- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (285) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il Papa, la pedofilia & la lotta di classe,di Sara Flounders

L'analisi di una marxista sul fenomeno pedofila clericale
Il Papa, la pedofilia & la lotta di classe

di Sara Flounders

http://www.workers.org/2010/world/pope_0429/   
Sara Flounders, è uno dei maggiori esponenti dell'organizzazione  International Action Center (Iac) un attivo gruppo di pacifisti  americani fondato nel 1991 dall'ex ministro della giustizia, Ramsey  Clark, noto per le sue opposizioni ad alcune decisioni politiche degli  ultimi governi statunitensi.
Il Centro nasce per protestare contro la guerra del Golfo e le  sanzioni all'Iraq, causa della morte di oltre mezzo milione di  bambini. Si batte contro il razzismo, gli stupri, la povertà e  denuncia il militarismo. Si schiera contro l'impiego dell'"uranio  impoverito" - materiale nucleare di scarto impiegato per costruire  carri armati, bombe e granate - riconosciuto come la causa della  Sindrome del Golfo negli Stati Uniti e di molte forme di cancro dei  civili iracheni.
 (Tradotto da Curzio bettio di Soccorso Popolare di Padova)  Pubblicato il 25 aprile 2010   
 
Più di 150 anni fa Karl Marx spiegava che "La storia di tutte le  società esistenti fino ad ora è la storia della lotta di classe.  Patrizi contro plebei, signori contro servi, in una parola oppressori  contro oppressi." La lotta si configura in un "conflitto ininterrotto,  ora sotterraneo, ora palese." Con la società moderna si sono  manifestate "nuove condizioni di oppressione e nuove forme di lotta." Uno scontro feroce ha stretto in una morsa la Chiesa Cattolica negli  ultimi 25 anni, quando alcuni dei più angariati sopravvissuti agli  abusi sessuali nella loro infanzia hanno in modo sempre più crescente  preteso una resa dei conti da singoli sacerdoti e ultimamente dalla  potente gerarchia ecclesiastica, compresi vescovi e cardinali che  costantemente avevano protetto i violentatori.
Ora, questa domanda di giustizia scaturita dal basso ha prodotto  qualcosa di impensabile. Ha portato allo scoperto il ruolo del  presente Papa, Benedetto XVI, in una mostruosa copertura di crimini  internazionale.
Il marxismo è una scienza per capire le questioni di classe che stanno  alla base dello sviluppo sociale, che all'immediato possono sembrare  oscure e lontane dalla lotta dei lavoratori.
La presente controversia, sebbene occultata dalla veste religiosa, è  in ogni modo una lotta di classe all'interno della Chiesa Cattolica.  Si tratta di una piccola parte di un conflitto di classe globale per  una totale parità, per i diritti e la gestione del potere.
Quello che una volta veniva accettato, in quanto sembrava non esistere  una possibilità di rivalsa, ora è divenuto intollerabile. Migliaia di  superstiti, che stanno lanciando le accuse di pedofilia, appartenenti  spesso e sostenitori della classe lavoratrice, fino a qualche anno fa  erano totalmente impotenti a resistere o anche solo a comunicare ai  loro familiari i crimini che erano stati su loro commessi. Questi  violentati erano stati abusati quando erano bambini negli orfanotrofi,  nei riformatori, nelle scuole per sordi e disabili, nelle scuole  parrocchiali e nelle chiese.
Questa sfida dal basso contro la segretezza e la rimozione rappresenta  un taglio netto con il passato. Gli abusi non venivano contestati in  quanto l'autorità religiosa non veniva mai chiamata in causa. In molte  scuole parrocchiali, sebbene gli abusi sessuali fossero tenuti  nascosti, gli abusi e l'umiliazione fisica e psicologica erano tanto  consueti da apparire parte del curriculum educativo.
Quando i superstiti hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi,  alcuni sacerdoti che si erano schierati dalla parte degli abusati  furono tacitati e rimossi dall'insegnamento o dalle posizioni di  autorità. Tuttavia, le gerarchie ecclesiali, un piccolo gruppo che  detiene l'autorità religiosa in modo assolutista, non sono riuscite ad  imporre il silenzio a questo movimento o a bloccarlo.
