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www.ildialogo.org La rassegna stampa del 12 maggio 2010,

Pedofilia clericale
La rassegna stampa del 12 maggio 2010

Gli abusi dei sacerdoti come “frecce e pallottole
di Vittorio Messori
Corriere della Sera 12 maggio 2010

Adesso, nella schiera vasta, talvolta inquietante dei «fatimisti» ci sarà fermento per mostrare che papa Benedetto XVI si è tradito, che ha smentito il cardinal Ratzinger quando fiancheggiò Giovanni Paolo II nella rivelazione del mitico Terzo Segreto. In effetti, molte parole si sono accumulate da quel 2000 in cui il Segretario di Stato, Sodano, diede lettura del testo, accanto al Papa che aveva appena beatificato i piccoli Francisco e Giacinta. Libri, pamphlet, articoli, inchieste televisive hanno sostenuto, con scialo di argomentazioni, che il duo Wojtyla-Ratzinger ci ha ingannati, che il Segreto era ben altro e riguardava la crisi della Chiesa dopo il Concilio. Qualcuno, per attenuare la responsabilità degli illustri «falsari» — il Pontefice, il Prefetto della fede, suor Lucia stessa che confermò per scritto la loro versione — hanno ipotizzato, più che un inganno, una reticenza. Il testo, cioè, sarebbe stato amputato. Vera la parte rivelata, ma un’altra esiste ed è stata nascosta, per non appannare il prestigio del Vaticano II, per non farlo responsabile della catastrofe ecclesiale. Catastrofe venuta dall’interno, dunque, mentre si vorrebbe farci credere, con il testo pubblicato, che i nemici della Chiesa siano solo all’esterno. Si ricorderà, in effetti, la scena drammatica descritta da suor Lucia: «Il Santo Padre, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni». Ecco che ora, rispondendo alle domande dei giornalisti, Benedetto XVI mette lo scandalo della pederastia clericale tra ciò che in qualche modo sarebbe stato predetto nel messaggio di Fatima. Un attentato al Vangelo ma venuto da dentro, dal clero, talvolta dalla Gerarchia stessa: dunque, una crisi di fede, un disastro frutto della Catholica devastata dal Concilio. Proprio ciò che starebbe nel Terzo Segreto «vero» e che ci sarebbe stato nascosto. Chi darà questa lettura non avrà visto le parole di papa Ratzinger nella loro interezza. La persecuzione di cui parla Fatima, rileva il Papa, può venire da fuori, come è annunciato nel testo noto, ma anche dall’interno. Le sofferenze della Catholica, a cominciare dallo strazio del Papa, sono inflitte da chi sta «fuori» ma pure da chi sta «dentro». Questi abusi di sacerdoti sono per il Capo della Chiesa comparabili alle «pallottole e alle frecce» tirate dai miscredenti. I persecutori sono spesso quei sedicenti seguaci del Vangelo che in realtà lo tradiscono, sfidando le parole di Gesù. Dunque, dice papa Ratzinger, proprio la parola «penitenza» ripetuta per tre volte dagli angeli del Terzo Segreto, è un appello alla Chiesa perché non tema soltanto i nemici esterni ma provveda pure a purificare se stessa.
Parole di precisazione vane, per i sostenitori della mistificazione vaticana. Mi si permetta allora, per capire il milieu, una testimonianza personale. Durante le 24 ore di colloquio a tu per tu da cui nacque Rapporto sulla fede, chiesi all’allora cardinal Ratzinger se avesse letto il Terzo Segreto. «Sì, l’ho letto», fu la risposta secca e immediata. Come naturale, su questo lo incalzai, non ottenendo, ovviamente, la rivelazione del contenuto ma alcune frasi significative. Il libro uscì nel giugno del 1985, ma nel novembre precedente alcune anticipazioni — tra cui quella su Fatima — comparvero sul mensile Jesus. Nel passaggio dal giornale al volume, rividi tutto il testo e lo feci completamente da solo, in piena libertà, visto che il Cardinale avrebbe esaminato con attenzione ogni riga prima dell’imprimatur. Così, anche a proposito di Terzo Segreto, a vantaggio dello stile e della leggibilità cambiai un aggettivo, soppressi una parola, un’altra la aggiunsi, inserii un particolare e così via. Alla fine, Ratzinger lesse, si riconobbe, approvò e, nel caso specifico, senza alcun ritocco. Ebbene: molti anni sono passati da allora e ancor oggi cresce una massa di libri, inchieste, articoli in molte lingue dove infinite pagine sono dedicate al confronto tra le parole del cardinale stampate sul giornale e la versione delle stesse sul libro. Differenze che rivelerebbero strategie, trame, occultamenti, vendette, da parte di potenti «cupole»… È solo un esempio. Fatima attira devoti ma anche visionari, complottardi, dietrologi. Finendo, così, per dimenticare che tutto, alla fine, è molto semplice e si riassume in due sole parole: «Preghiera, penitenza».

