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www.ildialogo.org La rassegna stampa del 7/04/2010 (2),

Pedofilia clericale - Notizie
La rassegna stampa del 7/04/2010 (2)

Il Vaticano vara la linea del «colpo su colpo»
di Luigi Accattoli Corriere della Sera 7 aprile
Il Vaticano abbandona il proverbiale aplomb e va in battaglia per respingere l’assalto al Papa sul terreno infido della pedofilia: il segnale lo ha dato il cardinale Sodano il giorno di Pasqua e ieri abbiamo avuto due riprese di quella mossa da parte dell’«Osservatore Romano» e della Radio Vaticana. Il quotidiano ha intervistato il cardinale per avere un’interpretazione «autentica» dei suoi irrituali «auguri» a Benedetto XVI e la Radio è entrata in polemica con il «New York Times» facendo leva su affermazioni del «Wall Street Journal» per accusare il quotidiano newyorkese di farsi portavoce degli uffici legali che conducono le cause sugli abusi e di svolgere quindi un ruolo di parte.
Probabilmente è solo l’avvio di una nuova strategia che potremmo chiamare del «colpo su colpo», che non si limita a precisazioni e smentite formali, fornite a bocce ferme, ma che mira ad animare una reazione d’insieme, di tutti i portavoce diretti della cattolicità, per spezzare l’accerchiamento. Tre paiono i punti chiave di questa strategia: interventi rapidi degli uffici stampa centrali e periferici per dare risposta in tempo reale all’attacco di giornata, interventi delle autorità sul tipo di quello del cardinale decano e dei principali esponenti delle Conferenze episcopali che si sono avuti nei giorni scorsi, manifestazioni di sostegno attestanti che lo schieramento si ricompatta.
Il cardinale Sodano nella sua intervista afferma che quella della pedofilia è una delle grandi accuse mosse ai Papi lungo gli ultimi cent’anni e la paragona — quanto all’emergenza che essa provoca — a quelle del Modernismo contro Pio X, alla «offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l’ultimo conflitto mondiale», alle critiche a Paolo VI per l’Humanae Vitae.
Sarebbe fuori luogo entrare nell’esame di questi richiami storici, dissimili tra loro e magari forieri di nuovi malintesi, in particolare quello su Pio XII e la seconda guerra mondiale. Già si è visto con le reazioni del mondo ebraico alle parole del padre Cantalamessa, pronunciate il Venerdì Santo, che le difficoltà di intesa con i «fratelli maggiori» — come Giovanni Paolo II volle chiamare gli ebrei — non sono ancora superate, nonostante i tanti passi compiuti. Gli esempi storici possono essere fuorvianti, ma il senso delle parole del cardinale decano è chiaro: l’accusa della pedofilia «ferisce la Chiesa» che reagisce esprimendo «vicinanza al Papa». E lo fa in questa come in altre occasioni in cui i Papi, per i motivi più diversi, hanno subito attacchi paragonabili a questo.
Il punto chiave dell’intervista è quello dove il cardinale ricorda come — «davanti a questi ingiusti attacchi» — da più parti venga fatto osservare ai collaboratori del Papa che «sbagliano strategia» e che dovrebbero «reagire diversamente». Ecco: la nuova reazione è già in atto. Tra i suggerimenti che erano venuti da siti internet cattolici e da singoli commentatori c’era quello — insistente — della tempestività e anche quello del contrattacco. Ambedue pare siano stati accolti. Il cardinale Sodano parla da «decano» dei cardinali e da uomo che incarna la tradizione curiale e diplomatica della Santa Sede. Ma non esprime un’idea diversa, nella sostanza, da quella avanzata la settimana scorsa dal cardinale Carlo Maria Martini, che è invece uno dei cardinali più lontani dal sentire curiale, ma che pure aveva detto alla rivista «Trentagiorni» che le accuse a Benedetto XVI erano «ignobili e false» e aveva aggiunto che «sarà bello constatare la compattezza di tutti gli uomini di buona volontà a sostegno del Papa nel suo difficile compito» di porre rimedio allo scandalo della pedofilia.


