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www.ildialogo.org Una lettera dall'Uganda,di p. GIUSEPPE FRANZELLI

Una lettera dall'Uganda

di p. GIUSEPPE FRANZELLI

Presentazione di Carlo Castellini


CHI E' MONS. GIUSEPPE FRANZELLI CHE SI FIRMA ANCORA PADRE GIUSEPPE. IL RICORDO DI CARLO CASTELLINI, AMICO DI STUDI E DI VITA.

  Padre Giuseppe, l'ho conosciuto negli anni di Liceo, di Carraia, nel comune di Capannori, provincia di Lucca, negli anni 60-63. Erano gli anni dei grandi slanci e attese conciliari, tenuti vivi, allora dal finissimo Mons. ENRICO BARTOLETTI, molto affine, come fisico ma anche come cultura, al nostro Giovanni Battista Montini, che lo aveva voluto infatti alla guida della Cei, di allora.
 Aveva goduto dell'appoggio e sostegno di Padre Danilo Castagnedi, amatissimo preside degli studi del Liceo, che con Luciano Franceschini, ora defunto e con Giuliano Volpi, ora in precarie condizioni in quel di Sarnico, in provincia di Bergamo, avevano costituito la struttura culturale e pedagogica di un grande liceo, ricco di attese e di speranze.
 Bresciano, di un paesino della Bassa, Cortefranca, dove ha vissuto la famiglia e I familiari; abbiamo stretto legami più solidali quando ci trovammo a vivacizzare insieme con altri, il gruppo missionario interno allora coordinato da Ottavio Raimondo, che sarebbe poi divenuto il coordinatore della casa editrice missionaria Emi di Bologna, con ricchezza di frutto e di iniziative editoriali. Ora divenuta punto di riferimento anche di altri istituti religiosi, come Saveriani, Consolata e altri.
 Più tardi le nostre strade si divisero, per intersecarsi di nuovo presso lo scaolasticato internazionale di Via Luigi, Lilio, 80, dove risiede la Casa generalizia comboniana, e insieme frequentammo l'università pontificia urbaniana allora chiamata De Propaganda Fide. Abbiamo vissuto insieme un'esperienza bella non solo di studio ma anche di confronti e di conoscenze condivise.
 Compagno di gioco, ma anche di vita, amico e confidente, intelligente e collaborativo, carattere gradevole ed intelligenza aperta. Poi di nuovo ci perdemmo di vista. Quando …......apparvero le sue prime lettere circolari con le quali teneva I suoi contatti sociali con un gruppo di amici che si interessavano di missioni. Mi furono recapitate a casa dalla sorella ELISA.
 Anni dopo lo ritrovai in via Tosio, un poco acciaccato, per problemi di schiena; ci abbracciamo e ci ripromettemmo di riprendere I contatti. Poi la sua missione a Lira in Uganda, divenne la sua preoccupazione principale, una volta divenuto vescovo. Il suo stile coinvolge, non è prevaricatore; d'altra parte conosce bene la realtà comboniana, dopo avere dedicato alcuni anni alla conoscenza dei propri confratelli e delle missioni sparse per il mondo. Non ha fretta, legge, prega, analizza, scrive e prende anche decisioni ponderate.
 La sua ultima lettera circolare però, mi ha toccato più delle altre, perchè l'ho trovato preoccupante e preoccupata, perchè testimone di una situazione drammatica, forse anche perchè padre Giuseppe propone un'analisi più realistica dell'Uganda e della sua missione, e chiama in causa anche noi, cristiani, quelli delle “radici” europee, quasi a ricordarci che siamo sulla stessa barca.
 Mi piace questo vescovo, perche' preoccupato ma credente, che sente si su di sè il peso della missione, ma anche le sfide delle politiche, I condizionamenti della gente, dell'ignoranza e delle superstizioni, come ci rivela la storia della piccola Maurine, sacrificata da un candidato di lista che sperava con questo sacrificio tanto assurdo quanto crudele, di riuscire vincitore nella sua corsa elettorale.
