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www.ildialogo.org IRLANDA: PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO TRA GOVERNO E SANTA SEDE SUL RAPPORTO CLOYNE,di Agenzia ADISTA

IRLANDA: PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO TRA GOVERNO E SANTA SEDE SUL RAPPORTO CLOYNE

di Agenzia ADISTA

36296. DUBLINO-ADISTA. «Molto tecnica e legalistica». Non ha usato giri di parole Eamon Gilmore, vice primo ministro irlandese, nel commentare la risposta con cui la Santa Sede ha reagito alle accuse lanciategli dal Rapporto Cloyne (v. Adista n. 65/11). «Alcuni membri del clero si sono macchiati di orribili abusi sessuali a danno di bambini», ha proseguito Gilmore. «La Chiesa cattolica non è intervenuta come avrebbe dovuto. Non facciamoci distrarre. Non perdiamo di vista quella che è la questione centrale». Parole a cui hanno fatto immediatamente da contraltare quelle dell’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin: «Il Vaticano ha risposto a delle domande che gli erano state poste, alcune delle quali riguardanti aspetti normativi e legali. È un po’ ingiusto, ora, sostenere che è stata data una risposta di carattere meramente tecnico: erano le domande ad essere tecniche».

Il botta e risposta fra Gilmore e Martin si è svolto a margine della pubblicazione, lo scorso 8 settembre, del comunicato ufficiale con cui l’esecutivo irlandese ha inteso commentare la risposta vaticana al Rapporto Cloyne. Quest’ultimo aveva di fatto accusato la Santa Sede di aver agito in maniera da ostacolare la collaborazione attiva di diversi membri del clero con le autorità civili preposte ad indagare sugli abusi sessuali a danno di minori commessi da religiosi della diocesi di Cloyne. Sotto lo sguardo critico degli estensori del rapporto era finita, in particolare, la missiva indirizzata ai vescovi irlandesi dall’allora nunzio apostolico per l’Irlanda, mons. Luciano Storero, il 31 gennaio 1997. La lettera, che comunicava la risposta della Congregazione per il Clero al cosiddetto “Documento Quadro” elaborato dalla Conferenza episcopale irlandese per individuare una risposta allo scandalo pedofilia, avrebbe di fatto messo in discussione l’idea dell’obbligatorietà, per i religiosi, di denunciare i comportamenti abusanti all’autorità civile. Nelle sue considerazioni, riguardanti tanto il testo del rapporto quanto le successive prese di posizione, tutte estremamente critiche nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche, di alcuni dei massimi esponenti della vita politica irlandese, il Vaticano si era difeso sostenendo la natura non ufficiale del “Documento Quadro”, nonché il carattere controverso, dal punto di vista del diritto canonico, dell’obbligo di denuncia all’autorità civile.

«Il governo d’Irlanda», si legge ora nella controrisposta governativa alla risposta vaticana «rimane convinto che la lettera confidenziale indirizzata dall’allora nunzio apostolico, arcivescovo Storero, ai vescovi irlandesi, sia servita di fatto ad alcuni membri del clero, quali che fossero le intenzioni dei suoi estensori, come pretesto per sfuggire ad una piena cooperazione con le autorità civili irlandesi in tema di abusi sui minori. Questo fatto è di per sé motivo di grande preoccupazione per il governo irlandese». Riguardo poi alle durissime parole usate lo scorso 20 luglio, nel corso di un dibattito parlamentare sul Rapporto Cloyne, dal primo ministro Enda Kenny («il rapporto», aveva sostenuto allora il capo del governo irlandese «porta in superficie tutto il mal funzionamento, la sconnessione, l’elitarismo e il narcisismo che dominano attualmente in Vaticano») il comunicato afferma con decisione che «i commenti del Taoiseach (nome ufficiale in gaelico del primo ministro irlandese, ndr) e di altri leader politici rispecchiano fedelmente il sentimento di pubblico sdegno di cui è preda la stragrande maggioranza dei cittadini irlandesi di fronte alla mancanza di una risposta adeguata, da parte tanto della Chiesa cattolica irlandese quanto della Santa Sede, al dramma degli abusi sessuali commessi da ecclesiastici a danno di minori». Il comunicato si conclude infine accogliendo come un fatto positivo l’impegno, espresso dalla Santa Sede nelle battute conclusive della sua risposta, al dialogo costruttivo e alla collaborazione. «Nel salutare questo impegno il governo si aspetta la massima cooperazione da parte della Santa Sede, della Chiesa cattolica irlandese e di tutti gli organismi interessati, con la speranza di rendere l’Irlanda un Paese pienamente sicuro per i bambini e per i minori, nel quale tutti coloro che si trovano ad essere responsabili del benessere e della cura dell’infanzia siano pienamente soggetti alla legge».

Sempre in tema di abusi sessuali commessi in Irlanda da membri della Chiesa cattolica, il quotidiano Irish Times ha pubblicato qualche giorno fa alcune indiscrezioni secondo cui il governo dell’isola si appresterebbe a sborsare 35 milioni di euro per sostenere le spese legali di diversi ordini religiosi finiti sotto la lente della Commissione di inchiesta sugli abusi infantili. La Commissione, istituita dall’esecutivo irlandese più di dieci anni fa, si è assunta l’impegno, sin dal momento della sua fondazione, di provvedere al pagamento delle spese legali di tutte le terze parti. Fra queste, figurano diversi istituti e congregazioni religiose. Interpellata dal giornale, una portavoce del ministero dell’Istruzione irlandese si è rifiutata di quantificare i rimborsi spettanti ai singoli ordini, ma «fonti ben informate» sentite dal quotidiano sosterrebbero che solo 20 milioni di euro spetterebbero ai Fratelli Cristiani, uno dei maggiori gestori di collegi residenziali per ragazzi presenti sul suolo irlandese nel periodo preso in esame dalla commissione. (marco zerbino)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 20 Settembre,2011 Ore: 07:37
 
 
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La questione dei preti pedofili

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