevano rimasero scandalizzati e naturalmente fu mandato via”.
La voce non può più essere ignorata
Nella maggior parte dei casi le compagne dei preti continuano a vivere nell’ombra – almeno fino ad ora. A marzo, alcune donne italiane sono venute allo scoperto dopo che Benedetto ha ancora una volta definito il celibato “un valore sacro”.
“E così abbiamo deciso di dire alle persone che questo non è un valore, e certamente non un valore sacro, poiché sacro è piuttosto il diritto delle persone al matrimonio”, dice Stefania Salomone, office manager di Roma.
Penso di aver rappresentato per lui una macchia sull’abito. Mi voleva incontrare, ma spesso dopo non era contento di averlo fatto. Cercava sempre un modo per scappare. Non i vedeva come una donna, ma come un pericolo, forse un peccato.”
Stefania Salomone, una donna italiana che ha avuto una amicizia speciale di cinque anni con un prete, ha dato vita ad un forum per donne che hanno relazioni con preti. A poco a poco, circa 40 donne l’hanno contattata, ma solo altre due hanno firmato con lei la lettera.
“Le donne italiane non vogliono raccontare la loro storia perché se il prete viene a sapere che ne hanno parlato a qualcuno, che la storia è a conoscenza di qualcuno, molto spesso le lascia. Ecco perché è stato difficile per noi prendere questa decisione”, racconta la 42enne Stefania.
Nella loro lettera aperta, le donne sostengono “la nostra voce non può più rimanere inascoltata” e denunciano ciò che definiscono “il lacerato sudario del celibato obbligatorio”.
Dicono che un prete “ha bisogno di vivere con i suoi simili, di provare dei sentimenti, di amare e di essere amato”.
La relazione della Salomone è durata cinque anni, ma il prete non era in grado di intrattenere un rapporto alla pari.
“Credo di aver rappresentato una macchia sull’abito. Mi voleva incontrare, ma spesso dopo non era contento di averlo fatto. Cercava sempre un modo per scappare. Non i vedeva come una donna, ma come un pericolo, forse un peccato.”
E ‘peccato’ è anche il giudizio che la chiesa cattolica riserva a tutto ciò che abbia a che vedere col sesso al di fuori del matrimonio.
Come un alcolizzato “in astinenza”
Ma il fatto che il celibato venga spesso disatteso non è un segreto.
Richard Sipe è un consulente psicoterapeuta per preti ed è un ex-monaco benedettino. Egli afferma che il modo con cui viene proposto il celibato non è in sintonia con la realtà. “Mentre studia nell’ambiente del seminario, un prete può restare celibe per due o tre anni. Ma cosa accade quando esce fuori nel mondo?”, chiede Sipe.
“Egli non conosce le dinamiche psicologiche o sociali del sesso e cosa significhi davvero essere celibi. Se un uomo decide di restare celibe, è come un alcolizzato che sceglie l’astinenza. Ogni giorno dice ‘oggi continuerò ad essere celibe’, ma non è così che il celibato viene costruito o insegnato”.
La Salomone è particolarmente amareggiata per ciò che definisce l’ipocrisia e la segretezza imposta ai preti dalla chiesa cattolica.
“C’è tanta sofferenza nel mondo a causa di questa regola. I vescovi sanno che i preti non rispettano il celibato, ma non sono interessati a questa cosa. Dicono piuttosto ‘fa ciò che vuoi, ma in silenzio, senza che si sappia, altrimenti scoppia uno scandalo e non possiamo permettercelo, quindi per favore fa ciò che vuoi ma fa in modo che non si sappia, ma, prima di tutto, non fare figli”.
La Salomone e le altre autrici della lettera affermano che il celibato obbligatorio non sia in sintonia con la vita dei preti e rivolgono al papa questa domanda: “tutta questa distruzione in nome di quale amore?”
 
 
 
 
Testo in lingua originale inglese
 
June 8, 2010
The church scandals spreading across the Catholic world are prompting a renewed debate on clerical celibacy.
In an unprecedented move, a group of Italian women who have had relationships with priests wrote an open letter to Pope Benedict XVI, saying that priests need to love and be loved.
In Italy, it's common to hear churchgoers say they have known priests with mistresses — women who passed as housekeepers or cousins.
Fiorella di Meglio, 50, knew one in her small town a two-hour drive north of Rome.
"Years ago, we had a priest here, Don Giorgio, he was a schoolteacher. The kids liked him and so did their mothers," di Meglio says.
"When it came out he was having an affair with a woman, all the mothers rallied around him saying he was a good man. But all the people who didn't know him were scandalized, and of course he was sent away," she says.
The Voice That Can No Longer Be Ignored
In most cases, the priests' companions continue to live in the shadows — until now. In March, some Italian women came out into the open after Benedict spoke of what he called "the sacred value of celibacy."
"And so we decided to tell people this is not a value, and this is not a sacred value, because sacred is the right of people to get married," says Stefania Salomone, an office manager in Rome.
I think I represented a stain on his church dress. He wanted to see me, but after seeing me he was not happy with his decision. He always tried to find a way to go away. I wasn't seen as a woman, I was seen as a danger, as a sin.
- Stefania Salomone, an Italian woman who had a five-year relationship with a priest
"Italian women don't want to disclose the stories because when the priest knows that the woman has talked to somebody, has disclosed the story to somebody, sometimes, very often he leaves the woman. That's why it has been so difficult for us to take this decision," says Salomone, who is in her early 40s.
In their open letter, the women say "ours is a voice that can no longer continue to be ignored," and they denounce what they call "the tattered shroud of mandatory celibacy."
They say a priest "needs to live with his fellow human beings, experience feelings, love and be loved."
Salomone's relationship lasted five years, but she says her priest companion was unable to treat her as an equal.
"I think I represented a stain on his church dress," Salomone says. "He wanted to see me, but after seeing me he was not happy with his decision. He always tried to find a way to go away. I wasn't seen as a woman, I was seen as a danger, as a sin."
And sin is the judgment the Catholic Church assigns to nearly everything to do with sex outside marriage.
Like An Alcoholic 'Practicing Sobriety'
But it's an open secret that priestly celibacy is often violated.
Richard Sipe is a mental health counselor for priests and a former Benedictine monk. He says the way celibacy is taught today is not in tune with contemporary reality. While studying in the monastic environment of the seminary, Sipe says, a priest can remain celibate for two to three years. But what happens when he goes out into the world?
"He does not know the psychological dynamics, the social dynamics of sex and what it means to be celibate," says Sipe. "If a man is going to be celibate, it's like a man who is an alcoholic and practicing sobriety. Every day he says, 'I'm going to be celibate today,' but that is not the way celibacy is constructed or taught."
Salomone is particularly angered by what she sees as the hypocrisy and secrecy imposed on priests by the Catholic Church.
"There is a lot of suffering around the world due to this rule," she says. "Bishops know that priests are not celibate, but they don't care about this. They say, please do what you want but do it anonymously, nobody has to know, otherwise scandals arise and we cannot afford this, so please do what you want but don't let the world know about this, and [most] of all don't make it children."
Salomone and the other authors of the letter say mandatory celibacy clashes with the reality of priests' lives, and they ask the pope, "all this destruction in the name of what love?"


 

 

 



Mercoledì 09 Giugno,2010 Ore: 16:53
 
 
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