 Padre Giuseppe, mi piace ancora ricordarlo così, ti fa sentire vicina la missione, entra dentro di te in maniera simpatica ed empatica, quando ti parla del cammino di liberazione umana e cristiana, della sua Uganda e della sua Africa, dai mille volti, al servizio della quale, lui sta regalando gli anni migliori della sua vita, di uomo, di cristiano, di vescovo.
 Allo stesso modo lo ricordo con simpatia quando a Limone del Garda, (Brescia), suonai il campanello della casa natale di Daniele Comboni, casa ora ristrutturata, moderna e accogliente, Ad accorrere per primo, ad aprire la porta all'ospite, era proprio stato lui, padre Giuseppe, bruciando sul traguardo dell'accoglienza, ma solo per pochi secondi, Padre Andrea Polati, ormai 85 enne. Ora questo stile accogliente e ospitante lo ha portato anche in Africa. Forse anche poer questo lo hanno creato vescovo. (CARLO CASTELLINI).
 Ecco il testo della lettera di GIUSEPPE FRANZELLI
Carissimi,
L’appuntamento in occasione della giornata misssionaria mondiale mi trova imprepararato. Gli avvenmenti e gli impegni di questi ultimi tempi infatti sono stati cosi’ fitti e pressanti che mi ritrovo a ridosso di questamsignificativa ricorrenza  particolarmente stanco e certamente non  in vena di grandi riflessioni e condivisioni. Vi sto scrivendo durante il  viaggio di ritorno da Lira a Kampala,dove sono stato per un   incontro dell’Comitato esecutivo della  Conferenza episcopale.
Sono mesi che non scrivo a parenti ed amici…Stavolta , non e’ solo mancanza di tempo. Penso c’entri anche la necessita’ di dover prima “digerire” l’impatto di alcuni fatti che hanno lasciato il segno, dando a me stesso il tempo minimo perche’ si rimarginino alcune ferite. Il dono della fede aiuta in questo, ma richiede il suo tempo. Sono certo che succede anche a voi, perche’ e’ un’esperienza comune a tutti. I missionari non fanno eccezione
La ferita piu’ recente, che ha lasciato uno strascico di sofferenza non solo in me ma in tutta la Chiesa-Fammiglia di Dio in Lira, e’ la morte improvvisa di P. Guliano Pisoni, appena tornato dale vacanze in Italia e assegnato alla missione di Ngetta per sostituire
P. Luigi Polini, deceduto solo pochi mesi fa, in Giugno, sempre a Ngetta.  
Lettera con cui veniva assegnato ….. destinazione diversa, di fatto il nostro commune e finale destino.     Perdere due mmissionari in pochi mesi e’ certamente un grosso guaio. Umanamente parlando, …. Perdere…. Chi lli sosituisce? Il problema e’ acuito dal fatto che ieri l’altro ieri ho accompagnato a Kampla un altro membro edella tessa comunita’, un padre anziano che ha bisogno di un controllo medico in Italia. Speriamo possa tornare presto con nooi,,,,,,,,, L giorno della sua mort, al mattino4444
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Sgnore.
Sarei ingisto se non menzionassi in proposito il caso di P. Stephen.    Per un lungo mese ho temuto di perderlo….
P. Stephen Ocen….. preoccupazione durante tutto un mese… timore di perderlo, per di piu lontano daq casa, fuori Uganda, con tutte le com;icazioni e conseguenze che una morte lontano da casa puo’ avere sulla famiglia …
Oltre all’impatto emotivo , questo avvenimento ha comportato anche bella legnata dal punto di vista economico per le non fcerto floride situazione finanziaria della diocese. In tutto, si e’ trattato di circa 18.000 dollari. Narturalmente, la vita di una persona vale molto di piu’… e sono contento e riconoscente al Signore di avermi conservato e restitutito P. Stephe
Arrivo di due secolari comboniane, per accompagnare il cammino e l’impegno del Cosbel, l’assiciazione di volontari a favore degli ammalati di Aids.
