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www.ildialogo.org NOI SIAMO CHIESA SULLE LINEE GUIDA ANTIPEDOFILIA: BASTA SEGRETI E SILENZI,di Agenzia Adista n. 80 - 05 Novembre 2011

NOI SIAMO CHIESA SULLE LINEE GUIDA ANTIPEDOFILIA: BASTA SEGRETI E SILENZI

di Agenzia Adista n. 80 - 05 Novembre 2011

36368. ROMA-ADISTA. Prosegue la mobilitazione dell’associazionismo di base in merito alla bozza delle linee guida antipedofilia della Cei. Dopo l’esplosione di numerosi casi di pedofilia clericale in diversi Paese, il 3 maggio 2010 la Congregazione della Dottrina della Fede aveva deciso di correre ai ripari, inviando una Lettera circolare per aiutare le Conferenze episcopali nel preparare linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici. In breve, la Cdf aveva chiesto alle Conferenze dei vescovi di tutto il mondo «l’istituzione di procedure adatte ad assistere le vittime di tali abusi, nonché la formazione della comunità ecclesiale in vista della protezione dei minori». Una prima risposta della Conferenza Episcopale Italiana è arrivata solo a fine settembre scorso, quando il Consiglio permanente della Cei ha dichiarato di aver preso in esame una bozza delle linee guida antipedofilia richieste dalla Santa Sede. All’annuncio sono seguite, a stretto giro, le rimostranze delle associazioni di vittime della pedofilia clericale che chiedevano ai vescovi «verità e giustizia», e non solo «parole vuote e pubblico rammarico» (v. Adista n. 73/11).

Da allora, sul testo in esame, che dovrà essere pronto a maggio prossimo, solo silenzio e chiusure. Lo denuncia, in un comunicato del 20 ottobre scorso, Noi Siamo Chiesa (Nsc), che «chiede formalmente che la Conferenza episcopale apra una ampia e seria consultazione sul documento». Infatti, prosegue Nsc, «questa bozza, ora segreta, è doveroso che sia sottoposta all’opinione di quanti nella Chiesa hanno titolo ad esprimersi, a partire dalle vittime e da altri (rappresentanti dell’associazionismo familiare, psicologi, educatori, associazioni di base). Per la delicatezza del problema e per il segreto mantenuto troppo a lungo su queste questioni, non è accettabile che questo testo sia discusso ed emanato dagli stessi soggetti ecclesiastici che, per anni e con le dovute eccezioni, sono stati reticenti, hanno “coperto”, in varie forme, casi gravissimi, che, di fatto, troppo spesso si sono collocati a fianco dei colpevoli e non delle vittime e che sono stati, diciamolo apertamente, omertosi».

In particolare, Nsc vorrebbe che i redattori del documento antipedofilia affrontassero questioni dirimenti, che invece i vescovi, ancora una volta, sembrano voler glissare: «L’obbligo di denuncia, in tempi rapidi e con caratteristiche ben definite, del prete pedofilo all’autorità civile» e «l’istituzione di una struttura non “clericale” che in ogni diocesi costituisca il primo e più importante referente per le vittime». (giampaolo petrucci)

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 02 Novembre,2011 Ore: 15:57
 
 
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La questione dei preti pedofili

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