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www.ildialogo.org I PENSIERI DI DIO NON SONO I NOSTRI PENSIERI,di Ernesto Miragoli

I PENSIERI DI DIO NON SONO I NOSTRI PENSIERI

(E NEANCHE QUELLI DEL PAPA)


di Ernesto Miragoli

(02-06-17)
Sabato scorso il vescovo di Modena Erio Castellucci ha incontrato un gruppo di otto ex sacerdoti modenesi nella sua casa, in Arcivescovado. Ecco la lettera di invito: "Cari amici, alcune settimane fa uno di voi mi ha accennato all'ipotesi di un incontro semplice e conviviale con coloro che, un tempo presbiteri modenesi, hanno poi lasciato il ministero e hanno compiuto altre scelte, il più delle volte sposandosi e continuando a servire la Chiesa e il Vangelo con dedizione e competenza. Ho subito pensato che questa fosse una buona idea e la rivolgo a voi. Vi invito - chi può e chi vuole - ad un momento di scambio seguito dal pranzo in arcivescovado, presso la famiglia che abita con me, sabato 22 aprile. Potremmo trovarci a mezzogiorno e parlarci con semplicità e senza fretta durante il pranzo. Non ho particolare argomenti da proporre: mi piacerebbe che ci ascoltassimo a vicenda e condividessimo le esperienze vissute. Credo che possa essere di reciproco arricchimento. Vi saluto e spero di potervi incontrare nell'occasione. Don Erio Castellucci".
Con questa lettera il vescovo di Modena ha invitato 17 famiglie di preti sposati della sua diocesi(in otto hanno risposto all'invito) in arcivescovado.
Non c'era un ordine del giorno, non c'era nulla se non un invito a pranzo e la voglia di un vescovo di dedicare un po' di tempo ai suoi preti, anche a quelli sposati, perchè - come ho scritto più volte - non riesco a capire come mai un vescovo cessi di essere padre di un suo prete che si sposa, una diocesi cessi di annoverare fra i suoi fedeli la famiglia di un prete che si sposa, un presbiterio diocesano cancelli dai suoi iscritti un prete che si sposa.
La notizia sarebbe solo una notizia, bella ed interessante, ma pur sempre una notizia se non venisse praticamente in coda all'altra notizia (che non so fin dove sia stata presentata completamente) della settimana scorsa. Com'è noto, durante l'assemblea della Cei, quando un vescovo ha chiesto al papa come comportarsi con i preti sposati, la risposta papale è stata lapidaria: facciano i buoni laici.
Quando chiacchiero con preti sposati o con preti e donne in crisi e si affronta questo tema dei rapporti con i Pastori, dopo aver ricordato quanto mia moglie ed io in questi 30 anni abbiamo bussato a non sappiamo più quante porte, incontrato non sappiamo più quanti vescovi, scritto a non sappiamo più quanti Pastori, proponendo ed offrendo la nostra disponibilità non a reintegrare tout court nel ministero famiglie di preti sposati, ma almeno a "sfruttare" la nostra esperienza per capire come superare l'anodina imposizione celibataria, concludo dicendo che un po' siamo scoraggiati, ma non importa: i nostri pensieri non sono i pensieri di Dio, le vie di Dio non sono le nostre. Sarà lo Spirito a decidere i tempi ed i modi. A noi tocca pregare ed impegnarci nel nostro piccolo a testimoniare nella vita quella fede che non abbiamo mai abbandonato e celebrare quel rendimento di grazie (che una volta rendevamo a Dio da un altare) in una quotidianità diversa.
E lo Spirito la sua strada la fa. Per conto suo. Indipendentemente da noi e dal papa e dalle congregazioni romane che, maleducate, non si degnano nemmeno di rispondere ad una lettera.
Le strade dello Spirito, su questo tema del celibato obbligatorio del clero cattolico occidentale, sono sentieri che si aprono come rivoli in tutto il mondo cattolico.
Ci sono vescovi lontani da Roma (cioè dagli occhiuti e minacciosi centri di controllo) che non solo incontrano le famiglie dei preti sposati, ma anche affidano ad esse compiti ministeriali che non sono solo l'insegnamento del catechismo.
Ci sono vescovi italiani (ad es. quello di Ascoli Piceno e di Modena, ma anche quello che è intervenuto alla Cei ed è stato zittito dal papa e altri che conosco) che non considerano questo argomento un problema o un tabù, ma hanno voglia di mettersi in discussione e di dialogare.
Ci sono preti sposati che non stanno a fare tanto casino, ma sono disponibili quando serve. So di preti sposati che si sentono "liberi" dal vincolo giuridico canonico e se un loro vecchio parrocchiano desidera confessarsi da loro, lo fanno; se un loro confratello anziano ed impossibilitato a celebrare l'Eucaristia desidera pregare e ricevere la comunione, lo fanno; se alcune persone - conoscendo la loro condizione - desiderano rivolgersi a loro per trovare un uomo di Dio che li ascolti, preghi con loro, li aiuti in momenti difficili della loro vita, lo fanno.
So di un prete sposato che, quando il parroco è costretto ad assentarsi, lo sostituisce nella celebrazione della messa quotidiana.
Eccoli i rivoli dello Spirito!
Tanti rivoletti che - secondo i tempi di Dio - diventeranno un fiume.
Domenica prossima è la solennità di Pentecoste. Ai miei tempi i seminaristi erano oltre il centinaio e prestavano in duomo, oltreché il servizio all'altare, anche quello del canto. Eravamo in pieno post-concilio e Como aveva la fortuna di avere un organista che era anche un ottimo compositore (Luigi Picchi) oltreché un maestro di cappella che insegnò musica ad intere generazioni di preti (mons. Ilario Cecconi). Per la solennità di Pentecoste il maestro Picchi compose il proprio della messa in italiano e mi rimase impresso (ma mi vengono ancora i brividi quando me lo canticchio da solo) il mottetto dell'introito.
In gregoriano quello "Spiritus Domini replevit orbem terrarum" è bello, melodico, ma lineare. Il maestro Picchi musicò "Lo Spirito del Signore ha riempito l'universo" dandogli una forza musicale che don Ilario ci fece riprovare mille volte perchè, ci diceva, dovete rendere l'idea che lo Spirito che aleggiava sulle acque prese sempre più forza per riempire la terra.
Ho ricordato un episodio del mio passato per avvalorare quanto ho scritto.
Lo Spirito soffia dove e quando vuole. Il suo soffio è leggero ma poi diventa un vento irresistibile: "Venne all'improvviso dal cielo un tuono come soffio di vento impetuoso!" (Anche qui don Ilario ci faceva provare e riprovare il crescendo).
Mi rendo conto che questi miei pensieri possano apparire contrastanti rispetto a quanto ho scritto nei due articoli precedenti commentando l'infelice risposta papale, ma non è così.
Penso che lo Spirito sappia dosare tempi e modi forzando spinte in avanti e frenando quando è necessario.
Se abbiamo voglia di leggere la storia della Chiesa cattolica inforcando gli occhiali della fede riusciamo a capire anche i momenti disorientanti in cui ci furono papi ed antipapi, papi guerrieri e papi simoniaci, papi dissoluti e papi invertebrati asserviti al potere politico, papi di potere e papi di servizio,
Sì, è vero: ogni tanto prendo rabbia e tempesto sul mio computer riflessioni un po' polemiche, ma quando si ama il cuore prevale sulla ragione.
Ernesto Miragoli
e-mail miragoli@hotmail.it



Venerdì 02 Giugno,2017 Ore: 15:14
 
 
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