Scaraffia: Ratzinger sta subendo aggressioni politiche
intervista a Lucetta Scaraffia, a cura di Fabrizio Caccia Corriere della Sera 7 aprile 2010
«Ma certo che c’è un attacco! Il cardinal Sodano ha pienamente ragione. Attenzione, non un complotto eh? Io non aderisco a questa tesi. Ma un attacco contro il Papa c’è eccome...». La professoressa Lucetta Scaraffia, membro del Comitato Nazionale di Bioetica e docente di Storia Contemporanea all’università La Sapienza, di fronte alla valanga dei sospetti, rompe gli indugi e difende a spada tratta Papa Benedetto. Preti pedofili: lo scandalo che rischia di avvelenare la Chiesa di Roma.
«Ma vi rendete conto? Sono cose vecchie di 50-60 anni — obietta lei —. E i casi veri, poi, sono molto pochi, anche se questo non vuol dire che non siano gravissimi, beninteso. Anzi tutt’altro. Ma vorrei ricordare che lo stesso Benedetto XVI, quando andò in visita negli Stati Uniti, volle incontrare di persona le vittime degli abusi chiedendo loro scusa. Eppoi non sapete, forse, che l’America è piena di avvocati pronti a tutto per intentare cause infondate, puntando solo a spillare rimborsi? La Chiesa in questi anni ha chiesto scusa, la Chiesa ha pagato...».
Ora, però, la professoressa s’indigna:
«Ma vi rendete conto? Son stati capaci di affermare che Ratzinger, quand’era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede avocava a sé la competenza dei casi di pedofilia per insabbiarli. Semmai era il contrario. E appena fu eletto Papa, infatti, forse dimenticate che si adoperò affinché fosse portato a termine il procedimento contro Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, per abusi su minori. Ho detto "Legionari di Cristo", cioè una delle congregazioni più potenti della Chiesa contemporanea. Se c’è una cosa che non si può proprio negare a questo Papa è di avere il coraggio della verità. E questo, se permettete, gli ha attirato di sicuro molte antipatie».
Ecco, dunque, la chiave degli attacchi di questi giorni. Ecco perché la Scaraffia dà ragione al cardinale Sodano:
«Il Papa riceve, perciò, non solo gli attacchi comprensibili di chi vorrebbe solo fosse fatta più pulizia, ma soprattutto quelli di chi è stato smascherato ed esercita oggi una propaganda vergognosa contro di lui. Sono attacchi politici, non l’avete capito?». «La politica — incalza la docente — è attaccare le posizioni non gradite, è attaccare per esempio chi difende la vita come fa lui. La politica oggi è molto vasta, si chiama anche biotecnologia, bioetica. Non è chiaro? E poiché Ratzinger non arretra, anzi resta fermo sulle sue posizioni, ecco che lo si colpisce a livello personale».
Di qui l’analogia avanzata da Sodano tra Papa Benedetto e Pio XII: «Ricordate no? — conclude Lucetta Scaraffia —. Tutto cominciò, per Papa Pacelli, con l’opera teatrale "Il Vicario", scritta da un comunista e commissionata dai sovietici per screditare il Papa, accusandolo di non essersi adoperato nella difesa degli ebrei dai nazisti. E invece, dopo la guerra, Pio XII fu ringraziato dalle autorità israeliane per il suo comportamento. Chiaro?».