Il papa vola a Fatima e riconosce i peccati della Chiesa
di Luca Kocci Il manifesto 12 maggio 2010

La madonna di Fatima lo aveva previsto: «Non solo da fuori vengono attacchi al papa e alla chiesa, ma le sofferenze della chiesa vengono proprio dall'interno della chiesa», quindi dalle colpe commesse dai suoi componenti. Benedetto XVI, già sull'aereo che lo porta a Lisbona per la visita apostolica di quattro giorni in Portogallo, risponde a una domanda dei giornalisti sugli abusi sessuali compiuti da centinaia di preti in tutto il mondo e coperti dalle gerarchie ecclesiastiche e ribalta la strategia (disastrosa) perseguita dal Vaticano fin qui. Altro che chiacchiericcio! Secondo il papa nel terzo segreto di Fatima la madonna ha detto che «la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato che esiste nella Chiesa». «Si sapeva sempre - aggiunge Ratzinger sull'aereo - ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante» per lo scandalo dei preti pedofili. Quella di Benedetto XVI è un'interpretazione del tutto nuova del cosiddetto «terzo segreto di Fatima», che la madonna avrebbe rivelato a tre pastori-bambini nel 1917, tenuto nascosto fino al 2000, quando venne reso pubblico da Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione di due dei veggenti. All'epoca nelle sofferenze e nelle persecuzioni della Chiesa annunciate dal segreto si volle vedere soprattutto il fallito attentato di Agca a Wojtyla nell'81. Lo stesso Ratzinger - da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede incaricato di redigere un commento teologico -, non aveva fatto alcun cenno alla pedofilia, anzi aveva scritto che le vicende del segreto «sembrano ormai appartenere al passato». Non più così oggi. In piena bufera pedofilia, il «terzo segreto» - il cui testo è molto ambiguo - assume un altro e inedito significato: le sofferenze della Chiesa arrivano non da nemici esterni come terroristi e comunismo bensì dall'interno, ovvero dai «peccati» commessi dai preti. A Fatima la madonna ha «annunciato le sofferenze del futuro della Chiesa», dice ancora il papa ai giornalisti sul volo Roma-Lisbona. «La Chiesa ha quindi profondo bisogno di reimparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia». Un'ambiguità tra divino e secolare che rappresenta almeno l'intenzione di un'apertura maggiore alle decine di tribunali temporali contro i pastori che sbagliano.


Dall'apocalisse alla speranza così Ratzinger rilegge il mito
di Giancarlo Zizola
La Repubblica 12 maggio 2010

