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Pedofilia clericale - Notizie
A Malta protestano le vittime dei preti pedofili

Articolo tratto dal sito: http://www.giornalettismo.com

Esteri

"State insabbiando tutto!": le vittime dei pedofili di Malta contro il Vaticano

Tommaso Caldarelli

6 aprile 2011

Le vittime degli abusi nell'isola continuano a chiedere che dal Vaticano qualcuno si muova.

Molto poco sembra cambiato a Malta dal tempo in cui le vittime dei preti pedofili nell'isola - così piccola, eppure un ricettacolo di casi - scrivevano al Vaticano per lamentare una sostanziale inazione dei vertici ecclesiastici nei riguardi dei preti che si erano resi colpevoli di abusi a danno dei minori. Anzi, dicevano i ragazzi maltesi: i sacerdoti girano di nuovo a piede libero.

LA LETTERA - Ne scrivevamo, allora, e da notizie emerse oggi pare che nulla sia mutato.

Il processo penale contro i sacerdoti, dopo sette anni, non si è ancora concluso. E proprio in questi giorni l'avvocato che assiste i sacerdoti sotto accusa, Gianella Caruana Curran, ha depositato un'istanza alla Corte costituzionale maltese contestando la "sovraesposizione mediatica" dei loro assistiti, non ancora giudicati: un artificio legale, a istruttoria conclusa, per prendere tempo in vista della sentenza. Dopo la visita del Papa, infatti, i sacerdoti hanno continuato in aula a proclamarsi innocenti, nonostante nei primi interrogatori avessero ammesso tutto alla polizia. Non è neppure cominciato, invece, il processo ecclesiastico. Eppure la "investigatio previa", l'indagine interna condotta dal "Response team" della Curia maltese che segue i casi di pedofilia, si è già conclusa, come hanno spiegato con una lettera spedita alle vittime a ottobre, i missionari di San Paolo, l'ordine a cui appartengono i preti accusati, Charles Pulis, Conrad Sciberras (trasferito poi in Italia, ad Albano Laziale) Joe Bonnet. Nella missiva si spiega che si è presa la precauzione di non far entrare i sacerdoti a contatto con bambini. Quanto alle accuse «risultano fondate, per questo abbiamo trasmesso gli atti a Roma».

Questa era la situazione, ormai un anno fa. Gli atti, come abbiamo visto, sono stati inviati dunque da tempo in Vaticano, perché vengano esaminati approfonditamente dalle autorità competenti. Che però, denunciano oggi i ragazzi di Malta, non si muovono.

DILAZIONI - La comunità delle vittime maltesi denuncia ai media di lingua inglese una cosa peggio dell'altra: da una parte, l'inazione della Curia; dall'altra, la strategia dilatoria che sembra attuare il Vaticano nei confronti dei casi di pedofilia a Malta.

Lawrence Grech, portavoce per le presunte vittime, ha accusato la chiesa di tattiche dilatorie riguardo la risoluzione del caso penale. "La miglior arma della Chiesa è il silenzio. Perchè stiamo affrontando questi ritardi quando la Curia ha già ammesso che il caso c'è?". In effetti la Curia ha detto lo scorso ottobre che a seguito delle investigazioni del Response Team, c'erano abbastanza prove per sostenere le accuse da parte di otto persone che affermavano di essere stati sessualmente abusati quando erano minori e che il caso era stato riportato alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Secondo gli ordini addirittura del Vaticano, un processo ecclesiastico misto, con la presenza di giudici civili, sarebbe dovuto partire da un bel po' di tempo. E invece non è affatto partito, e le vittime si chiedono: perchè?

IL PROCESSO ? - Con l'apertura del processo, infatti, molto si potrebbe chiarire degli 8 casi di violenza sessuale emersi nell'isola.

Lo scorso gennaio, il Vaticano aveva dato ordine alla Chiesa Maltese perchè aprisse un tribunale che conducesse il processo giudiziale contro le accuse su tre preti, che avrebbero abusato sessualmente di alcuni ragazzi, dai 13 ai 16 anni, in un orfanotrofio due decenni fa. I giudici dal Tribunale Metropolitano sarebbero stati coinvolti nel tribunale ecclesiastico, che la Curia avrebbe dovuto mettere in piedi a giorni. Lo sviluppo era stato visto come un passo in avanti molto forte verso la conclusione dei procedimenti ecclesiastici contro tre preti accusati di aver molestato bambini affidati alle loro cure all'orfanotrofio di Santa Venera nei tardi anni '80. Uno dei preti è morto lo scorso gennaio.

I ragazzi di Santa Venera dunque attendono ancora giustizia da parte della Chiesa, dopo la visita del Papa nell'isola - in cui il pontefice fu accolto in maniera tutt'altro che festosa. E iniziano davvero a spazientirsi del fatto che nulla sia ancora cambiato.

"Circa un anno fa abbiamo incontrato il Papa, e da quel momento abbiamo incontrato l'arcivescovo e monsignor Charles Scicluna, autorità vaticana - e ancora non abbiamo risultati". L'uomo ha avuto un'udienza privata con il Papa Benedetto XVI durante la sua visita a Malta un anno fa. Le vittime avevano poi scritto al Papa lo scorso dicembre per esprimere il proprio disappunto sui ritardi. "Sono stato cresciuto dai preti e siamo parte della Chiesa ma questo è troppo. Alcuni miei amici hanno perdonato i preti per ciò che hanno fatto: questi preti dovrebbero essere ridotti allo stato laicale".

Ma senza la costituzione del tribunale ecclesiastico, questo non avverrà mai. E dire che altrove, il Vaticano ha dimostrato di saper agire in maniera anche molto decisa contro i preti pedofili. A Malta, invece, nulla cambia.
 



Giovedì 07 Aprile,2011 Ore: 16:24
 
 
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La questione dei preti pedofili

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