Tullia Zevi: paragone dannoso quanto quello di Cantalamessa
intervista a Tullia Zevi, a cura di Fabrizio Caccia
Corriere della Sera 7 aprile 2010
«Colgo con difficoltà la fondatezza di certi paralleli. Prima padre Cantalamessa e ora il cardinal Sodano. Insomma, resto perplessa, non li trovo così calzanti. Anzi, più dannosi che inutili...» .
Tullia Zevi, 91 anni, ex presidente delle Comunità ebraiche italiane, unica donna ad aver mai assunto questa carica, non nasconde tutto il disagio provato in questi giorni di Pasqua.
Lo scandalo pedofilia come l’antisemitismo? Ratzinger sotto attacco come Pio XII?
«Scusate, ma che c’entra? Sono storie diverse, figure, piani diversi.
E ci sono anche ragioni molto diverse dietro a quello che sta accadendo oggi».
Quali?
«Politiche, esistenziali...».
Ratzinger come Pacelli, no?
«Pio XII era dominato dal terrore del comunismo, secondo lui il male assoluto era il comunismo e non il nazismo, era questa la convinzione alla radice del suo pensiero, all’origine di tutta l’azione del suo pontificato. Il nazismo, anzi, diventava così il miglior baluardo contro il comunismo. Di qui il silenzio, quando il Male già gridava troppo forte. Anziché protestare e parlare alto, papa Pacelli preferì tacere».
E infatti l’iter per la sua beatificazione non vi aggrada.
«Mah. Cosa vuol dire beatificare? E chi decide chi è santo?» Torniamo all’oggi. Gli errori dei preti branditi come armi, dice Sodano...
«Ma li lascino sposare, i preti, poverini! Sono creature ossessionate dalla repressione, non lo sa? La pedofilia è una conseguenza della castità forzata. Quando mai lo capirà, la Chiesa? Perché papa Benedetto non s’aggiorna sulla sessualità? Il celibato è una cosa contro natura».
Questa per lei sarebbe la soluzione. Ma la fila di denunce e di critiche non rischia di sembrare una campagna di aggressione?
«No, al mio Paese si chiama libertà di parola. Libertà di critica. Democrazia. Che male c’è a sollevare dei problemi? Bisognerebbe studiare, piuttosto, il curriculum vitae del prete medio di oggi. Servirebbero corsi di psicanalisi. Quando avverte la vocazione? E perché? Ve lo ricordate il serrato dibattito che ci fu al Concilio ecumenico?». Lei c’era, al Vaticano II.
«Facevo la cronista (Tullia Zevi è stata a lungo corrispondente per il quotidiano israeliano «Maariv» e per il settimanale londinese «The Jewish Chronicle» , ha lavorato alla «Jewish Telegraphic Agency» e per il «Religious News Service» di New York, ndr) e ricordo l’attenzione passionale mostrata da molti colleghi sacerdoti che erano lì a lavorare per i loro giornali religiosi. Si capiva benissimo che vedevano in ballo il proprio destino di uomini. E fu amarissima, infatti, la loro delusione quando il Concilio infine confermò il celibato dei preti».


«Attacchi al Papa come quelli a Pio XII»
di Bruno Bartoloni
in “Corriere della Sera” del 7 aprile 2010
Alza la voce il cardinale decano del Sacro Collegio Angelo Sodano, come sottolinea l’Osservatore Romano che l’ha intervistato. Ed alza la voce, comportamento inusuale per un alto prelato dalla lunga esperienza diplomatica, per difendere il Papa chiamato in causa nello scandalo dei preti pedofili, con argomenti che non mancheranno di suscitare polemiche. Ha usato nella sua arringa gli attacchi a Pio XII per i suoi silenzi sulla Shoah, a Pio X ai tempi del modernismo e a Paolo VI per l’enciclica «Humanae vitae» con cui ha condannato la pillola contraccettiva, per risalire a Cristo, certo non responsabile del tradimento di Giuda, così «come non è colpa di un vescovo se un suo sacerdote si è macchiato di colpe gravi», delle quali comunque «non è responsabile il Pontefice». Secondo l’ex segretario di Stato, siamo di fronte ad un «contrasto culturale»: «Il Papa incarna verità morali che non sono accettate. Dietro gli ingiusti attacchi al Pontefice ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo».
Per questo ora «contro la Chiesa viene brandita l’accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X. Poi l’offensiva contro Pio XII per il suo comportamento nell’ultimo conflitto mondiale», ha aggiunto il cardinale quasi ripescando le criticate affermazioni di padre Cantalamessa che ha citato una lettera nella quale gli attacchi al Pontefice vengono messi sullo stesso piano dell’antisemitismo. «Infine l’offensiva contro Paolo VI per "l’Humanae vitae"», una crisi nella Chiesa che ricorda da vicino l’attuale. Il decano del Sacro Collegio cerca di difendere lo staff che sotto la direzione del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha provato, senza grande successo, a contenere la valanga contro la Chiesa: «Ci viene detto che sbagliamo strategia. La Chiesa ha il suo stile e non adotta i metodi che sono usati contro il Papa. L’unica strategia che abbiamo ci viene dal Vangelo». Proprio ieri anche Bertone è intervenuto, durante la sua visita a Santiago del Cile per dire che «Benedetto XVI è un Papa forte, il Papa del terzo millennio, lo sostiene tutta la Chiesa».
La Radio Vaticana, dopo aver registrato l’intervento di Sodano, ha denunciato questi attacchi «come un’aggressione condotta dal sistema dei grandi media occidentali: potenza dominante e commerciale». Amos Luzzatto, ex presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, non accetta che le critiche a Pio XII vengano bollate come «aggressione»: «Quella nei confronti di Pio XII è una critica storica e culturale e come tale deve essere compresa: non si può rispondere invocando l’allarme dell’aggressione».