Quasi ogni inchiesta giornalistica esplosiva ha avuto origine non  dall'esterno o dalle autorità secolari, che sono timorose di offendere  una istituzione di una tale potenza, ma da Cattolici presumibilmente  privi di potere all'interno della chiesa, che si sono rifiutati di  rimanere in silenzio.
Questi hanno enumerato torti subiti, deposizioni e alla fine hanno  promosso azioni legali su azioni legali. Hanno convocato conferenze  stampa, hanno allestito siti web, organizzato dimostrazioni e gruppi  d'appoggio e servizi domenicali di volantinaggio.
Che si considerino parte di una lotta più larga per i diritti e per la  dignità o no, hanno usato molte di quelle stesse tattiche che  innumerevoli altre lotte hanno utilizzato.
La gerarchia ecclesiastica, in conflitto per difendere la sua  indiscussa autorità, le ricchezze e i privilegi, ha imposto l'assoluto   silenzio, ha minacciato di scomunica tutti coloro che stanno muovendo  le accuse e ha richiesto con arroganza l'accondiscendenza dei pubblici  ufficiali laici. Questo tentativo di conservare l'autorità assoluta  del clero fa parte di un più vasto conflitto interno, con riguardo  agli interessi a cui queste potenti istituzioni religiose devono  essere al servizio.
Questo scandalo internazionale che ora sta scuotendo la Chiesa  Cattolica comporta testimonianze dettagliate di decine di migliaia di  casi di violenze carnali e di abusi sessuali su bambini commessi da  migliaia di preti. Le accuse abbracciano decenni.
La lotta è scaturita nelle sue forme più accanite nei centri abitati  degli Stati Uniti, che in precedenza vedevano la presenza dei più  accesi sostenitori religiosi. Poi è esplosa in Irlanda, quindi in  Italia e in quelle regioni della Germania con popolazioni generalmente  cattoliche.
La novità è che ora questa questione riceve quasi quotidianamente  copertura mediatica e da ogni parte trapela l'evidenza della personale  responsabilità dell'attuale Papa Benedetto XVI in decenni di  rimozioni, di coperture e di trasferimenti di nascosto di predatori  sessuali.
Le più forti condanne sono arrivate da coloro che ancora si  considerano facenti parte della Chiesa Cattolica.
Il teologo cattolico progressista Hans Küng ha descritto così il ruolo  di Papa Benedetto XVI nel consentire che l'abuso prosperasse, che  ricevesse coperture e nell'imporre il silenzio: "Non vi era un solo  uomo in tutta la Chiesa Cattolica che fosse a conoscenza dei casi di  abuso sessuale più di lui, visto che questo era "ex officio" (faceva  parte del suo ruolo ufficiale). ... Egli non può puntare il dito  contro i vescovi e dire, voi non avete fatto abbastanza. Egli stesso  aveva impartito disposizioni, come capo della Congregazione per la  Dottrina della Fede, e le ha ripetute come Papa." Il 26 marzo 2010, il National Catholic Reporter pubblicava in un suo  editoriale: " Il Santo Padre ha il dovere di rispondere direttamente a  domande, in un forum credibile, intorno al suo ruolo - come  arcivescovo di Monaco (1977-82), come prefetto della Congregazione per  la Dottrina della Fede (1982-2005), e come Papa (2005-al presente) -  nella cattiva conduzione della crisi relativa agli abusi sessuali del  clero." Prima della sua elevazione al vertice della gerarchia cattolica  nell'aprile 2005, Papa Benedetto XVI era conosciuto come Cardinale  Joseph Ratzinger.
I suoi avversari facevano riferimento a lui come ad un mastino e come  al "rottweiler di Dio." Ratzinger era un incaricato politico di  estrema destra del Papa Giovanni Paolo II, che era determinato a  rafforzare la disciplina, il conformismo e l'autorità della chiesa in  un'istituzione che si trova nel mezzo di un profondo scompiglio  generale.
Per 24 anni, Ratzinger è stato al vertice dell'istituzione più potente  e storicamente repressiva nella Chiesa Cattolica, la Congregazione per  la Dottrina della Fede. Questa struttura era conosciuta da secoli come  Sant'Uffizio dell'Inquisizione. Si trattava dell'istituzione religiosa  responsabile dell'insediamento di tribunali religiosi per la messa  sotto accusa e tortura di decine di migliaia di persone a cui si  imputavano stregoneria ed eresia. L'Inquisizione aveva guidato i  pogroms e le espropriazioni di massa di Ebrei e Musulmani.
