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www.ildialogo.org «TACQUE SUI PRETI PEDOFILI». MA PER IL VESCOVO LAFRANCONI FORSE ARRIVA LA PRESCRIZIONE,da Adista Notizie n. 7 del 25/02/2012

«TACQUE SUI PRETI PEDOFILI». MA PER IL VESCOVO LAFRANCONI FORSE ARRIVA LA PRESCRIZIONE

da Adista Notizie n. 7 del 25/02/2012

36549. SAVONA-ADISTA. Per alcuni anni le indagini sono state condotte dalla magistratura nel più totale silenzio. Poi – tra il 9 e l’11 febbraio scorso – sulla stampa locale è esploso il caso, portando alla luce condanne e capi d’accusa che hanno travolto la diocesi di Savona-Noli. I fatti: circa venti anni fa due preti della diocesi savonese, ai tempi retta dall’attuale vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, hanno commesso abusi su alcuni minori loro affidati. Dopo il rinvio a giudizio, il primo dei due, don Nello Giraudo, ha patteggiato un anno di reclusione per un reato di violenza sessuale più recente e non ancora prescritto, mentre il secondo, don Giorgio Barbacini, è stato condannato a tre anni per pedofilia. Durante un blitz in Curia, poi, gli inquirenti avrebbero sottratto dalla cassaforte del palazzo vescovile un fascicolo riguardante il caso di don Giraudo. Documentazione che ha indotto a ritenere mons. Lafranconi al corrente delle malefatte dei suoi preti e colpevole di averli “coperti”.

Ma anche questo caso di presunta “copertura” sembra risolversi in un fuoco di paglia: forse, presto, sulle accuse rivolte al vescovo calerà una cortina di silenzio perché, a causa dei troppi anni trascorsi dai fatti, il procuratore della Repubblica e il sostituto procuratore hanno richiesto l’archiviazione per prescrizione.

Ha accolto la notizia con stupore e amarezza Francesco Zanardi (fondatore di Democrazia Atea e portavoce della Rete L’Abuso), vittima di don Giraudo quando era bambino, che ha denunciato l’abuso dando il via alle indagini. «Sulla richiesta di archiviazione – ha spiegato alla stampa – i legali dell’associazione stanno già lavorando e nei prossimi giorni faranno opposizione».

Nato a Mandello del Lario, in provincia di Lecco, nel 1940, Lafranconi è ordinato sacerdote all’età di 24 anni nella diocesi di Como, dove cura l’attività didattica in Teologia morale e Storia della Chiesa. A fine 1991 è nominato vescovo e va a guidare la diocesi di Savona, che lasca solo 10 anni più tardi, in seguito al trasferimento a Cremona.

Nel corso degli anni, mons. Lafranconi si distingue per posizioni di apertura. In un comunicato del 25 febbraio 2004 – da alcuni anni, a Cremona, il dibattito sociale è infiammato per le inchieste sul presunto coinvolgimento della moschea cittadina nel terrorismo internazionale islamico – mons. Lafranconi ribadisce la necessità di proseguire sulla via del dialogo, «anche per cooperare al superamento di pregiudizi, intolleranza reciproca, emarginazione e reciproca ignoranza, pericolose matrici di violenza, favorendo occasioni di inserimento sociale» (v. Adista n. 17/04).

Il vescovo dimostra coraggio e lungimiranza non solo sulle questioni sociali, ma anche su argomenti tabù, quali aborto, omosessualità e celibato obbligatorio. Il 23 marzo 2006, in occasione delle festività pasquali, concede ai preti della diocesi la temporanea facoltà di assolvere chi confessava il “peccato di aborto volontario”, per il quale è prevista la scomunica automatica (v. Adista n. 29/06).

Qualche tempo dopo, mons. Lafranconi fa tremare ancora le colonne del Magistero romano. Proprio mentre nel resto del Paese il dibattito tra fede e omosessualità continua a rimanere confinato a gruppi e movimenti marginali e alle Chiese protestanti, nel 2007 il vescovo di Cremona integra ad experimentum il gruppo di credenti omosessuali “Alle querce di Mamre” nella pastorale diocesana. Non solo: il 27 maggio 2010 presiede addirittura una veglia promossa in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia (v. Adista n. 44/10).

Ultimo atto, nel settembre scorso, in un’intervista al Quotidiano Nazionale che ha fatto molto discutere, Lafranconi ha dichiarato che «non c’è nessun ostacolo dogmatico all’ordinazione di un uomo di provata fede che abbia una moglie e dei figli. È un’ipotesi che si può discutere come una delle soluzioni possibili per arginare la crisi delle vocazioni in Europa». (giampaolo petrucci)

Articolo tratto da
ADISTA
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Martedì 21 Febbraio,2012 Ore: 18:33
 
 
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La questione dei preti pedofili

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