 

"Ratzinger non si farà intimidire nella lettera agli irlandesi c'è già tutto"
Il Vaticano blinda il Pontefice. Associazioni cattoliche mobilitate

ORAZIO LA ROCCA CITTA' DEL VATICANO—
L'ultima definitiva stesura del suo nuovo libro su Gesù prima di consegnarlo in tipografia. E' questo il principale impegno a cui papa Ratzinger si sta dedicando da domenica scorsa a Castel Gandolfo dopo la conclusione della Settimana Santa. Apparentemente incurante delle critiche che gli sono piovute addosso da quasi tutti i maggiori quotidiani del mondo per non aver fatto nessun cenno allo scandalo della pedofilia nella Chiesa nell'omelia pasquale, Benedetto XVI - fanno sapere i suoi più stretti collaboratori - «in queste ore è concentra-tissimo a mettere definitivamente a punto la sua ultima fatica letteraria» nella quale racconterà Passione, morte e resurrezione di Cristo. Naturalmente - si limita a confermare chi gli sta vicino - il Papa «non è per niente indifferente» ai «numerosi» attestati di stima e di solidarietà che gli stanno arrivando dai vescovi di tutto il mondo sulla scia di quanto ha fatto, solennemente, il cardinale decano Angelo Sodano prima della Messa di Pasqua in piazza San Pietro. E in Vaticano non si nasconde che se nei prossimi giorni arriveranno altri analoghi attestati di solidarietà, il Papa ne sarà «molto contento». Ma dalla Curia non ci saranno inviti o appelli ufficiali agli episcopati di tutto ilmondo, e tantomeno si sta pensando ad istituire una sorta di comitato di crisi per gestire l'attuale difficile momento, o una task force pontificia per controbattere, colpo su colpo, gli attacchi al Papa e alla Chiesa cattolica per i casi di pedofilia nel clero. Benedetto XVI, dunque, in questi giorni continuerà a lavorare al suo nuovo libro nel «ritiro» della residenza di Castel Gandolfo fino a martedì prossimo, il giorno in cui è previsto il suo rientro in Vaticano per prepararsi alla tre giorni di pellegrinaggio a Malta - che inizierà il 16 aprile -sulle orme di San Paolo. Un viaggio, comunque, che potrebbe recargli qualche problema visto che, stando alle denuncio di ex abusati, episodi di pedofilia si sarebbero verificati anche in una istituzione cattolica maltese. Per questo qualcuno nei giorni scorsi ha invitato il Papa a rinunziare al viaggio o a chiedere scusa anche per gli abusi sessuali avvenuti a Malta. «Il Pontefice quello che aveva da dire lo ha detto più volte in passato, in particolare nella lettera ai cattolici irlandesi, alla quale potranno fare riferimento anche tutte le diocesi alle prese con analoghi problemi», tagliano corto in Vaticano, dove escludono che Benedetto XVI possa lasciarsi «intimidire» da queste voci. Una cosa però appare certa, Oltretevere sui casi di pedofilia non intendono alimentare ulteriori polemiche. Anzi l'impressione predominante che si coglie in queste ultime ore nei Sacri Palazzi è che la Santa Sede non vuole farsi condizionare dall'attuale momento di crisi. Ecco perché il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone - fanno notare in Vaticano - non ha rinunziato al viaggio in Cile ed il Papa resterà a Castel Gandolfo fino a martedì. La vita Oltretevere - dunque -continua senza evidenti «scossoni». Anche se dopo l'appello di Sodano un fitto «lavorìo» (con raccolte di firme pro-Ratzinger e possibili proposte di manifestazioni pubbliche) è iniziato tra le maggiori sigle dell'associazionismo cattolico internazionale, a partire dall'Italia.