Il messaggio di Fatima come "finestra di speranza che Dio apre quando l'uomo gli chiude la porta", ha assicurato Benedetto XVI mettendo piede in Portogallo. Ma per decenni le visioni della Vergine Maria asserite dai tre bambini alla Cova de Iria nel 1917 erano state confiscate dai tradizionalisti cattolici, incluso Marcel Lefebvre, per spacciare la metafisica nera dei catastrofisti, preannunciare sciagure, minacciare la vendetta di un Dio sadico sull'umanità. L'operazione revisionista del mito di Fatima, cominciata dal cardinale Ratzinger con la pubblicazione del "terzo segreto" nel 2000, si prolunga dieci anni dopo col suo pellegrinaggio da papa. Allora aveva detto: «Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità». E di fronte alle ipotesi che il "terzo segreto" si riferisse ad una divisione della Chiesa causata dal Concilio Vaticano II e da Giovanni XXIII, aveva tagliato corto: «Menzogne e fantasie». Ora cerca di dare un nuovo contributo alla purificazione della devozione mariana, insistendo su una chiave di lettura simbolica, non più ideologica come in alcune potenti rappresentazioni mediatiche in passato. Arriva anche a dire che il Cielo si era aperto sul Portogallo «per ricucire i vincoli della solidarietà fraterna» nella famiglia umana. Ma c'è una storia politica di Fatima, una cattiva mistica che usava la Vergine del Magnificat - canto di liberazione dei poveri e di detronizzazione dei potenti - per la crociata anti-comunista, l'attacco alla Russia della Rivoluzione d'Ottobre e le imprese del colonialismo portoghese per soffocare nel sangue i movimenti di liberazione in Africa. Fu in nome della Bella Signora vestita di azzurro che le dittature iberiche giustificavano la repressione sulle organizzazioni cattoliche liberali, era a Fatima che pellegrinavano i più illustri esponenti del fascismo internazionale, a cominciare dal devoto pellegrinaggio del 1951 dei ministri di Salazar e degli emissari del caudillo Franco. Una Vergine dei poveri, immensamente popolare, amata anche nell'islam, in uno dei primi cinque santuari del mondo, ma anche abbandonata per gran parte del Novecento agli usi partigiani della galassia internazionale della destra. Le profezie apocalittiche che le erano attribuite riguardavano principalmente le persecuzioni mosse dalle potenze secolari contro la Chiesa. Nella rilettura attuale di Papa Ratzinger, le persecuzioni più terribili irrompono dal suo peccato interno, non dall'esterno. La sua interpretazione non fa sconti: smantella sia la tesi pigra del vittimismo curiale che scarica lo scandalo della pedofilia nel clero su un presunto complotto secolarista, - sia le versioni fondamentaliste dei "segreti" di Fatima, riciclati come corpi contundenti all'interno delle lotte ecclesiali sulla riforma cattolica. In realtà proprio agli anni del Concilio risalgono le prime fasi del processo per la purificazione di questo alto luogo della spiritualità mariana dai suoi aspetti troppo miracolistici e magici, di più immediata suggestione per le masse. Che un Papa di alta taglia intellettuale si inginocchi nello spazio tipico della pietà popolare, descrive una prospettiva critica nei riguardi di una Chiesa elitaria, stretta nell'identificazione ad un modello unico di adesione cristiana. Ma rispetto a Wojtyla, la mobilitazione delle masse cattoliche intorno a Ratzinger non sembra riprodurre una logica solo utilitaria, consolatoria in un'ora di tempesta o funzionale al successo immediato dell'istituzione ecclesiastica. L'obiettivo principale resta formativo, estrarre Fatima dal mito di Fatima e dai suoi inquinamenti ideologici, liberare i valori evangelici impliciti nella fede dei poveri, per assicurare la loro adesione a quel cristianesimo ormai minoritario che si affida alla testimonianza e alla convinzione personale più che alle adesioni per tradizione sociale come nel vecchio regime della cristianità. Per questo anche i quattro fogliettini con la scrittura incerta di una delle veggenti, suor Lucia, custode di una antica ispirazione, non valgono tanto per le immagini delle guerre, delle distruzioni, del mare di sangue e dei castighi infernali in agguato sull'umanità, quanto come un appello anzitutto alla Chiesa a usare la propria catastrofe per un ritorno al Vangelo.



Giovedì 13 Maggio,2010 Ore: 15:01
 
 
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La questione dei preti pedofili

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