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www.ildialogo.org Hortus Conclusus,di Daniele Bettenzoli

Preti sposati
Hortus Conclusus

di Daniele Bettenzoli

La nostra vita passa a volte attraverso esperienze che riusciamo ad analizzare con difficoltà e delle quali con fatica ancora maggiore riusciamo a comunicarne ad altri i dati esaltanti o deprimenti. Ciò capita soprattutto di fronte a situazioni al di fuori d’un corso di vita normale, come quelle d’un gulag sovietico, d’un lager nazista o anche d’un ambiente, che pur presentando enormi differenze dai primi è stato tanto religiosamente idealizzato da definirsi anch’esso in senso totalizzante.
Quando stavo per entrare o rientrare in Seminario, nel mio caso chiamato “Scuola Apostolica”, qualcuno sorridendo maliziosamente mi chiedeva: Ma non hai paura che ti taglino le palle? Nella mia ignoranza di riferimenti sessuali, dovuta al silenzio tombale in casa su questo argomento e, fuori, a isolamento sotto campane di vetro, all’inizio nemmeno capivo a che cosa si riferissero. Pure in seguito restavo sconcertato: non potevo intuire da dove derivasse quella battuta, ma forse non lo sapevano nemmeno quelli che me la rivolgevano. Anche su altri temi, ad esempio il 13 dicembre festa di santa Lucia, c’è ancora chi dice senza capire “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Tale detto è errato, ma risale addirittura a tempi prima della riforma del calendario, decisa da Papa Gregorio XIII nel 1582. Riguardo, invece, alla frase riferita più sopra, ne intuii l’origine solo molti anni dopo. Nella lotta tra Autorità Civili o Religiose per le Investiture, cioè per conferire alle Autorità religiose locali poteri e beni annessi, Papa Gregorio VII con “Dictatus” del 1075 proclamò una sua primaria e assoluta supremazia, in particolare con piena giurisdizione su Clero e nomina di Vescovi e Abati. Dichiarati nulli inoltre i matrimoni contratti da gran parte dei sacerdoti, impose loro in modo definitivo l’obbligo del celibato. Sovrappostosi a ogni altra autorità ed eliminate anche le mogli dei preti, il Papa poté rivendicare autorità e diritti sulle Chiese locali e sui loro beni. Ebbe partita vinta comminando scomuniche contro Imperatore, Clero e popolazioni contrari, ma si videro poi su pubbliche piazze reazioni estreme con castrazione di preti e vendita come schiavi di mogli e figli. Papi e Concili diedero a quel celibato una proiezione sacrale, ma ciò fu funzionale anche, o soprattutto, a far distogliere l’attenzione dai supremi poteri teocratici attribuitisi dal Papa e dalla sua conseguente gestione esclusiva di tutto il Clero. Un celibato presentato come condizione indispensabile per rivestirsi di un’aura sacrale ed evitare un supposto degrado personale legato al sesso, tra il resto di fatto diede un’ulteriore spinta alla visione negativa del corpo e del mondo tipica della cultura stoico-manichea serpeggiante tra Bogomilli e Catari-Albigesi; anni dopo tuttavia costoro furono dichiarati eretici e annientati con Crociate e grandi massacri. Tornando alla battuta intrigante riferita sopra, almeno a livello d’inconscio collettivo essa poteva proprio essere un’eco o la risonanza di quei remoti eventi, mentre a livello immediato manifestava comunque la presenza nel popolo d’un inquietante interrogativo e d’una immagine del Clero piuttosto enigmatica.
Daniele Bettenzoli


Sabato 07 Giugno,2014 Ore: 18:17
 
 
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