Tramite questo Ufficio all'interno della Chiesa, Papa Giovanni Paolo  II cercava di insediare un'aggiornata Inquisizione.
 Documenti denunciano una vasta copertura  La dimensione della criminale cospirazione internazionale del silenzio  per proteggere molestatori seriali e anteporre gli interessi della  chiesa alla sicurezza e al benessere dei bambini è stata completamente  messa in luce durante tutto l'anno scorso nel trattamento degli abusi  sessuali in Irlanda, un paese cattolico in modo schiacciante.
Dopo anni di pressanti richieste degli abusati per un'azione da parte  della chiesa e per procedimenti governativi di istruzione di processi  e dopo una serie di rivelazioni nel sistema dei media irlandesi, il  governo irlandese commissionava un'indagine che impegnava nove anni  per essere completata. Il 20 maggio 2009, la commissione pubblicava un  rapporto di 2.600 pagine.
Il rapporto attingeva alla testimonianza di migliaia di ex ospiti di  istituti e funzionari da più di 250 istituzioni a conduzione  ecclesiastica.
La commissione aveva riscontrato che preti e monache cattolici avevano  terrorizzato migliaia di bambini e bambine per decenni e che gli  ispettori governativi non erano riusciti a far cessare le reiterate  bastonature, le violenze sessuali e le umiliazioni. Il rapporto  caratterizzava le violenze sessuali e le molestie come "endemiche"  nelle scuole professionali e negli orfanotrofi a conduzione religiosa  della Chiesa Cattolica d'Irlanda. (www.childabusecommission.com/rpt/) Le dimensioni degli abusi in Irlanda e la forza del movimento che  reclama una resa dei conti hanno costretto Papa Benedetto a  pronunciare una debole giustificazione a favore della Chiesa  Cattolica, solo biasimando i vescovi locali irlandesi. Questa  abdicazione da ogni responsabilità per il suo ben noto ruolo ai  massimi vertici nell'insistere sul silenzio ha reso furiosi milioni di  sinceri credenti cattolici ed ha ulteriormente infiammato  un'opposizione che da decenni è andata crescendo all'interno della  Chiesa.
Predicando a Springfield, Massachussetts, un critico da lungo tempo  delle coperture ecclesiastiche, il reverendo James J. Scahill,  rispondeva alle imbarazzate giustificazioni definendo alcuni  componenti del clero come "felloni" ed invocava le dimissioni di Papa  Benedetto.
"Noi dobbiamo personalmente e collettivamente dichiarare che mettiamo  in dubbio molto seriamente la veridicità del Papa e dubitiamo anche di  quelle autorità ecclesiali che lo stanno difendendo o perfino si fanno  infilzare a suo vantaggio. Sta iniziando a diventare evidente che per  decenni, se non per secoli, la leadership della Chiesa ha fornito  copertura agli abusi sui bambini e sui minori per proteggere la sua  immagine istituzionale e l'immagine sacerdotale," denunciava Scahill.  (New York Times, 12 aprile 2010) Scahill affermava che aveva dovuto prendere posizione con franchezza  dopo che i suoi parrocchiani si erano recati da lui nel 2002 nel corso  delle rivelazioni di decenni di abusi sessuali a Boston e gli avevano  manifestato che bisognava fare qualcosa.
Il Cardinale Bernard Law dell'Arcidiocesi di Boston giocava un ruolo  chiave nel proteggere i preti molestatori di fanciulli dalla giusta  punizione da parte delle autorità religiose e secolari e  tranquillamente li trasferiva.
Nel 2002 scoppiava uno scandalo nazionale, quando un giudice nel  Massachusetts permetteva la divulgazione di migliaia di pagine di  documenti, testimonianze personali e deposizioni legali.
I documenti dimostravano una evidente struttura di copertura, di  protezione dei perpetratori e di marginalizzazione delle vittime,  rivelando che dal 1940 più di 1.000 bambini avevano subito abusi da  250 preti e operatori ecclesiastici nell'Arcidiocesi.
