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L'intervista alla BBC di una delle autrici della lettera a Benedetto XVI sul celibato

File audio e di seguito il testo della intervista tradotto.


L'intervista alla BBC di una delle autrici della lettera a Benedetto XVI sul celibato
Di seguito la trascrizione della intervista con nostra traduzione dall'inglese.

 

TESTO DELL’INTERVISTA
Il dibattito sul celibato per i preti cattolici romani sta acquisendo forza. Questa settimana sulla stampa internazionale si è occupata di una lettera aperta al Vaticano che è stata pubblicata dapprima su un sito cristiano a marzo.
La lettera è supportata da oltre 40 donne che affermano di aver avuto relazioni con preti e chiedono al papa di riconsiderare la sua dichiarazione che asserisce che “il celibato è un valore sacro”. B, come ha chiesto di esser chiamata, è una di queste firmatarie, ha più di 40 anni ed è single. Ha avuto una storia d’amore con un prete per quattro anni, che è finita nel dicembre del 2009.
Ha raccontato alla nostra inviata Emma Wallice, il perché ha deciso di firmare la lettera.
 
B. La relazione è finita per scelta mia. Quando ci siamo incontrati ed abbiano incominciato a frequentarci, c’era davvero un legame molto profondo tra noi, fisicamente ed intellettualmente, ed è andato avanti come qualsiasi altra normale relazione. Non gli ho mai chiesto di lasciare il presbiterato, perché non avrebbe avuto senso per lui, ma volevo che si assumesse la responsabilità del nostro rapporto.
Glielo ho chiesto molte volte e le cose hanno iniziato ad andare male, proprio da queste mie richieste. Non potevo vivere così.
Alla domanda “perché è durata così a lungo”, rispondo che se fosse stato un uomo come gli altri, non avrei mai accettato di essere trattata così. Ma poiché era prete, ho pensato di dovergli dare più tempo, dato che anche lui si trovava in una situazione difficile. Ho pensato di dover essere particolarmente paziente in questo caso.
La storia andava avanti, lui aveva molte responsabilità nella parrocchia, ma io gli davo qualcosa che nella sua vita mancava completamente. E’ un bravo prete, porta a termini ottimamente il suo compito, ma manca l’amore, il contatto fisico nella sua vita.
Quando mi ha conosciuto meglio e ha capito che non gli avrei mai chiesto di scegliere tra me e la chiesa, ha realizzato di aver raggiunto il massimo. Mi faceva sentire amata; se io avessi accettato di stare in silenzio, nell’ombra, stare alle sue regole, senza sfidare le sue necessità, sarebbe potuta durare per sempre secondo me.
 
E’ attraente per una donna stare con un prete?
B. Non lo so. Posso rispondere questo: io non sono stata attratta dal prete, ma dall’uomo. E’ una persona molto intelligente. All’inizio era critico con la chiesa e ho pensato che fossimo sulla stessa lunghezza d’onda. Non ero attratta in alcun modo dalla natura clandestina della relazione. Sono una persona che ama uscire allo scoperto, certo non nascondermi nell’ombra. Ma non c’era scelta.
Io amavo la persona. Il fatto che fosse un prete non aveva importanza. Ho creduto fosse una persona onesta e sincera, ma, man mano che la relazione andava avanti, mi sono resa conto di come fosse realmente. Perché tutti immaginano che un prete sia sincero e onesto, già quello che predicano “no alle menzogne”, “no ai segreti”, ma nella realtà, avendo una relazione con me, andava contro quello per cui viveva.
 
Evitando di scendere troppo nei dettagli, come funziona una relazione come questa? Perché ci si immagina che il rapporto tra una parrocchiana e un prete non diventi esattamente una relazione tra due amanti.
B. E’ stata una cosa assolutamente naturale. Peraltro scelta da entrambi. Devo essere onesta, tutti e due abbiamo desiderato questa relazione, proprio come ogni altra storia ed è stato molto bello. C’era rispetto reciproco e lui era molto attento nei miei confronti, sessualmente parlando. Certo non altrettanto attento verso le mie esigenze o altri aspetti della relazione.
Non si rendeva conto che io avrei desiderato andare in pizzeria, ma lui aveva paura. Si è reso conto di dover fare una scelta, ma lui faceva un passetto e io percorrevo un miglio. Lui viveva la cosa senza considerare affatto le mie esigenze. Diceva “tu mi completi, tu sei quel che mi manca”, ma si trattava sempre delle sue esigenze, non delle mie.
Credo che questi preti siano davvero molto egoisti, questo è il nocciolo della loro personalità. Pensano solo di sé stessi.
 