Prewsenza del charisma e della vocazine commbooniana in tutte le sue epspressioni. Lira puo’ ora contare sullaa presenza di …padri, fratelli, suore, secolari e laici missionari comboniasni. Il mio desiderio e’ che insieme si possa trasmettere a lla chiesa locale di Lira uno spirito e slancio missionario, superando la tentazione di rihnchiuderci su di noi stessi, presi esclusivamente da nonstri problemi, anche se questi sono davvero tanti!
Indipendenza dell’Uganda 48 anni. Alcuni amici in visit ache hanno assistito alla parata e commemorazione svoltasi nellostadio in cui cinque anni fa sonon stato ordinate vescovo, sono rimasti colpiti dal fatto che, oltre alla polizia a sfilare siano state numerose scolaresche di bambini e studenti di tutte le eta’, dall’asilo alle scuole superiori. Una marea di gioventu’…. In effetti, a 48 anni dalla sua indipendenza, l’Uganda e’ sostanzialmente un paese di giovani. Le ultime ricerche e statistiche la collocano al secondo posto, subito dopo il Niger, come la nazione con il piu’ alto numero di giovani, il ……% dei suoi abitanti.
La domanda che mi pongo e’: quale futuro avranno ?
L’istruzione si sta diffondendo sempre piu’, appoggiata dall governo… anche se la qualita’ lascia spesso miolto a desiderare, specialmente nelle zone rurali…
Nonostante questo, sono ancora molti I ragazzie soprattutto le ragazze che non possono andare a scuola o non sono in grado di proseguire gli studi per mancanza di mezzi.
A paagando le tasse socolastiche e’ terminate. Il terzo ed ultimo trimester e’ in pieno svolgimento. Fino alla fine dell’anno, in dicembre, non avro’ piu’ a che fare con la fila di ……. Il grattacapo ricominciera’ all’inizio del prossimo anno scolastico, a fine gennaio. …
Se Dio vuole, la fila di coloro che vengono a chiedermi di aiuarli
Elezioni… primarie, interne ai singoli partiti per scegliere chi li rappresentara’ come candiato alle prossime eleziono cjhe si svolgeranno nei primi mesi del prossimo anno.
Caratterizzate da violenza, brogli, accuse reciproche… In alcuni posti si sono dovute ripetere due volte, con grande spreco di soldi e uno strascico di litigi fra vinti e vincitori. E vitni che accusano I candidate che anno vinto di brogli eletorali e minacciano di pres netarsi alle elezioni come candidate indipendenti, al di fuori delle liste di partito. Una gran confusione, che non fa presagire nulla di buono per l’anno prossimo. Se infatti questo e’ il clima e lo stato d,animo con cui si svolgonon elezioni fra amici, membri dello stesso partito, cosa succedera’ quando si presenteranno alle urne candidate degli altri partiti?
 Il preoblema e’ serio e non sembra presentare alcuna facile soluzione.
Come conferenza episcoaple ugandese, abbiano scritto una lettera pastorale invitando tutti a moderare I toni e a rispettare le regole del gioco democratico, in modo che le elezioni possano essere libere e giuste. La lettera ha scuscitato molto interesse e reazioni varie… ma la partita e’ ancora tutta da giocare.
Abbiamo bisogno che accompagniate il cammino verso una democrazia compiuta con la vostra preghiera. L’Uganda ha gia’ avuto la sua parte piu’ che abbondante di disordini, violenza e sofferenze….
Finora ho accennato ad alcunid dei tanti  problemi di natura sociale e politica, le sfide che che l’Uganda deve affrontare, I campi in cui la Chiesa si coinvolge in prima persona per un vero ed equo progresso sociale, la rconciliazione nella giustizia per una pce duratura.
