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www.ildialogo.org INCONTRO DI NAPOLI DEL 16-18 SETTEMBRE<br>DEL MOVIMENTO NAZIONALE DEI PRETI SPOSATI ITALIANI –VOCATIO,

INCONTRO DI NAPOLI DEL 16-18 SETTEMBRE
DEL MOVIMENTO NAZIONALE DEI PRETI SPOSATI ITALIANI –VOCATIO

Il Movimento dei preti sposati italiani – Vocatio - si è riunito a Napoli in un Incontro organizzato dal nuovo presidente Giovanni Monteasi e dal gruppo Napoli-Vocatio nei giorni 16,17,18 settembre. Voleva essere un incontro fraterno conviviale e turistico durante il quale fare un’analisi collegiale sulla situazione della Chiesa in Italia e sul Movimento dei preti sposati.

Dividiamo la relazione in tre punti:

  • Cronaca dell’incontro

  • Principali argomenti trattati

  • Proposte

Cronaca del’incontro

Venerdì 16

I partecipanti vengono accolti inizialmente nella casa di Anna e Natale Mele.

Poi ci si trasferisce nell’Hotel Donato a Marano, dove, dopo la sistemazione di coloro che vengono da fuori Napoli, alle ore 18.00 ci si ritrova in uno spazio riservato per un saluto e le prime verifiche relative al movimento ed all’organizzazione delle giornate.

Sono presenti: il presidente Giovanni Monteasi con la moglie Anna Maria, Franco Brescia con la moglie Adriana, Renato Cervo con la moglie Maria Rosaria ed il figlio Andrea, Umberto Ginestra con la moglie Gabriella, Lorenzo Maestri con la moglie Rosangela, Rosario Mocciaro, Natale Mele con la moglie Anna, Antonio Silvestri con la moglie Antonietta (complessivamente 16 partecipanti).

Apre i lavori il presidente Monteasi che legge un suo interessante e corposo documento nel quale, dopo i saluti e l’indicazione delle motivazioni di questo incontro, enuncia alcuni principi sui quali intende impostare e sviluppare il suo mandato di presidente nazionale, dando anche alcune indicazioni operative per il rilancio del movimento.

Tra le varie indicazioni Monteasi sottolinea il ruolo fondamentale del nostro essere “coppie”. E’ necessario essere coinvolti come “coppia” non solo nel rilancio del movimento, ma della chiesa tutta. Sottolinea con fermezza che la nostra è stata una scelta profetica, anche nella riscoperta del ruolo delle donne non solo nella chiesa per “dissacrarne” la storia, ma anche nella società bisognosa della visione e dell’opera dell’. Sottolinea, a tal proposito, che sarebbe sbagliato rifiutare di essere presenti come coppie anche nelle attività delle parrocchie, quando ciò risultasse possibile,

Suggerisce, poi, di non trascurare un eventuale riavvicinamento con quanti si sono allontanati da Vocatio e con quei preti sposati che hanno tagliato i ponti anche con le loro radici religiose.

Chiude il suo intervento con un caloroso ed affettuoso ricordo e saluto per Piero Barbaini, grande testimone di Vocatio, assente per i noti gravi motivi di salute.

Si apre un’ampia discussione (i cui contenuti saranno sintetizzati nel punto 2), quindi i lavori vengono sospesi alle 20.30 per la cena.

Sabato 17

I partecipanti, guidati da Mele, che ne illustra storia, bellezze e ricchezze, fanno un giro turistico per alcuni luoghi di Napoli più significativi. Particolare attenzione viene dedicata ad una visita della “Napoli sotterranea”. Per il pranzo ci si ferma in un tipico ristorante nelle adiacenze di Piazza Carità. La visita prosegue nel pomeriggio (durante il cammino non mancano riferimenti agli argomenti trattati il giorno precedente).

La sera, in pizzeria, dopo aver onorato il piatto tipico napoletano, in uno spazio riservato, vengono ripresi alcuni argomenti sospesi la sera precedente.

Tra l’altro Silvestri legge una lettera che Ernesto Miragoli aveva spedito nei giorni scorsi, con alcune proposte ed osservazioni sul movimento (a tale lettera faceva riferimento anche una lettera successiva di Giuseppe Zanon che lamentava la scarsa comunicazione su sito e rivista). Intervengono tutti i presenti (le considerazioni sono conglobate nel punto 2).

Domenica 18

Dopo la Messa che ha visto interventi di preghiera e di riflessione da parte di tutti i partecipanti, ci si reca in auto nella zona flegrea dove sono visitate l’Acropoli di Cuma con la grotta della Sibilla, ed il Lago d’ Averno (la visita dell’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli e della Solfatara risulta impossibile per motivi di tempo).