Il Cardinale Law, caduto in disgrazia, veniva costretto alle  dimissioni e all'Arcidiocesi di Boston veniva imposto di versare una  liquidazione penale fra gli 85 e i 100 milioni di dollari a  risarcimento di 552 casi.
Questo risarcimento multimilionario in dollari, accompagnato agli  scandali crescenti in altre città e alla copertura mediatica,  costringeva i vescovi statunitensi a stilare una "Carta per la  protezione dei bambini e della gioventù" in cui veniva dichiarata una  politica di "tolleranza zero, di colpire duro, e di voi siete fuori"  nei confronti dei preti che avevano recato oltraggio. Tuttavia, non  veniva proposta alcuna azione contro quei vescovi che avevano dato  copertura ai crimini.
Perfino questo modesto tentativo da parte dei vescovi statunitensi di  sviluppare una politica di pulizia veniva contrastato dall'allora  Cardinale Ratzinger in Vaticano. Egli impartiva la direttiva che tutte  le accuse di abusi venissero riportate all'Ufficio da lui preposto, la  Congregazione per la Dottrina della Fede, prima che i preti potessero  essere espulsi dall'ordine sacerdotale.
Uno dei suoi primi atti come Papa è stato di elevare il Cardinale Law  di Boston ad un posto di prestigio in Vaticano.
In una lettera, spesso citata e degna di vituperio, inviata ai vescovi  nel 2001, il Cardinale Ratzinger si faceva forte della sua posizione  per ordinare che le presunte accuse di abusi sessuali dovevano essere  tenute segrete previa minaccia di scomunica. Ai preti accusati di  crimini sessuali e alle loro vittime veniva ingiunto di "osservare il  più stretto segreto" e si imponeva loro "il silenzio perpetuo".
Un ex giurista del Vaticano, Padre Tom Doyle, denunciava questa  politica dei vertici del Vaticano dichiarando: "Quella che abbiamo qui  è una politica esplicita scritta per coprire i casi di abusi sessuali  su minori da parte del clero e per punire coloro che vorrebbero  attirare l'attenzione su questi crimini commessi da uomini di chiesa.  Quando preti che hanno abusato sono stati scoperti, la risposta è  stata di non investigare e di non metterli in stato di accusa, ma di  rimuoverli solamente da un posto ad un altro."  Negligenza o complicità criminale?  Quanto diffusi sono i crimini di abusi sessuali commessi contro i  giovani? La gerarchia ecclesiale è colpevole di indifferenza verso il  problema, il che significa di negligenza criminale? Od è colpevole di  complicità criminale, rifuggendo dal promuovere una qualsiasi azione,  anche quando i crimini venivano portati alla sua diretta attenzione? Una nota personalmente sottoscritta dal Cardinale Ratzinger, ora Papa  Benedetto XVI, quando era a capo del potente Ufficio vaticano dove  tutte le accuse di abusi venivano convogliate, è stata resa pubblica  in questo mese di aprile ed ha sollevato nuovo scalpore e proteste.
Ratzinger aveva sorvolato e bloccato qualsiasi provvedimento contro il  prete "orco predatore", il Rev. Lawrence C. Murphy, malgrado gli  appelli per l'espulsione di costui lanciati addirittura dal suo vescovo.
Il Reverendo Murphy era stato accusato di abusi sessuali da più di 200  ragazzini all'Istituto per Sordomuti di Milwaukee. Per decenni gli ex  studenti hanno usato il linguaggio dei segni e scritto deposizioni  scritte e giurate negli incontri con i vescovi e con gli ufficiali  giudiziari secolari con la richiesta di porre in stato di accusa e di  condannare padre Murphy.
Contemporaneamente, scoppiava un'altra storia scandalistica in Italia,  dove 67 ex allievi di una scuola per sordomuti a Verona avevano  accusato 24 preti, fratelli e religiosi laici di averli abusati  sessualmente dall'età di 7 anni.
In Germania, più di 250 casi tenuti nascosti di abusi sono venuti alla  luce negli ultimi due mesi, compresi quelli avvenuti in distretti  direttamente sottoposti alla supervisione di Papa Benedetto, quando  era vescovo in quelle diocesi.
La pubblicità internazionale che circonda l'azione legale di Boston  relativa agli abusi sessuali su bambini e il risarcimento  multimilionario di dollari hanno fornito a molte altre vittime di  abusi il coraggio di denunciare apertamente e di chiedere giustizia.