Ma c’e’ un qualcosa di piu’ profondo che non possiamo trascurare. La giornata missionaria mondiale e’ ancora una volta qui a ricordarcelo. La Chiesa non e’ semplicemente un’agenzia che presta servizi sociali e di qassistenza, con particolare attenzione ai poveri e agli ultimi…. Il Sinod dei vescovi per l’Africa, a cui ho avugto il privilegio di partrecipare l’anno scorso a Roma, l’ha dertto con grande chiarezza, ripetendo l’affermazione di Benedetto XVI nella ……………. Il primo e piu’ grande contributo ….. e’ l’annuncio del vangelo, l’offerta dell’incontro con Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, nostro fratello, che condivide con noi una vita nuova.
Piu’ vado Avanti nel mio servizio missionario a questa giovane Chiesa Famiglia-di-Dio a Lira, e piu’ ne sono convitnoto. C’e’ ancora motlo bisogno di un annuncio rinnovato ed in profondita’ del Vangelo nella sua radicalita’ che esige una vera conversione e cambio di mentalita’ e di cuore. A ricordarmelo in modo violento ed atroce, se pur ce ne fosse stat bisogno, un fatto accaduto alcune settimane fa, che mi pesa ancora sul cuore e che cerco di portare nella preghiera. In realta’ sono un po’ incerto se proseguire e condividerlo, perche’ non vorrei che qualcuno generalizzasse la cosa o ne tresse delle conclusioni di condanna su tutta ;la societa’ ugandese. Sarebbe come concludere che tutti in itallia sono criminali o Mafiosi per le colpe di alcuni individui che si macchiano di tali delitti. Ve ne parlo allora, con qualche esitazione, per invitarvi a chiedere per me, I missionary, il clero e religisi/e locali, I nostri catechisti e laici il coraggio e la determiinazione di una evangelizzazione piu’ attenta decisa che raggiunga il cuore ela mentalita’ della gente, liberandola da superstizioni, paure che la tengono ancora prigioniera, senza accontentarci ed illuderci con li numeri dei battesimi, comuunione e cresime ….
I fatto. E’ successo in un villaggio della cappella di…., in una delle nostre parrocchie. Per ovvi motive, preferisco non fare nomi. Una giovane mamma, dovendo andare a finire un certo lavoro nei campi, lascia in casa I suoi due ultimi bambini. Il piu’ piccolo e’ affidato alle cure di una ragazzina, apidi, Dopo u po’ il piccolo comincia a piangere e continua a lungo senza che la apidi, custode, riesca a calmarlo. Decide allora di portare il bimbo dalla maamma nei campi. Lascia quindi in casa l’altra bambina, piu’ grandicella, di tre anni e mezzo. Terminato il lavor nei campi, un po’ piu’ tardi, la mamma torna a cas, assieme asl bimbo piccolo e alla sua custode. Non vedono l’altra bambina, rimasta a casa. La chiamano e poi la cercano invano. Sparita. Temendo che si sia allontanata e poi persa, chiamano in aiuto I vicini e continuano le ricerche fino a notte inoltrata. Nessuna traccia della bambina. Alcuni giorni dopo, sabato, alcune donne si recano al fiume, sentono un forte fetore e trovano sulla sponda , nell’acqua il cadavere della bimba. Constatano con orrore che il piccolo cadavere, con la testa rasata, e’ stato mutilato: manca un braccio e le sono state asportate le parti genitali.
 Poco meno di un anno fa, l’Uganda e’ stata lla ribalta dei vari giornali e slla rete internet per episodi di sacrifice di bambini. A parte le esagerazioni giornalistiche, e’ indubbio che il fenomeno esiste. Apparentemente e’ piu diffuse al cento red al sud del paese, ma anche da noi al Nord si riscontrano dei casi. Non r’ quest oil tempo ed il luogo per una nalisi delle cause di questo terribile criimiine. C’entrano ls superstizione, il credere che il sacrificio di vittime innocenti sia propizi ed assicuri buona fortuna neigli affair ed altre iniziative importanti, in amore, nella carriera… E c’e’ natiralmente chi – stregoni, fattucchire, pseudo sacerdoti di nuvoi riti misti a pratiche tradiizionali che invocano spiriti tradizionali – approditta della credulita’ della gente, fra cui si contano uomini d’affari, intellettuali e politici, per il proprio tornaconot.