Perché pensa sia stato importante firmare la lettera aperta al Vaticano chiedendo che il voto di castità venga revocato?
B. E’ stato importante firmarla perché quando mi sono trovata in questa relazione ho pensato di essere sola. Poi ho scoperto che molte altre donne condividevano la mia condizione ed ho trovato molto sostegno nelle altre donne.
Credo ci sia un grosso silenzio attorno a questo tema e credo che il Vaticano dovrebbe cominciare a discuterlo. Non è una legge divina, non è scritta nel Vangelo! E’ una legge umana imposta. Penso che bisogna spingere il Vaticano a ridiscuterla.
Perché due esseri umani che si amano devono nascondersi? Perché la chiesa preferisce continuare questa forzatura? E’ quello che stiamo dicendo. Puoi fare quello che vuoi se resti nascosto, finché nessuno viene a saperlo. Devono rendersi conto di quanto questa situazione sia ipocrita se la si paragona a ciò che predicano quando salgono sul pulpito: la sincerità, la fedeltà, il rispetto e l’amore. Ritengo che le persone devono sapere che quelli che le sposano, le benedicono, le confessano e le assolvono a volte nascondono dei segreti.
Io credo che quello che paradossalmente darebbe più dignità e forza alla chiesa e ai preti sarebbe ammettere che questi fatti esistono. La dignità del prete non dipende e non dovrebbe dipendere dal fatto che sia celibe o meno. Dovrebbe piuttosto avere a che fare con la predicazione del Vangelo, punto e basta!
 
E questa era B. una delle donne che ha firmato la lettera aperta al Vaticano, sostenendo di aver avuto una relazione con un prete cattolico. Il Vaticano, interpellato dal nostro inviato a Roma, David Willy, sembra non abbia voluto commentare.
David, il Vaticano ha detto nulla di questa lettera?
Assolutamente nulla, e credo che non sia molto plausibile che si dica qualcosa a livello ufficiale.
Anche se sanno bene che molti preti non sono in grado di rispettare il voto di celibato, e penso che questo non sia tanto un problema italiano, ma per la mia esperienza, posso dire che è un fenomeno molto più esteso di quanto la gente creda.
E’ presente soprattutto in altre parti del mondo, nell’America Latina e in Africa dove molti preti cattolici hanno relazioni stabili con donne e questo sembra essere accettato dalla collettività come un “segreto ufficiale”, in cui molta gente sa.
Ricordo molti anni fa, quando ero in viaggio con Giovanni Paolo II, mi trovavo in Brasile a Salvador de Bahia, e c’era una donna italiana molto carina che aiutava che mi aiutava a tenere i contatti con Londra. Quando terminai le chiesi da quanto tempo vivesse in Brasile, e lei rispose “da circa 6 anni”. Allora proseguii “E cosa fa qui?”; mi rispose che aveva sposato un prete e aveva due figli.
E io rimasi di stucco perché non ero abituato a questo genere di cose. Ma per lei sembrava naturale che un prete potesse vivere apertamente con una donna e avere dei figli.
 
Mi sembra importante discutere questa cosa, non credi?
Sì certo, ma l’attuale papa ha ribadito che la cosa “è fuori discussione”. Esistono, tra l’altro, voci eminenti nella chiesa, come l’arcivescovo di Vienna, Card. Schönborn, che ha affermato ufficialmente ed apertamente che “forse questa legge andrebbe ridiscussa”.
Nessuno in Vaticano ne parla, ma nessuno può sapere se nei prossimi anni, dietro insistenti richieste da parte dei laici, e magari anche di alcuni preti, il tema non sarà posto in discussione.
 


Venerdì 28 Maggio,2010 Ore: 21:50
 
 
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Autore Città Giorno Ora
Nicola Giuliani Alberobello 01/6/2010 00.37
Titolo:COMODITA' E ASSURDITA' DEL CELIBATO ECCLESIASTICO E FORSE ANCHE ATTENTATO A UN ...
Il celibato ecclesiastico per tantissimi prelati e presbiteri è una grande comodità e opportunità, specie se l’esercizio del ministero è integrato da un collaterale rapporto che soddisfi la naturale, incomprimibile esigenza sessuale e di integrazione della propria personalità sotto l’aspetto affettivo: non si assumono responsabilità, se non il rischio , sinora molto remoto, che tale provvidenziale, gratificante rapporto venga troppo conosciuto e d’altro canto l’aureola di cui si dotano coloro che, con il voto di castità e l’obbligo del celibato, affrontano la vita religiosa impone rispetto e dà diritto a vari privilegi. Non credo si possa pretendere di più dalla vita. Ciò nonostante, prima di raggiungere tale stato di completezza, non da tutti agevolmente raggiungibile, quanta tensione, quanta tristezza, quanta insoddisfazione, quante tentazioni, quanta auto repressione, quante lacrime e preghiere, sino a che o si riesce a trovare fortunatamente quella completezza, di cui persino Benedetto XVI parla nell’Enciclica Deus Caritas Est, a proposito dell’amore terreno fra uomo-donna, o ci si perde sino compiere gli orribili atti pedofili.
Il fenomeno sembra essere così corposo e sistematicamente ripetuto nel tempo, che non si può non prendere in considerazione da parte della Chiesa la eliminazione di questo obbligo assurdo, anche se divenuto, egoisticamente, in tantissimi casi una gran bella comodità.
Non sarebbe poi tanto fuori luogo che, al di fuori dell’ambiente ecclesiastico, magari a livello europeo , si facciano concrete e incisive più che opportune sollecitazioni a che il problema venga affrontato in altro modo, statuendo magari normativamente la non liceità di imposizioni del genere da parte di chicchessia, avendo anche presente il continuo proliferare di altre associazioni religiose o sette, che ritengono di poter lecitamente imporre peggiori assurde limitazioni alla normale vita di quelle persone, che in vario modo vi entrano a farne parte.

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