Negli Stati Uniti, dal 1950, più di 4.000 preti sono stati accusati di  molestie sui minori e in questo caso la Chiesa Cattolica ha dovuto  sborsare più di 2 miliardi di dollari in risarcimenti alle vittime  degli abusi.
Nel 2007, l'arcidiocesi di Los Angeles ha annunciato un'assegnazione  di 600 milioni di dollari a circa 500 querelanti. Sei diocesi sono  state costrette alla bancarotta e molte diocesi hanno dovuto per forza  vendere sostanziali beni della chiesa per pagare i risarcimenti.
Molti di questi casi sono stati evidenziati da un'organizzazione  chiamata SNAP, la Rete dei Sopravvissuti di questi Abusati dai Preti.  La SNAP si identifica come il gruppo di più lunga data e più diffuso  per l'appoggio alle vittime dell'abuso clericale.
Non solo i bambini sono stati le vittime degli abusi.
Secondo il "St. Louis Post-Dispatch" del 4 gennaio 2003, è stata  finanziata, in parte, da diversi ordini di suore cattoliche  un'indagine nazionale condotta da ricercatori della St.Louis University.
La ricerca ha valutato che un "minimo" di 34.000 monache cattoliche,  vale a dire il 40% di tutte le monache negli Stati Uniti, hanno dovuto  subire qualche forma di trauma sessuale.
È importante notare che le testimonianze, le azioni legali, le  inchieste e i resoconti giornalistici sugli scandali di abusi sessuali  hanno avuto origine in maniera schiacciante dall'interno della stessa  Chiesa Cattolica, dai superstiti di abuso. Molti altri Cattolici,  indignati, hanno fatto fronte comune nell'esigere una resa dei conti  dalle gerarchie clericali, privilegiate, tutte protese a proteggere le  loro posizioni, la loro autorità e i loro patrimoni e non a proteggere  i bambini.
Da ogni parte di Europa crescono le richieste di perseguire penalmente  Papa Benedetto presso la Corte Penale Internazionale (ICC) per il  fatto che avendo protetto la Chiesa, non le sue vittime, ha commesso  illeciti penali.
Geoffrey Robertson, membro della Commissione Giustizia dell'ONU e  presidente del Tribunale Speciale per la Sierra Leone, afferma di  ritenere che è giunto il tempo di contestare l'immunità papale. In un  articolo del "Guardian" di Londra del 2 aprile 2010 dal titolo di  testa "Portiamo il Papa sul banco degli imputati", Robertson scriveva:  "L'immunità legale non può essere più mantenuta. Il Vaticano dovrebbe  sentire tutto il peso del diritto internazionale. La pedofilia è un  crimine contro l'umanità. L'anomala rivendicazione del Vaticano di  essere uno Stato, e del Papa di essere un capo di Stato e quindi  immune da ogni azione legale, non può superare un esame critico."    Naturalmente, è importante ricordare che la Corte Penale  Internazionale ha al momento mosso accuse solo contro quattro Stati  africani, presi di mira dall'imperialismo.
I crimini di guerra degli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan, così  come i crimini commessi da Israele contro i civili palestinesi e  libanesi sono stati ignorati dalla Corte Penale Internazionale.
Un baluardo dell'imperialismo statunitense su scala globale, è  improbabile che il Vaticano farà fronte alle accuse tanto presto.
 La guerra contro il movimento globale per la giustizia  Che ruolo gioca il Vaticano nella società classista, che sia di  particolare valenza per l'imperialismo statunitense? Mentre ha  assolto, dato copertura e solo trasferito migliaia di preti colpevoli  di abusi sui bambini, per 25 anni Papa Benedetto XVI ha usato la sua  posizione alla testa della più potente istituzione ecclesiale, la  Congregazione per la Dottrina della Fede, per rimuovere dalle  parrocchie, dalle scuole e da tutte le posizioni influenti migliaia di  sacerdoti, vescovi e persone religiose che in qualche modo si  dimostravano progressiste o interessate a difendere i diritti e la  dignità dei poveri e degli oppressi.
A teologi, docenti, scrittori ed intellettuali cattolici dissidenti  veniva proibito di scrivere, pubblicare ed insegnare in istituzioni  della Chiesa.
