www.ildialogo.org LE BUGIE HANNO LE TONACHE CORTE. SULLA PEDOFILIA, UN DOCUMENTO SMENTISCE IL CARD. DOLAN,da Adista Notizie n. 23 del 16/06/2012

36735. NEW YORK-ADISTA. Ombre pesanti sull’operato dell’intransigente e rampante arcivescovo di New York, il card. Timothy Dolan, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Ad essere al centro di un potenziale grave scandalo sarebbe il suo modus operandi quando, nel 2003, da vescovo di Milwaukee, ebbe a che fare con alcuni preti denunciati per pedofilia. In quel caso, infatti, l’arcidiocesi offrì a tali sacerdoti, che non potevano essere spostati ad altri ministeri, una somma in denaro pari a 20mila dollari, perché accettassero in silenzio e senza contestazioni di essere laicizzati. La notizia è trapelata in occasione della scoperta di documenti emersi quando, nel 2011, la diocesi è stata dichiarata in bancarotta, non riuscendo più a pagare i risarcimenti alle vittime. Secondo quanto ha affermato il segretario generale della diocesi Jerry Topczewski, questa cifra era considerata un modo per aiutare i sacerdoti nel loro passaggio dalla vita sacerdotale a quella laicale e veniva fatta rientrare nella voce del sostegno economico di un prete, di qualunque prete, al quale la diocesi è canonicamente tenuta.

Questa verità, confermata, appunto, dall’arcidiocesi, contraddice in pieno quanto affermato dallo stesso Dolan in passato, quando aveva negato di essere a conoscenza di programmi di aiuto ai preti pedofili, definendo tali voci «false, grottesche e ingiuste». Dai documenti di cui gli inquirenti sono entrati in possesso, invece, appare chiaramente come, nel marzo 2003, l’arcivescovo Dolan avesse addirittura presieduto una riunione del Consiglio economico dell’arcidiocesi, che aveva all’ordine del giorno precisamente l’ipotesi dell’offerta di una quota in denaro ai sacerdoti accusati di pedofilia che non potevano essere “riciclati” in altro modo. A quanto è emerso, sono stati pagati in tutto 90mila dollari a nove preti.

L’associazione che raccoglie le vittime degli abusi perpetrati da preti, la Survivors Network of those Abused by Priests (Snap), definisce invece «mazzetta» la somma pagata ai preti per comprare il loro silenzio e la loro acquiescenza. La somma, versata in parte all’inizio e in parte alla fine del processo di laicizzazione, era oltretutto molto vicina a quella che, una decina di anni fa, veniva versata alle vittime degli abusi come risarcimento per i danni subiti in conseguenza del disagio psicologico causato dall’abuso: dalla perdita del lavoro all’interruzione degli studi fino alla depressione. «In quale altra professione in cui si abbia a che fare con delle famiglie e si gestiscano scuole e programmi rivolti ai giovani – si legge in una lettera aperta della Snap all’arcidiocesi – viene offerto un bonus in denaro a un dipendente se ha violentato e molestato dei bambini?». (ludovica eugenio)

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ADISTA
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Sabato 16 Giugno,2012 Ore: 16:27