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www.ildialogo.org  IL DADO E' TRATTO (MALE) : IL PRIMO ORDINARIATO ANGLICANO CATTOLICO,di Ernesto Miragoli

 IL DADO E' TRATTO (MALE) : IL PRIMO ORDINARIATO ANGLICANO CATTOLICO

di Ernesto Miragoli

(14.01.2011)
In seguito alla pubblicazione della Anglicanorum coetibus, stanno prendendo forma gli aspetti disciplinari della ammissione dei preti sposati anglicani che si "convertono" al cattolicesimo.
La nascita ufficiale del primo Ordinariato per gli ex-fedeli anglicani che hanno deciso di tornare al cattolicesimo, frutto della costituzione apostolica di papa Benedetto XVI Anglicanorum Coetibus dello novembre 2009, e’ imminente. Domani la Congregazione vaticana per la dottrina della fede pubblichera’ il decreto che erigera’ un ”Ordinariato personale per i fedeli e il clero anglicani” dell’Inghilterra e del Galles.
Il 15 gennaio 2011, infatti, nella Cattedrale di Westminster, tre ex vescovi anglicani verranno nuovamente ordinati preti dal primate cattolico d’Inghilterra, mons. Vincent Nichols, entrando cosi’ a a far parte del clero cattolico e diventando i primi membri del nuovo Ordinariato che permettera’ a loro e ai fedeli che vorranno seguirli di conservare alcuni aspetti chiave della loro tradizione anglicana.
I tre ex-vescovi avevano annunciato gia’ in novembre la loro volonta’ di tornare a Roma usufruendo della possibilita’ offerta da papa Ratzinger con Anglicanorum Coetibus. John Broadhurst, Andrew Burnham e Keith Newton, insieme alle mogli di due di loro e a tre suore, sono gia’ entrati ufficialmente nella Chiesa cattolica il primo gennaio. Con l’assenso della Santa Sede, saranno ri-ordinati diaconi domani per ricevere poi la nuova ordinazione sacerdotale sabato. La stessa procedura, con tempi ancora da definire, verra’ applicata anche per due vescovi anglicani gia’ in pensione che aveva annunciato la loro decisione insieme ai tre. Uno di loro, con ogni probabilita’ Broadhurst, anche se sposato, potrebbe diventare il primo Ordinario – una carica che anche se aperta a un semplice prete, e’ equiparata a quella di un vescovo – e quindi di partecipare di diritto ai lavori della Conferenza episcopale inglese. Come spiegato da un ampio documento preparato proprio dai vescovi inglesi, a guida dell’Ordinariato deve esserci ”un prete o un vescovo”. Anche se saranno riordinati preti, i due ex-vescovi sposati non potranno pero’ diventare vescovi nella Chiesa cattolica finche’ la loro sposa rimane in vita. ”Un aspetto chiave dello stabilimento dell’Ordinariato da parte di papa Benedetto – osserva la nota – e’ che permette a gruppi di ex anglicani e al loro clero di restare insieme”. ”E’ piuttosto innovativo – prosegue il testo – perche’ in precedenza gli ex sacerdoti anglicani che erano ordinati nella Chiesa cattolica erano separati dalle loro comunita’, anche se alcuni membri di queste diventavano anch’essi cattolici”, e quindi ”e’ necessario un calendario diverso per questo nuovo aspetto”. ”Per tale ragione”, afferma la nota, ”le ordinazioni dei primi sacerdoti dell’Ordinariato avranno luogo mentre la loro formazione e’ ancora in atto, per permettere loro di guidare le proprie comunita’ verso la piena comunione con la Chiesa cattolica”. Per mons. Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Inghilterra e Galles, quello della nascita del primo Ordinariato per gli ex-anglicani ”e’ un momento unico e la comunita’ cattolica in Inghilterra e Galles ha il privilegio di partecipare a questo evento storico nella vita della Chiesa universale”. Il presule ha espresso gratitudine per ”la profondita”’ della ”ferma, positiva e continua” relazione esistente tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana, che e’ ”il contesto dell’importante iniziativa di sabato”. In particolare, ha menzionato la ”sensibile leadership dell’Arcivescovo di Canterbury”, che ”riconosce generosamente l’integrita’ di quanti cercano di unirsi all’Ordinariato e ha assicurato loro le proprie preghiere”. Per mons. Nichols, Benedetto XVI e’ stato chiaro nello spiegare le ”proprie intenzioni”: ”Che l’Ordinariato possa servire alla piu’ ampia causa dell’unita’ visibile tra le nostre due Chiese, dimostrando nella pratica quanto dobbiamo donarci l’uno all’altro nel servizio comune del Signore”.
Rimangono aperti un po' di problemi di tipo teologico-sacramentale-giuridico e pastorale.
Il primo: la riordinazione dei preti e vescovi ripartendo dal diaconato.
E' un errore teologico-sacramentale e un poco anche giuridico. Teologico-sacramentale perchè la chiesa anglicana ordina validamente preti e vescovi: si staccò da Roma per quanto riguarda problemi dottrinali, ma i vescovi e i preti allora ordinati validamente (intendo prima che l'imperatore si proclamasse capo della chiesa) continuarono ad ordinare validamente a seguire.  Di più: sia la teologia cattolica che quella anglicana riconoscono la validità del "carattere" a tre sacramenti che non sono più repetibili nella vita: Battesimo, Confermazione, Ordine. 
Ma l'errore è anche giuridico: si tratta di un bis in idem: il prete già ordinato prete, si ritrova disciplinarmente un'altra ordinazione presbiterale. Se "impazzisse" potrebbe alternarsi fra clero anglicano e clero cattoanglicano o anglocattolico! Un bel "busillis" che nel tempo non mancherà di recare grane.
Il secondo problema è quello del matrimonio: è semplicemente vergognoso che i due vescovi sposati non possano entrare nella piena comunione cattolica finchè la loro sposa rimarrà in vita. Mi stupisco che i vescovi anglicani abbiano accettato questa condizione umiliante per loro e la loro moglie, ma mi stupisco ancor di più che sia stata imposta da noi cattolici.
Il terzo problema riguarda i beni delle comunità: anche qui qualche problema giuridico ci sarà. Ci saranno parrocchie che nasceranno ex novo oppure saranno smembrate da quelle esistenti?
Come si sistemerà la questione economica?
Il quarto problema è pastorale: se un prete anglicano decide di farsi cattolico e rimane nella sua parrocchia trovando qualcho o molti seguaci, che succederà? Chi vorrà rimanere anglicano dovrà rivolgersi altrove per la sacramentalizzazione?
L'iter è lungo e tortuoso e, rebus sic stantibus, non mi pare che le premesse teologico-sacramentali-giuridiche siano ben impostate.
Se volessi vedere il bicchiere mezzo pieno direi che è un passo avanti verso un sacerdozio che non sia più solo maschile e celibatario, ma se guardo la metà vuota del bicchiere debbo riconoscere onestamente che mi sembra si sia fatta un'insalata con quel che rimane nell'orto dopo la tempesta.
Non capisco il motivo della Anglicanorum coetibus (lo scrissi a suo tempo), ma mi aspettavo che Roma fosse più pastorale e più giuridica, più teologica e più sacramentale nel gestire la cosa nei dettagli.
Mi pare che si stia correndo senza un motivo preciso e in nome di qualcosa che mi sfugge.

Ernesto Miragoli
www.webalice.it/miragoli



Venerd́ 14 Gennaio,2011 Ore: 20:16
 
 
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