 


 Sodano: "L'offensiva sulla pedofilia come quella conto Pio XII"
Luzzatto: crìtica e non aggressione. Bertone: il Papa è forte
CITTA' DEL VATICANO—«Per la sua instancabile difesa della vita e dei valori cristiani, Benedetto XVI viene attaccato come Pio X, Pio XIl e Paolo VI».Il cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato della Santa Sede ed attuale decano del collegio cardinalizio, dopo la solidarietà al Pontefice espressa, a sorpresa, alla Messa di Pasqua, torna a difendere papa Ratzinger da giorni sotto attacco per i casi di pedofilia tra il clero. Fa altrettanto anche il suo successore alla Segreteria di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, appena arrivato ieri in Cile definendo papa Ratzinger «un Papa forte, profeta del terzo millennio». Sodano, in una intervista all'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede oggi in edicola, parla di «uso pretestuoso dello scandalo pedofilia» per colpire il Pontefice, accusato, a suo dire, «ingiustamente» per la gestione dei casi di preti pedofili. Per il cardinale decano «è ormai un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa. Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo». «Ora — lamenta ancora il porporato — contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae», l'enciclica che vietò l'uso della pillola anticoncezionale. Riferimenti che rischiano di dar luogo ad altri scossoni polemici, specialmente il richiamo alla figura di Pio XII, a pochi giorni dalla bufera che ha investito il predicatore pontificio, padre Raniero Cantalamessa, per aver paragonato gli attacchi alla Chiesa per gli  abusi sui minori e il «peggiore antisemitismo». Non a caso, al cardinale Sodano ha subito replicato Amos Luzzatto, ex presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, precisando che «su Pio XII non c'è nessuna aggressione», da parte ebraica. Semmai, si tratta di «una critica storica e culturale e come tale va compresa». Per Sodano, comunque, la «comunità cristiana si sente giustamente ferita quando si tenta di coinvolgerla in blocco nelle vicende tanto gravi quanto dolorose di qualche sacerdote, trasformando colpe e responsabilità individuali in colpa collettiva con una forzatura veramente incomprensibile». Da parte sua, il cardinale Bertone, sollecitato dai giornalisti cileni, ha ricordato che «Benedetto XVI durante la Settimana Santa ha avuto il sostegno di tutta la Chiesa», smentendo, tra l'altro, di aver «insabbiato» nel 1998 il caso del prete pedofilo americano Laurence Murphy, accusato di aver violentato 30 anni prima circa 200 bambini, morto in quello stesso anno.«Non è vero,non è vero—ha ripetuto Bertone—, abbiamo documentato il contrario e non parliamo di questo argomento ora, perché altrimenti rimaniamo qui tutto il giorno...". In difesa di Ratzinger scendono in campo anche i politici. Per il ministro Gianfranco Rotondi «l'attacco al Papa mina la libertà della Chiesa» e per questo «il governo farà quanto è nei suoi doveri per proteggere la Chiesa da forme di intimidazione». Di «accuse ingiuste e strumentali contro il Papa», parla invece la senatrice del Pd Mariapia Garavaglia, che ricorda «le parole alla Via Crucis del 2005 sulla "sporcizia" nella Chiesa scritte dall' allora cardinale Ratzinger». 

