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www.ildialogo.org O’BRIEN COME MACIEL: IL CARDINALE PEDOFILO “PUNITO” CON RITIRO E PREGHIERA,da Adista Notizie n. 20 del 01/06/2013

O’BRIEN COME MACIEL: IL CARDINALE PEDOFILO “PUNITO” CON RITIRO E PREGHIERA

da Adista Notizie n. 20 del 01/06/2013

37180. ROMA-ADISTA. La decisione assunta dal Vaticano il 15 maggio di inviare all’estero per un periodo di ritiro il card. Patrick O’Brien – già arcivescovo di Edimburgo che lo scorso febbraio, dopo le accuse rivoltegli da quattro preti vittime di abusi sessuali da lui perpetrati, rassegnò le proprie dimissioni ammettendo le proprie responsabilità e non partecipando, quindi, al conclave – ha suscitato molte critiche: troppo morbido, troppo facile, troppo comodo. È proprio uno dei quattro preti a criticare la disposizione con la quale il cardinale è stato “punito” dal Vaticano: un “semplice” ritiro, finalizzato a un «rinnovamento spirituale, di preghiera e di penitenza», in luogo all’estero da definirsi. O’Brien – così il prete, del quale senza rivelarne il nome parla l’agenzia tedesca Kna – avrebbe invece assoluto bisogno di un trattamento psicologico: senza un accompagnamento terapeutico, ha detto, il cardinale continua ad essere «un pericolo per sé e per gli altri». Un altro dei quattro preti ha chiesto ulteriori indagini sul caso, osservando che un soggiorno del cardinale all’estero serve solo a risparmiare alle autorità ecclesiastiche ulteriore imbarazzo. Inoltre, si dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di togliere a O’Brien almeno la dignità cardinalizia.
Forte anche la reazione dello Snap, l’associazione internazionale che raccoglie le vittime di abusi sessuali ad opera di rappresentanti del clero. In un comunicato del 16 maggio, il direttore, David Clohessy, afferma che se «qualcuno sostiene che il Vaticano sta punendo l’infame cardinal O’Brien, questa è un’assurdità» e altro non è che un tentativo di limitare i danni a livello di pubbliche relazioni. «Finché la gerarchia vaticana – ha aggiunto – non smetterà di usare un doppio standard, dovremmo essere tutti molto più prudenti nell’interpretare parole e azioni».
Secondo quanto riporta il quotidiano scozzese The Scotsman, «dopo dieci settimane di nascondimento, è tornato in Scozia in ritiro, come precedentemente pianificato, in una proprietà della Chiesa a Dunbar. Tuttavia, questo passo ha irritato la Conferenza episcopale che, pare, si sia lamentata a Londra con il nunzio apostolico».
Anche la stampa inglese – e non solo – è severa sulla questione, come nota Francesco Merlo su La Repubblica (17/5), che definisce il provvedimento vaticano «un affettuoso scappellotto», «un rimbrotto burbero, una tirata d’orecchie complice che solo in Italia è ruffianamente raccontata come un giro di vite papale, una tolleranza zero della Chiesa verso gli abusi sessuali dei sacerdoti». E che viene spacciata «per un chiavistello serrato ai polsi del malnato cardinale scozzese che, dopo averli ubriacati, violentò almeno quattro seminaristi, sconvolse le loro vite, impose le sue perversioni con il suo potere di arcivescovo». All’estero la misura è apparsa in tutta la sua insufficienza e ha suscitato sferzanti critiche perché O’Brien, top leader della Chiesa britannica fino a febbraio, non aveva mai risparmiato esternazioni omofobe, definendo l’omosessualità «degradazione morale» e «sovversione grottesca », e le unioni tra gay «una violazione dei diritti umani peggio della schiavitù». Aveva confessato, il cardinale, ma le sue parole erano state provocate dalle accuse dei quattro preti abusati che – qui Merlo cita il Guardian (16/5) – erano «rimasti soggiogati dalla tiara dorata e da quel rosso cardinale che ci annebbia il giudizio, perché chi li porta diventa puro e invincibile: il prete è buono, l’arcivescovo è meglio, il cardinale è il migliore di tutti».
Si tratta, continua Merlo, di una sanzione «affettuosa», che, sì, potrebbe far cogliere «un qualche inasprimento rispetto al passato di omertà totale che copriva ogni marasma e ogni violenza sessuale tra i funzionari di Dio». Ma «già nel 2006 papa Ratzinger spedì padre Marcial Maciel, il fondatore dell’ordine dei Legionari di Cristo, “in un luogo di penitenza e di preghiera”».
«Forse – è l’amara conclusione di Merlo – l’omertà era più dignitosa di questa derubricazione del delitto mostruoso a marachella, del peccato mortale a peccato veniale punito come i confessori della mia infanzia punivano gli “atti impuri” dei bambini: “tre Pater, tre Ave, tre Gloria”. Tanto più che la preghiera inflitta al cardinale viene spacciata in Italia, con inconsapevole umorismo, per durezza estrema, per tolleranza zero». Solo punendo severamente i criminali e risarcendo, per quanto è possibile, le vittime, si può avere giustizia e uguaglianza, e se anche in Gran Bretagna vige la prescrizione di un reato commesso trent’anni fa, è altrettanto vero che «la Chiesa sospende per molto meno e può arrivare alla scomunica e all’espulsione». Lo scappellotto al cardinale, insomma è «corresponsabilità morale». E se papa Francesco vuole mostrarsi come «papa semplice dei poveri e dei buoni», «non è ancora il Papa dei giusti»: «Si rimetta pure le scarpe di lusso, torni a confessare in latino e si addobbi, se vuole, con i paramenti d’oro, ma cominci finalmente ad applicare la Giustizia contro i preti che si macchiano di orrendi delitti sessuali». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Sabato 01 Giugno,2013 Ore: 19:07
 
 
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La questione dei preti pedofili

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