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www.ildialogo.org Rassegna stampa del 12/05/2010,

Pedofilia clericale
Rassegna stampa del 12/05/2010

Il Papa ai sacerdoti "Fermate i pedofili"
II Pontefice lancia da Fatima l'appello: siate fedeli, non cedete alle lusinghe del Maligno
Reportage GIACOMO GALEAZZ1 INVIATO A FATIMA 
La Stampa 13 maggio 2010
Il viaggio di Ratzinger in Portogallo Solo un clero «fedele» e saldo davanti «alle lusinghe del Maligno» può far uscire la Chiesa dalla crisi-pedofilia che sta travolgendo il mondo cattolico. A Fatima Benedetto XVI consacra solennemente i preti alla Madonna e durante i vespri nella chiesa della Trinità affida al ciclo il sacerdozio minacciato dal «terrificante» scandalo degli abusi. «La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell'altare, deve essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore - ammonisce il Pontefice -. In quest'anno sacerdotale scenda sui sacerdoti una grazia abbondante perché vivano la gioia della consacrazione e testimonino la fedeltà sacerdotale fondata sulla fedeltà di Cristo». E' dalla purificazione, infatti, che inizia la risalita. L'invocazione di Joseph Ratzinger risuona nei placidi luoghi delle apparizioni mariane come un monito ancora più duro. «Quanto grande è oggi il bisogno della testimonianza dei sacerdoti - avverte il Papa -. Molti dei nostri fratelli vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza etema. Gli uomini sono chiamati ad aderire alla conoscenza e all'amore di Dio e la Chiesa ha la missione di aiutarli in questa vocazione». «La Chiesa si rinnovi e torni la calma dopo la tempesta». Davanti alla statua di Fatima, Benedetto ringrazia la Vergine per aver salvato Wojtyla dalla pallottola di Agca. Portando «le sofferenze dell'umanità ferita» si definisce «un figlio in visita a sua madre» e prega per la purificazione del clero. Alle diocesi e agli ordini religiosi il Pontefice chiede una «particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali». Il Concilio Vaticano II ha evitato «vicoli ciechi ed errori» e ora ai fedeli spetta la difesa delle proprie radici culturali e spirituali. Sull'aereo che martedì lo ha portato in Portogallo, Benedetto XVI ha inserito i crimini dei preti pedofili tra le sofferenze della Chiesa annunciate dalla Madonna ai tre pastorelli e ieri, proprio a Fatima, ha tracciato  la condanna inequivocabile della condotta immorale del clero, stigmatizzando il «fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo». Il Pontefice affida ai vescovi e a tutti i sacerdoti il compito di vigilare su chi tradisce il proprio dovere di fronte a Dio e all'umanità. «E' il momento di assumere il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a restare in piedi», scandisce nel silenzio generale di una platea consapevole della gravita del momento e della delicatezza delle parole pronunciate. Controllo nelle comunità e prevenzione an-ti-abusi nei seminari. Il Papa si rivolge in particolare ai giovani che si preparano a diventare preti. I seminaristi vanno incoraggiati a «verificare bene le intenzioni e le motivazioni, dedicandosi con animo forte e spirito generoso alla formazione». Il compito è troppo gravoso per le sole forze umane, perciò Benedetto XVI trasforma la sua lucida analisi in preghiera a Dio affinchè «la Chiesa possa essere rinnovata da sacerdoti santi trasfigurati dalla grazia di colui cha fa nuove tutte le cose». Ai preti trasmette un appello accorato: «Non venite mai meno alla vocazione a non cedere ai nostri egoismi alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del Maligno». La «tolleranza zero» di Benedetto XVI contro la pedofilia è obbligatoria per gli episcopati nazionali (rimozione immediata del sacerdote, denuncia alle autorità civili, rapida riduzione allo stato laicale, abolizione nel diritto canonico  della prescrizione per gli abusi sessuali sui minori). A conclusione della giornata, il cardinale Bertone ha celebrato un'affollata messa alla spianata del Santuario. «Nella Chiesa ci sono forze potenti che non vogliono la verità sugli abusi - commenta l'arcivescovo di Dublino, Martin -. Norme severe a protezione dell'infanzia non sono ancora applicate con rigore».