 

Il Wall Street Journal rompe il fronte della stampa americana e critica gli attacchi deI NYT

Usa, prete indiano accusato di abusi ora la Chiesa collabora alle indagini

ARTURO ZAMPAGLIONE

NEW YORK — Duro e implacabile, l'avvocato Jeff Anderson, che da tempo guida l'offensiva delle vittime americane contro i sacerdoti pedofili, ha aperto un altro fronte. Dopo aver ottenuto decine di milioni di dollari di risarcimento danni e dopo aver denunciato gli abusi di padre Lawrence Murphy sui bambini sordomuti di Milwaukee, il legale ha sollevato il caso di Joseph Jeyapaul, prete indiano che, durante una permanenza nel Minnesota dove era andato ad aiutare la chiesa locale, avrebbe costretto una ragazza di quattordici anni a fare sesso orale. Tornato nella diocesi di Ootacamund, in India, Padre Jeyapaul, 55 anni, nega ogni addebito. Ma di fronte ai due capi di imputazione dei magistrati della contea di Roseau, nel Minnesota, e alle loro richieste di estradizione, il Vaticano per la prima volta sta collaborando attivamente alle indagini delle autorità americane e ha fornito le informazioni necessarie per rintracciare il prete. Un avvocato californiano della Santa Sede, Jeffrey Lena, ha anche ricordato che la Congregazione per la dottrina della fede, che è l'organismo di vigilanza della Curia romana, aveva già proposto che Jeyapaul venisse spretato, affidando la decisione finale al vescovo locale. Jeff Anderson, ovviamente, non si accontenta di queste spiegazioni. E già tenta di puntare più in alto, promuovendo una causa nei tribunali americani contro la Santa Sede in quanto responsabile civilmente dei reati commessi dai suoi sacerdoti. Un'ipotesi, questa, che spaventa l'entourage del Papa e che conferma la delicatezza della questione. Non c'è dubbio, infatti, che la moltiplicazione dei casi di preti pedofili, dagli Usa alla Germania, metta in difficoltà la Chiesa e soprattutto  Benedetto XVI per il suo ruolo prima nell'arcidiocesi di Monaco, poi come responsabile della Congregazione per la dottrina della fede. Di qui gli sforzi del Vaticano di reagire alle polemiche e il recente intervento dell'arcivescovo di Washington in difesa del Papa. Intanto la stampa americana, che all'inizio sembrava compatta nel denunciare i tentennamenti e le ambiguità della chiesa cattolica, comincia ad avere posizioni più articolate. A rompere il fronte è stato il Wall Street Joumal: a pochi giorni del lancio della cronaca newyorkese, nuova arma di Rupert Murdoch per contrastare il New York Times, il quotidiano finanziario (e conservatore) pubblica un lungo editoriale di William McGurn in cui viene attaccato il giornale rivale. Il Journal accusa il Times di aver sottaciuto il vero ruolo dell'avvocato Anderson nella sua guerra contro i cattolici. «Quando si tratta di fare causa alla Chiesa — scrive Mc-Gum — Anderson è il primo avvocato d'America». Come dire: agisce per interesse privato e con una violenza viscerale. L'editoriale del WSJ si riferisce soprattutto alla vicenda di padre Lawrence Murphy nella scuola dei sordomuti di Milwaukee, ma le stesse considerazioni potrebbero valere per il caso del prete indiano. Spedito nell'ottobre 2004 nella diocesi di Crookston, neI Wisconsin, per sopperire alla penuria di vocazioni, padre Jeyapaul vi rimase fino al settembre del 2005. Poco dopo il suo arrivo — secondo la denuncia presentata dalla vittima, il cui nome è tenuto segreto — il sacerdote indiano avrebbe chiesto alla ragazza, che aveva appena di 14 anni, di seguirlo nella sagrestia e lì avrebbe minacciato di ucciderla se non avesse obbedito alla sua richiesta di sesso orale. «Tutto falso», protesta Jeyapaul dall'India, ricordando che la sua diocesi indiana ha condotto una inchiesta sul suo  conto in cui non è emerso alcun episodio di molestie sessuali. Ma i magistrati del Wisconsin continuano imperterriti per la loro strada, mentre Anderson promette che andrà fino in fondo. 

 

 



Mercoledì 07 Aprile,2010 Ore: 16:45
 
 
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La questione dei preti pedofili

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