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www.ildialogo.org “IMPUNITÀ PER I PRETI PEDOFILI IN PENSIONE”. ED È BUFERA SUL PRIMATE DEL BELGIO,di Agenzia Adista n.84 del 6/11/2010

“IMPUNITÀ PER I PRETI PEDOFILI IN PENSIONE”. ED È BUFERA SUL PRIMATE DEL BELGIO

di Agenzia Adista n.84 del 6/11/2010

35845. BRUXELLES-ADISTA. Di nuovo al centro dell’attenzione il primate cattolico del Belgio, l’arcivescovo di Bruxelles-Malines mons. André Léonard per affermazioni che hanno suscitato accese reazioni. In un’intervista alla Radio Televisione Belga Francofona, diffusa il 27 ottobre nell’ambito del programma “Questions à la une”, ha infatti chiesto l’impunità giudiziaria per i preti pedofili ormai in pensione, paragonando la volontà di perseguire giudizialmente i responsabili di abusi che non sono più in servizio a una “sorta di vendetta”, ad una “vendetta portata fino all’estremo”.

“Le vittime vogliono davvero che un prete ottantacinquenne sia ora, improvvisamente, messo alla gogna, biasimato pubblicamente?”, si è chiesto mons. Léonard: “Penso che la maggior parte non voglia questo”. Di fronte all’obiezione del giornalista autore dell’inchiesta, Régis De Rath, che la maggioranza delle vittime da lui ascoltate non si accontenterebbe di un perdono, ma pretende che abbia luogo un processo, Léonard ha replicato che si tratterebbe di una “vendetta, che non ha più alcun risultato concreto”, domandosi: “È una soluzione umana?”. Per Léonard giustizia significa “soprattutto che le vittime siano state ascoltate”. Certo, chi ha perpetrato abusi deve essere punito, ha ammesso, “non foss’altro che per prevenire altre possibili derive”.

Le dichiarazioni dell’arcivescovo di Bruxelles hanno subito sollevato un polverone. Il deputato Denis Ducarme, del MR (Movimento Riformatore, partito del Belgio francofono, che raccoglie liberali, federalisti e cristiani democratici), il 28 ottobre ha affermato di rifiutare l’idea dell’impunità giudiziaria così come “nessuna impunità per crimini sessuali è ammessa in uno Stato di diritto”. Nessun perdono nemmeno per i liberali fiamminghi, che si dicono “particolarmente scioccati” dalle affermazioni del capo della Chiesa cattolica del Paese: “La giustizia è una competenza centrale dello Stato sulla quale un dirigente ecclesiastico non deve intervenire”, hanno dichiarato le deputate Carina Van Cauter e Sabien Lahaye-Battheu, autrici di una proposta di legge per alzare a 30 anni il termine di prescrizione degli abusi sessuali. Critiche anche da parte del Partito socialista: “Sporgere denuncia non significa vendicarsi”, hanno affermato le deputate Karine Lalieux e Valérie Déom, secondo le quali spetta alla vittima “decidere se denunciare, cioè essere riconosciuta come vittima dalla società”. Per loro mons. Léonard intende “generare un’altra volta un sentimento di colpevolezza nelle vittime e fare pressione perché non esercitino il loro diritto di avere giustizia”, e rammentano che in Belgio esiste la separazione tra Stato e Chiesa: “Non spetta a mons. Léonard dare istruzioni ma alla giustizia degli uomini di determinare se c’è motivo di condannare o meno, così come stabilire il tipo di pena legato a questa eventuale condanna”.

 

Gay e bisex. “Figli di un dio minore”

Certo è che il primate della Chiesa belga ha la prerogativa di fare affermazioni destinate regolarmente ad accendere polemiche. È stato infatti anche denunciato dall’avvocato Jean-Marie de Meester, membro del Partito socialista, presso il Centro per le pari opportunità e la lotta al razzismo, per alcune affermazioni fatte il 23 ottobre scorso in un’intervista al quotidiano De Morgen a proposito degli omosessuali. “L’arcivescovo sta conducendo una crociata contro gli omo e bisessuali”, ha detto de Meester, spiegando che quanto detto da Léonard nell’intervista lascia chiaramente intendere che l’omosessualità è una forma inferiore di sessualità e che omo e bisessuali sono inferiori. “È proprio questo genere di affermazioni che conduce al suicidio molti gay e bisessuali”, conclude l’avvocato socialista.

Pochi giorni prima era scoppiato il caso relativo ad un libro-intervista (Mgr Léonard – Gesprekken, pubblicato da Lannoo nel 2006 ma rieditato con aggiornamenti), in cui Léonard, parlando dell’Aids, equiparava la malattia ad una sorta di “giustizia immanente” che sarebbe il risultato del proprio comportamento: “Si paga ciò che si infligge al proprio corpo”, ha detto poi cercando di giustificare la sua uscita, senza migliorare la situazione: “Chi fuma tre pacchetti al giorno deve aspettarsi un cancro ai polmoni”.

Vive le proteste nel mondo politico: queste affermazioni, ha commentato il senatore della N-Va (Nuova Alleanza Fiamminga) Piet De Bruyn, sono la testimonianza di una mancanza totale di compassione riguardo ai malati di Aids e ai sieropositivi; per la senatrice socialdemocratica e ginecologa Marleen Temmerman, le affermazioni dell’arcivescovo costituiscono una “colpevolizzazione totalmente insensata delle persone colpite dall’Hiv/Aids”. “Affermiamo – ha dichiarato dalla Francia l’associazione Chrétiens&Sida – che queste affermazioni producono effetti molto negativi per le persone interessate e per i membri delle associazioni che le accompagnano”.

Nel frattempo, il portavoce dell’arcidiocesi di Bruxelles, Jürgen Mettepenningen, ha annunciato un periodo di “silenzio mediatico” che si protrarrà fino a Natale, “per poterci concentrare pienamente sulla crisi”. Con buona pace del mondo politico. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Venerdì 05 Novembre,2010 Ore: 16:30
 
 
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La questione dei preti pedofili

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