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www.ildialogo.org CONDANNATO PER PEDOFILIA UN EX COMPONENTE DELLE BEATITUDINI. MA RESTANO ALCUNE OMBRE,Adista Notizie n. 95 del 24/12/2011

CONDANNATO PER PEDOFILIA UN EX COMPONENTE DELLE BEATITUDINI. MA RESTANO ALCUNE OMBRE

Adista Notizie n. 95 del 24/12/2011

36456. PARIGI-ADISTA. Cinque anni di reclusione, controllo sociogiudiziario con obbligo di cure per un periodo altrettanto lungo, divieto di contatto con minori e risarcimento delle vittime. Si è conclusa così la vicenda giudiziaria di Pierre-Etienne Albert, ex componente della Comunità delle Beatitudini (v. Adista nn. 82 e 89/11), condannato il primo dicembre scorso dal Tribunale di Rodez che l’ha riconosciuto colpevole di 38 casi di abuso sessuale su minore, commessi tra il 1985 e il 2000. Una sentenza definitiva: il 13 dicembre, allo scadere dei dieci giorni di tempo previsti per fare appello, la sua avvocata, Elisabeth Rudelle-Vimini, e la Procura di Rodez hanno infatti comunicato che non hanno intenzione di presentare ricorso.

«Ho la sensazione di uscire dopo 20 anni di prigione», ha commentato Solweig Ely, parte civile al processo e autrice del libro Le silence et la honte (Il silenzio e la vergogna) in cui racconta la sua vicenda. «Immaginavo di non potermi aspettare una pena proporzionata alla ferita ma sono venuta lo stesso in tribunale perché avevo bisogno di sentire che lui è colpevole e che io sono stata riconosciuta come vittima. Avevo bisogno, come le altre persone che hanno vissuto la mia stessa esperienza, di vederlo andare in prigione, mentre noi siamo liberi. È una pagina che si volta».

Restano però le ombre sulla Comunità. «Il processo – ha commentato in un’intervista a La Croix (2/12) p. Henry Donneaud, commissario pontificio nominato dalla Santa Sede nel 2010 – ha rivelato gravi e dolorose lacune nell’accompagnamento di Pierre-Etienne Albert, a partire dalle prime rivelazioni nel 1989. Tutti i dirigenti che si sono succeduti hanno sminuito la gravità dei fatti, non hanno voluto vederla e forse non hanno saputo discernerla». «In questa incapacità a comprendere la pericolosità di uno dei loro componenti, c’è impreparazione, accecamento e, per alcuni, irresponsabilità e incompetenza. Ciò che appare anche è la precedenza data alla protezione di Pierre-Etienne Albert a scapito della protezione delle vittime potenziali, alcune delle quali diventate vittime effettive». «Credo – ha concluso – che la comunità Les Béatitudes meriti e debba vivere per la bellezza del suo carisma, a condizione che si lasci purificare, per risanare tutti i germi di peccato che vi si sono innestati. La sfida è che riesca a far emergere la verità sul suo passato, sulle derive che possono esservi state, a ogni livello. È disposta a farlo? Penso di sì. Quello che vedo alla base mi lascia molto fiducioso, anche se il lavoro non è terminato». (i. c.)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 20 Dicembre,2011 Ore: 19:44
 
 
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La questione dei preti pedofili

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