Il pranzo è nel panoramico ristorante di Posillipo “Baia due frati”.

Dopo pranzo una discussione finale di commento ai giorni trascorsi insieme ed alle cose dette. Quindi ci si saluta (anche se due coppie non napoletane prolungano di qualche ora la permanenza a Napoli).

Principali argomenti trattati

  • Necessità di una testimonianza efficace

Si sottolinea per l’ennesima volta che è bene non nascondere la condizione di coppia comprendente un prete sposato ed una donna coraggiosa che si è posta al suo fianco. E’ bene testimoniare un sano orgoglio circa la scelta fatta anche a beneficio delle coppie che, ferite dalle critiche impietose intorno a loro e deviate da sensi di colpa inculcati da una gerarchia “matrigna”, tendono a nascondersi e a mettere da parte, insieme con la scelta celibataria del prete, anche le scelte fondamentali di fede.

La scelta del matrimonio fra un prete ed una credente (quando essi scelgano di continuare come coppia la testimonianza di fede1) può risultare particolarmente efficace per avvicinare una parte del popolo di Dio sofferente e spesso emarginata dalla gerarchia.

La vita di coppia, oggi particolarmente, è costellata di difficoltà, incomprensioni, fallimenti. La rigidità di una gerarchia, più preoccupata della “legge” che delle persone, spesso incomprensibile e minatoria, allontana dalla pratica religiosa (e talvolta anche dalla fede!) chi non riesce a rientrare nei “canoni” previsti. Così i divorziati, gli omosessuali, i ragazzi alle prese con le prime esperienze sessuali, le giovani coppie alle prese con l’esigenza di limitare le nascite dei figli, etc… vedono la chiesa come una istituzione lontana dalla vita reale.

La scelta di testimonianza di coppia da parte del prete sposato e di sua moglie (quando si realizza) può supplire in qualche modo alla lontananza della chiesa ufficiale. L’esperienza di alcuni fra noi ci dice che riusciamo molto più facilmente ad avvicinare persone ai margini (come d’altronde faceva Gesù al posto dei “sacerdoti” del Tempio) condividendo con loro una ricerca di fede finalmente serena e libera. Possiamo “sognare” che la nostra sia una scelta profetica che apra la strada ad uno stile di evangelizzazione più vicino alle donne ed agli uomini reali del nostro tempo?

  • Il Concilio tradito: attenti alle false aperture!

La speranza che la chiesa intera si converta e ritrovi la strada tracciata dal Maestro tanto tempo fa non ci impedisce di guardare realisticamente alle contraddizioni della situazione presente.

La gerarchia della Chiesa cattolica, a partire da papa Wojtyla, ha sostanzialmente tradito il Concilio Vaticano II. In modo particolare su due punti fondamentali: quello della natura stessa della Chiesa come “popolo di Dio” e quello del governo collegiale nella Chiesa.

In merito al primo punto basta mettere a confronto la Costituzione Lumen Gentium con l’esposizione mediatica tramite i viaggi mondiali di papa Wojtyla e papa Ratzinger che ha promosso una perfetta identificazione tra Chiesa e Sommo Pontefice. Siamo di fronte ad una chiesa “spettacolare” ed autoreferenziale.

Nella nomina dei vescovi, nelle singole diocesi del mondo, i vescovi vengono nominati da Roma senza ascoltare la voce dei preti e del popolo delle rispettive diocesi, come se questo popolo fosse incapace di intendere e di volere. Molto spesso poi capita che in quelle diocesi dove si trovava un vescovo aperto, Roma nomina vescovi molto conservatori scelti in mezzo a Opus Dei e Comunione e Liberazione (es.: i nuovi vescovi di Bruxelles, di Torino, di Milano,ecc.)

Papa Ratzinger, poi, ha sostenuto che la vera interpretazione del Concilio Vaticano II è questa: non è stata una nuova primavera, un nuovo vento dello Spirito nella Chiesa, ma una continuazione della vecchia tradizione della Chiesa. Questa interpretazione ufficiale del Concilio, che ha dato Ratzinger, non è già il vero tradimento del Concilio?

Stiamo perciò attenti (“prudenti come serpenti…”) alle false aperture che ci vengono presentate:

  • Nuovo spazio alle donne? Nei conventi femminili si rende sempre più difficile la continuazione degli studi. Le teologhe vengono confinate in una sorta di “limbo” (un’interpretazione “femminile” della Scrittura e dei dogmi potrebbe risultare dirompente!). Non se ne parli, poi, dell’idea del ministero presbiterale alle donne!