 

Il papa: «Peccato terrificante nella Chiesa». La Madonna l'aveva detto

di Fulvio Fania

Liberazione 12 maggio 2010

La Madonna a Fatima aveva previsto anche questo. Non esattamente lo scandalo dei preti pedofili, ma certo «le sofferenze della Chiesa». «Gli attacchi - dice papa Ratzinger - non vengono solo da fuori ma la sofferenza viene dall'interno, dal peccato che esiste nella Chiesa». E' sempre stato vero, chiosa Benedetto XVI, ma «oggi lo vediamo in modo realmente terrificante». I preti stupratori sono i persecutori della Chiesa. «La più grande persecuzione non viene dai nemici fuori ma nasce dal eccato dentro».Sull'aereo che lo sta portando a Lisbona per la sua visita portoghese di quattro giorni, Ratzinger, rispondendo ai giornalisti, imprime una doppia sterzata. La prima è diretta contro chi avesse ancora la tentazione di ridurre lo scandalo pedofilia ad un complotto dei media o al «chiacchiericcio», come aveva detto il cardinale Angelo Sodano nel suo inusuale discorso di sostegno al pontefice durante la messa di Pasqua a San Pietro. L'altra correzione è per rimaneggiare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il famoso terzo segreto di Fatima. Tra gli innumerevoli e scottanti dossier che gli passarono per le mani quando era prefetto della Dottrina, il cardinal Ratzinger non ha mai mostrato entusiasmi particolari per la "rivelazione" con cui "spiegare" il messaggio mariano celato per decenni, giusto dall'epoca della rivoluzione russa fino all'anno 2000. In quell'anno toccò ancora a Sodano annunciare, proprio a Fatima durante la visita di Wojtyla, che l'apparizione alla veggente suor Lucia descriveva un vescovo vestito di bianco che cadeva «come morto» tra le macerie e i cadaveri sotto i colpi di arma da fuoco e che in quella figura doveva intendersi lo stesso Giovanni Paolo II, pur salvatosi ma miracolosamente dall'attentato del 1981. Toccò invece a Ratzinger illustrare "teologicamente" l'apocalittico quadretto: nessuna profezia sulla fine del mondo, le apparizioni sono sempre «percezioni interiori» di chi le vede e hanno un «linguaggio simbolico». Predizioni per il passato, affare chiuso, aveva concluso Sodano. E invece ora Ratzinger preferisce vedere in quel "segreto" la predizione di una continua Via Crucis per la Chiesa, per il papa, in definitiva anche per se stesso.

Dunque, nel mistero di Fatima entrano ben altre rivelazioni, in successione drammatica, dei molti casi di violenza sessuale su bambini e adolescenti commessi da sacerdoti e religiosi e coperti dalle gerarchie. «La risposta fondamentale - continua Benedetto XVI - è la conversione permanente, la penitenza, la preghiera». E la giustizia degli uomini? «Il perdono - rassicura Ratzinger - non sostituisce la giustizia». Il Portogallo, antica terra cattolicissima, il cui re era detto "fedelissimo" al Papa, riceve Benedetto XVI ma intanto sta per legalizzare le nozze gay. Il governo concede un ponte per favorire la partecipazione alla messa papale suscitando qualche polemica, e il presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva ricorda all'ospite le conseguenze pesanti della crisi economica. Ratzinger ribatte sul solito tasto: la Chiesa è «pronta a collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l'essenziale considerazione del senso umano della vita». Oltre al senso - si badi - c'è la sua «implicazione nella vita pubblica», in soldoni ci sono le leggi e le norme che devono essere coerenti con gli affermati valori "naturali". «Non si tratta - sostiene il Papa - di un confronto etico fra un sistema laico e uno religioso». Eppure proprio questo è il punto dolente. «La presenza del secolarismo è una cosa normale - così ripete sull'aereo ai cronisti - ma la contrapposizione tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata». Ventuno salve di cannone salutano il pontefice al Monastejro dos Jeronimos e le guardie presidenziali gli fanno da contorno a cavallo e poi sfilano in parata. All'imbrunire una grande folla lo attende per la messa al Terreiro do Paco. Nell'omelia Benedetto XVI rievoca il «glorioso passato» del Portogallo e la «cristiana saggezza» dei portoghesi. Nessuna ombra: la lunga storia coloniale è accennata come fosse solo «azione missionaria», «trapianto di esperienze» ad altri popoli. Ma quale salute gode il cattolicesimo portoghese? «Non mancano figli riottosi e persino ribelli», avverte l'ex prefetto del Sant'Uffizio il quale però sembra piuttosto preoccupato d'altro, teme che la fede sia troppo "insipida". «Spesso - afferma - ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede dando per scontato che questa ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno reale». Forse - conclude - si è messa «una fiducia eccessiva nei programmi ecclesiali e nella distribuzione di poteri e funzioni». Riaffiorano sovente nei discorsi di papa Ratzinger le storture della gerarchia e la personale difficoltà a condurre la nave. Ma la rotta non sembra quella delle riforme.



Venerd́ 14 Maggio,2010 Ore: 15:52
 
 
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La questione dei preti pedofili

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