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www.ildialogo.org Lettera aperta del Sito Plein Jour al Papa,a cura di Stefania Salomone

Lettera aperta del Sito Plein Jour al Papa

a cura di Stefania Salomone

Di seguito (prima in italiano e poi in francese) la lettera aperta che il Sito Plein Jour (donne dei preti e preti sposati francesi) ha inviato di recente al papa.
Al nostro papa Benedetto XVI,

Ci permetta di presentarci. Chi scrive sono centinaia di membri dell’Associazione Plein Jour.
Il nostro obiettivo principale è prestare sostegno ai preti e alle loro compagne.
E’ possibile che non abbia mai intuito l’enorme carico di sofferenza inflitta a queste donne e a questi uomini dalla regola del celibato ecclesiastico?
Non solo questa disciplina è disumana, ma contravviene apertamente alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
Infatti, l’articolo 16 afferma: Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.
Quindi si può sostenere che l’impegno profuso a salvaguardia del celibato obbligatorio per i futuri preti debba essere considerato nullo e infondato. Secondo quale principio una legge vaticana promulgata nel Medioevo si considera superiore alla legge civile di uno Stato laico nel rispetto della Carta dei diritti dell’Uomo?
Inoltre, l’articolo 12 recita: Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
E il divieto di sposarsi imposto al prete non è un’interferenza nella sua vita privata? E come qualificare la dura sanzione in cui incorre chi intrattiene una relazione con una donna?
Leggiamo dall’articolo 18: Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo … Il prete può dirsi un uomo libero quando l’istituzione ha pensato e deciso per lui? Gli articoli 22 e 23 affrontano le questioni sociali.
Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nel rispetto dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità. Ogni lavoratore ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana …
Anche qui la gerarchia ecclesiastica è chiaramente in difetto: le remunerazioni inferiori al Salario Minimo Garantito non danno diritto all’indennità di disoccupazione per i preti che hanno lasciato il ministero, garantendo pensioni da miseria.
L’articolo 30 precisa : Nulla nella presente dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato (neanche quello Vaticano) gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
E’ davvero tempo di mettere fine al requisito del celibato. Esso è di fatto contrario alle disposizioni dell’articolo 16 di questo testo fondamentale al quale si attengono gli Stati del mondo. Esigere un tale impegno costituisce un abuso di potere da parte di un governo autoritario clericale iper-centralizzato.
Approfittare dei sogni della gioventù e della sua generosità non è una sorta di manipolazione mentale? Questa regola è quanto meno un’infrazione ad una legge che supera le regole di diritto di tutti gli Stati. La Dichiarazione universale è situata al di sopra di tutte le altre.
La difesa dei diritti dell’uomo implica che coloro che si sono “impegnati” si rendano conto che tale impegno non ha alcun valore né davanti a Dio né davanti agli uomini. Le uniche leggi della religione si riassumono nei due primi comandamenti “adorerai un solo Dio” e “amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Duemila anni prima della Carta, c’è stato l’amore che ha dato senso alla vita di Gesù. Egli l’ha manifestato nel rispetto della libertà di tutti color che ha incontrato, denunciando tutte le ingiustizie.
Possa egli ispirarci!
Con i migliori ossequi

Dominique Venturini e Jean Combe.