  • Permessi per il matrimonio dei preti? Aldilà dei casi di matrimoni riservati (da consegnare al segreto più assoluto!) vengono accettati pubblicamente dei preti anglicani in fuga dalla loro confessione religiosa per protesta nei confronti del ministero presbiterale alle donne. Se il prezzo da pagare per l’accettazione del ministero “uxorato” deve essere quella di accettare una chiesa “chiusa” in tradizioni immutabili - tradizioni di uomini - meglio rimanere ai margini, ma conservare la libertà dei figli di Dio!

Lorenzo Maestri ha portato alla conoscenza dei presenti uno scritto del card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione del Clero, trovata su internet (08.09.2011), e citato testualmente: ”…il celibato dei preti è da annoverare esattamente tra i beni maggiori e più potentemente portatori di verità, è tra i doni più grandi che il Signore ha lasciato, e continuamente conferma, alla sua Chiesa”. Sorridendo, per non piangere, Maestri ha posto queste domande: se un dono è imposto, è ancora un dono? Ma questo cardinale dove ha studiato teologia? Questo cardinale, capo di tutti i preti del mondo, sa che solo in Italia 10.000 preti hanno abbandonato il sacerdozio per sposarsi? (10.000 su 56.000: quasi il 20%). Nel mondo oltre 100.000 preti hanno abbandonato per sposarsi (100.000 su 400.000: il 25%).2

Il card. Mauro Piacenza, capo di tutti i preti del mondo, conosce questa situazione?

Alcuni dei presenti hanno posto la questione se questo fenomeno dei preti che si sposano continui ancora oggi. La risposta che è emersa è stata questa: essendo i seminari di oggi, vuoti, i numeri dei preti ordinati, in termini assoluti, sono ridotti di oltre 1/5°, ma in termini di percentuale, il “fenomeno è sempre importante e costante” come scrive il nostro esperto in statistica Claudio Balzaretti, nel suo ultimo studio che sarà pubblicato sulla nostra rivista SULLA STRADA di novembre. Studio aggiornato all’ultimo Annuarium statisticum del 20093.

  • Occorre non rimanere isolati: importanza della comunicazione

Il compito principale di Vocatio non è quello di convincere (!) la gerarchia a cambiare la legge del celibato (compito umanamente impossibile da realizzare). Il compito principale è quello di testimoniare la possibilità di vivere un’esperienza di fede in una condizione considerata ufficialmente “di peccato” e di essere un punto di riferimento per le coppie (una donna ed un prete) che vivono con sofferenza una relazione (ancora clandestina o già approdata ad un matrimonio)4.

Per poter essere di aiuto occorre essere “visibili”. Visibili sul territorio innanzitutto, ma anche mediante i mezzi di comunicazione oggi disponibili.

Perciò va potenziato l’uso della stampa (rivista che veda più contributi di riflessione e di vita) e, soprattutto, sito internet dinamico ed aggiornato (come più volte richiesto da Miragoli).

Per una maggiore comunicazione occorre un’organizzazione migliore. I riferimenti [indirizzi e-mail, recapiti telefonici (fissi e mobili)] sono ancora scarsi e frammentari. Senza l’impegno di presenza e ricerca sul territorio non andremo molto lontano!

Sarebbe auspicabile (anche se ancora molto problematico per “resistenze di bottega” o per risentimenti degni di miglior causa) mettere in comune indirizzari fra associazioni che convergano nell’obiettivo di riforma della chiesa.

Non secondaria la comunicazione con i nostri figli.

Non pretendiamo di farne dei seguaci delle nostre scelte o delle nostre attività (devono percorrere la loro strada pur conservando qualcosa di nostro nel “colore” delle loro scelte).

E’ necessario, però, che non nascondiamo le nostre scelte e che diamo una testimonianza serena della nostra esperienza. Le sole rivendicazioni condite da livore non aiutano il loro cammino umano (e nemmeno, quindi, quello eventuale di fede). Occorre trovare equilibri sempre maggiori per testimoniare con fermezza, ma con le braccia aperte, pronte ad abbracciare anche chi ci ha fatto soffrire. Può essere utile rivisitare con ironia tutto il passato e vederne gli aspetti di crescita umana (e, perciò, cristiana). Tutto può essere “grazia”: non rinneghiamo nulla!