Il sospetto atroce che mi accompagna e’ che in questo caso, possa esserci entrato un elemento davvero disgustoso e assolutamente abominevole. Il fatto e’ successo quaqlche giorno prima delle elezioni primarie locali, in cui vari aspirrranti del parttito all governo si presentavano come candidati alle prossime elezioni. Temo che la piccolo innocente, su indicazione di qualche spirito sia stata sacrificata per ottenenre l’elezione il successo elettorale di un candidate!
Profondamente addolorato ed indignato, mi ritrovo a riflettere sull’impatto che la dede ed il vangelo di Gesu’ hanno o non hanno sulla mentalita’ e I costume della nnostra gente. Senza generalizzare la portata del caso, non posso fare a meno come pastore di questa chiesa , di interrogarmi e concludere che il alvoro da fare e’ ancora molto. Si tratta di continuare un cammino di liberazione umana e cristiana, che renda le persone libere, sottraendole alla schiavitu di paure e credenze  che minano ed impediscono la costruzione di una societa’ piu’ giusta e fraterna. 
Quando succedono, queste cose sono come un macigno che pe ti pesano sul cuore e restno sullo stomaco. Si tratta naturalmete di casi estremi. Ma Assieme a tante   altre difficolta’ e situazioni negative e a pparentemente senza via d’uscita, possono condurre talvolta ad una tentazione sottile, che colgo nell’espressione di qualche sacerdote, sia missinario che diocesano. Dopo tanti anni, siamo ancora a questo punto? Quanto ci vorra’ perche’ il vangelo pentri la cultura e trasformi il cuore della societa’ Africana?
E’pero’ questo un pessimismo che non tiene conto della pazienza storica e dei tempi lunnghi di Dio, e che dimentica quanti secoli siano occorsi all’Europa per diventare davvero Cristiana e come a duemila a nni di distanza anche la nostra societa' sia ancora in milti apspeti carente di quei valori evangelici che non possiamo mai dare per scontati cm ache siamo chimati a chiedere come donon, annunciare e decidere di vivere ogni giorno.
Allora, in occasione della Giornata Missionaria mondiale, aqnche la condivisione di questo episodio atroce e doloroso puo diventare il mio piccolo contributo di riflessione sul fatto che la missione non e’ ancora finite e non e’ a senso uni=co, dal nord al sud del mondo, in un flusso di preghera, solidarieta’ ed aiuti materiali per I poveri dell’Uganda Africa. La missione. E’ piu che mai urgente ed attuale, a Lira e in tutto il mondo. E chiede a me , a te, a ciascuno di noi, di guardarci dentro e scoprire quale piega profonda del nostro cuore  quale aspetto e dimensione di nostril rapporti con gli altri, vicini e lontani, ha ancora bisogno di essere evangelizzata, cioe’ di aprisi all’annuncio di Cruisto che ci libera dale nostre angosce e parure e ci rende capaci di guardare a tutti gli altri, poveri, ricchi, bambini, uomini e donne di ogni colore, razza, appartenenza politica e religione, come fratelli e sorelle, chiamati a vivere cio’ che siamo realmente: famiglia di Dio. Allora, aiutiamoci a vicenda chiedendo al Signore io per voi e voi per me e la Chiesa di Lra – che questo avvenga e che il suo regno cresca e metta radici sempre piu’ vere e profonde in tutto il mondo.
Buona festa e giornata missionaria mondiale. Buona missione. Vostro,
                                             
p. Giuseppe


Giovedì 11 Novembre,2010 Ore: 16:40
 
 
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