____________________________________
A notre Pape Benoït XVI,

Permettez-nous de nous présenter. Nous sommes plusieurs centaines de personnes groupées dans l’Association Plein Jour.
Notre premier objectif est de venir en aide aux compagnes de prêtres et à leurs compagnons.
Peut-être n’avez-vous pas perçu l’énorme somme de souffrances infligées à ces femmes et à ces hommes par la règle du célibat ecclésiastique ?
Non seulement cette discipline est inhumaine, mais elle contrevient directement à la Déclaration universelle des droits de l’homme de 1948.
En effet, l’article 16 stipule : A partir de l’âge nubile, l’homme et la femme, sans aucune restriction quant à la race, la nationalité ou la religion, ont le droit de se marier et de fonder une famille.
Par conséquent, on peut affirmer que l’engagement au célibat imposé aux futurs prêtres doit être considéré comme nul et non fondé. Au nom de quel principe la loi du Vatican promulguée au Moyen Age serait-elle supérieure à la loi civile d’un Etat laïc respectant la Charte des droits humains ?
D’autre part, l’article 12 nous dit : Nul ne sera l’objet d’immixtions arbitraires dans sa vie privée, sa famille, son domicile ou sa correspondance ni d’atteintes à son honneur et à sa réputation. Toute personne a droit à la protection de la loi contre de telles immixtions ou de telles atteintes.
Or, l’ interdiction faite aux prêtres de se marier n’est-elle pas une atteinte à la vie privée ? Et comment qualifier la sanction brutale qui frappe ceux qui entretiennent une relation avec une femme ?
Nous lisons à l’article 18 Toute personne a droit à la liberté de pensée, de conscience et de religion ;
Ce droit implique la liberté de changer de religion ou de conviction ainsi que la liberté de manifester sa religion ou sa conviction...
Le prêtre est-il encore un homme libre alors que l’institution a pensé et décidé pour lui ? Les articles 22 et 23 abordent les questions sociales.
Toute personne en tant que membre de la société a droit à la sécurité sociale ;elle est fondée à obtenir la satisfactions des droits économiques, sociaux et culturels indispensables à sa dignité et au libre développement de sa personnalité... Quiconque travaille a droit à une rémunération équitable et satisfaisante lui assurant ainsi qu’à sa famille une existence conforme à la dignité humaine...
Là encore, la hiérarchie de l’Eglise est gravement prise en défaut : rémunérations inférieures au SMIC ne donnant pas droit au chômage aux prêtres ayant quitté le ministère, retraites de misère...
L’article 30 précise : Aucune disposition de la présente Déclaration ne peut être interprétée comme impliquant pour un Etat ( fût-ce celui du Vatican !) un groupement ( fût-ce une association diocésaine !) ou un individu,un droit quelconque de se livrer à une activité ou d’accomplir un acte visant à la destruction des droits et des libertés qui y sont énoncés.
Il est grand temps de mettre fin à l’obligation de la règle du célibat. Elle est notamment contraire aux dispositions de l’artice 16 de ce texte fondamental qui s’impose aux Etats du monde. Exiger ce type «d’engagement » constitue un abus de pouvoir d’un gouvernement clérical autoritaire hyper centralisé. Profiter des rêves de la jeunesse et de sa générosité n’est-ce pas une manipulation mentale ? Cette règle est au minimum en infraction avec une règle de droit qui dépasse toutes les règles de droit de tous les Etats. La Déclaration universelle se situe au dessus de toutes les autres.
La défense des droits de l’homme implique que ceux qui se sont « engagés » sachent que cet « engagement » n’a aucune valeur aussi bien devant Dieu que devant les hommes. Les seules injonctions de la religion se résument dans les deux premiers commandements « un seul Dieu tu adoreras » et « tu aimeras ton prochain comme toi-même ».
Deux millénaires avant cette Charte, c’est l’amour qui a donné sens à la vie de Jésus. Il l’a manifesté en respectant la liberté de tous ceux qu’il a rencontrés et en dénonçant toutes les injustices.
Puisse-t-il nous inspirer !
Respectueusement
Dominique Venturini et Jean Combe.


Domenica 11 Settembre,2011 Ore: 10:36
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
camilla alberti trieste 24/9/2011 18.59
Titolo:ben fatto
una lettera aperta di cui non condivido tutti i passaggi, ma senza dubbio significativa. vorrei però sapere una cosa: che fine ha fatto? c'è il modo di sapere se il Papa la leggerà, se vorrà rispondere, o se preferirà ignorarla?
iniziativa coraggiosa che senza dubbio apprezzo, ma mi dispiacerebbe molto constatare che è stato solo un altro buco nell'acqua...
qualcuno sa rispondermi?

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