Qualche proposta

(in relazione, naturalmente alle riflessioni su riportate)

  • Raccomandazione di visionare regolarmente il sito e di renderlo luogo di condivisione di idee e di punti di riferimento. La prima operazione sarà quella di mandare sul sito la lettera del presidente, il suo intervento introduttivo ed il verbale di questo incontro e di integrare i punti di riferimento (telefono ed e-mail) per persone interessate alla tematica. Si chiede a tutti i membri e simpatizzanti di Vocatio di ricercare tali indirizzi sul proprio territorio e di spedirli (e-mail5) al Presidente.

  • Dare spazio alle esperienze di impegno (soprattutto come coppie) fra la gente:

    • Descrivendole sulla rivista e sul sito;

    • Organizzando, dove possibile, degli incontri fra comunità diverse in cui il prete sposato (meglio se con sua moglie) opera.

      • Organizzare (e/o partecipare ad) incontri di approfondimento sul significato e sui messaggi del Concilio Vaticano II. Su questo punto si propone di:

  • Preparare un numero monotematico di “Sulla Strada” sul Concilio;

  • Preparare un Convegno su questo tema in occasione del 50° anniversario del Concilio (1962-1965).

Inizialmente si propendeva per la preparazione da parte di Vocatio di tale Convegno, poi (particolarmente nelle riflessioni successive al pranzo di Domenica) è prevalsa l’opinione di convergere sul Convegno che sta preparando “Noi siamo chiesa”6.

    • Promuovere incontri fra gruppi cui partecipano preti sposati per uno scambio di idee e di esperienze.

    • Spedire ad Adista questo verbale perché ne pubblichi almeno un estratto (“Sulla Strada” lo pubblicherà per intero).

    • Quanto a comunicati pubblici circa i limiti (e, talvolta, i crimini) da denunciare nella chiesa cattolica, occorrerebbe pensare ad un soggetto che, in stretto raccordo con il presidente, intervenga tempestivamente (non è stato ancora individuato).

    • Circa coloro che si sono “allontanati” da Vocatio, si propone di mantenere contatti cordiali con chiunque intenda fare anche solo un pezzo di strada in comune, senza chiusure preconcette e senza sterili sensi di colpa.

    • Le proposte di una “rete” di aiuto e di un censimento dei preti che hanno lasciato il ministero “pubblico” appare, per il momento, ambiziosa. Occorre riflettere e lavorare per tentativi parziali, secondo le possibilità concrete.

    • Le occasioni di approfondimento circa la nostra fede sono demandate ai gruppi territoriali: è auspicabile, tuttavia, che un’eco di tali incontri arrivi sulla rivista e sul sito.

    • ….. Ogni altra proposta, dettata dal desiderio di testimoniare una possibile alternativa alla sclerosi delle istituzioni ecclesiastiche sarà, naturalmente, bene accetta, soprattutto se corredata da articolazioni concrete ed accompagnata da collaborazione fattiva.

Documento preparato dal gruppo di Vocatio Napoli (con i suggerimenti di Lorenzo Maestri) e redatto da Antonio Silvestri

1 Questa scelta, naturalmente, è auspicabile, ma non necessaria. Resta, per ogni credente, la libertà di testimoniare nei propri ambiti di lavoro e di vita. La manifestazione della condizione di coppia “anomala” non può essere imposta a nessuno.

2 Se facciamo riferimento solo ai dati dell’Annuarium statisticum del Vaticano, gli abbandoni in Italia sono solo 5.000 e nel mondo solo 50.000, perché il Vaticano conta solo quelli che hanno chiesto la “dispensa”. Ma noi di Vocatio, che da oltre 30 anni viviamo e studiamo questo fenomeno, siamo a conoscenza che oltre la metà dei preti che si sposano non chiedono la dispensa. Questo modo di lettura da parte del Vaticano non è una sporca falsificazione?

3 “SULLA STRADA” ha pubblicato il primo studio di Balzaretti nel 1994 e ultimamente nei numeri 71°,72° e 73°.

4 Alcuni, a tal proposito, hanno sottolineato che i giovani preti che oggi si sposano spesso non ne vogliono più sapere della loro vita passata nel ministero, perché, avendo esercitato tale ministero per pochi anni (3-4), non hanno ricordi ed abitudini radicate nella loro personalità, a differenza dei preti degli anni ‘60-‘70 che in media abbandonavano il sacerdozio dopo 10-15 anni di ministero.

5 gildant@libero.it

6 Come recita un antico motto latino (ripreso, in contesto diverso, nel famoso “rasoio di Occam”) non è opportuno creare dei “doppioni” non necessari “Non sunt multiplicanda entia sine necessitate”!)



Lunedì 03 Ottobre,2011 Ore: 16:46
 
 
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