Vescovi che hanno tentato di usare la loro autorità per un cambiamento  sociale sono stati messi sotto inchiesta per la loro inaffidabilità e  costretti alle dimissioni. Poi sono stati rimpiazzati da uomini del  clero politicamente più reazionari che si sono preoccupati soprattutto  di preservare l'autorità religiosa e il dogma.
Questo è stato lo sforzo della destra di reprimere una corrente  religiosa progressista nota come "teologia della liberazione", che  cercava di allineare la Chiesa con i movimenti di liberazione e  anticolonialisti, con le lotte rivoluzionarie che stavano  diffondendosi rapidamente in Africa, Asia e nell'America Latina e con  il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.
Preti come Padre Camillo Torres in Colombia, che scrivevano,  predicavano e andavano in giro organizzando il tentativo di unità  rivoluzionaria fra marxismo e cattolicesimo, venivano considerati una  minaccia diretta allo sfruttamento capitalistico.
Padre Torres si unì alla lotta armata contro la dittatura appoggiata  dagli Stati Uniti e morì in combattimento.
Suore attiviste, che guidavano il movimento per il diritto d'asilo per  fornire assistenza e transito sicuro agli immigrati salvadoregni che  tentavano di sfuggire agli squadroni della morte, vennero prese come  obiettivo.
Così sono stati Philip e Tom Berrigan, preti che continuamente hanno  rischiato l'arresto e sono stati incarcerati con una organizzazione  militante di Cattolici che si opponevano alla Guerra in Vietnam. Ai  teologi della liberazione, come il carismatico Leonardo Boff del  Brasile, è stato proibito dalla Chiesa di parlare o di scrivere.
Preti che cercavano di servire i poveri, come Padre Jean-Bertrand  Aristide di Haiti, venivano espulsi dai loro ordini religiosi e  costretti alle dimissioni sotto l'accusa criminale di "glorificazione  della lotta di classe." Al vescovo Samuel Ruiz del Chiapas, Messico, veniva imposto di  astenersi da "interpretazioni marxiste".
Si è trattato di una caccia alle streghe e di un'epurazione che ha  preso di mira attivisti antirazzisti e per la giustizia sociale.
Eppure il vescovo reazionario scissionista Richard Williamson  (scomunicato nel 1988 da papa Giovanni Paolo II perché consacrato  senza mandato pontificio dall'arcivescovo Marcel Lefebvre, iniziativa  che la Santa Sede considerò al pari di un atto scismatico), che  pubblicamente aveva negato l'Olocausto, ha ricevuto il bentornato  nell'ambito della Chiesa.
Di fronte ad una opposizione sempre più crescente ad ogni livello,  questa potente istituzione, che per secoli ha protetto la proprietà e  i privilegi delle classi dominanti occidentali, ha scelto di mettere  su un piano alto le forze fanaticamente più reazionarie per dare  battaglia a coloro che incalzano per cambiamenti, aperture,  uguaglianza e attenzione per i bisogni dei poveri e degli oppressi.
Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II ed ora di Benedetto XVI, la  Chiesa Cattolica è stata un fedele alleato dell'imperialismo  usamericano nell'opposizione alla costruzione del socialismo  nell'Europa dell'Est.
In cambio il potente sistema dei media degli Stati Uniti ha giocato un  ruolo attivo nel promuovere e nell'assegnare una copertura favorevole  alla Chiesa demonizzando i Musulmani e gli altri movimenti religiosi  dei popoli oppressi.
Nel 2006, Papa Benedetto ha fornito appoggio alla propaganda contro i  Musulmani, che Washington consapevolmente aveva infiammato in modo da  giustificare la guerra e l'occupazione in Iraq e in Afghanistan. In un  importante messaggio papale, Benedetto XVI citava un Imperatore  bizantino del quattordicesimo secolo che aveva affermato che il  Profeta Maometto aveva recato al mondo solo "cose malvagie ed inumane".
L'alleanza con l'imperialismo degli Stati Uniti ha indotto la Chiesa  Cattolica a rinverdire gli eccessi più reazionari del suo nero  passato.  Membri delle sue organizzazioni, come la riservata Opus Dei  e i Legionari di Cristo, si sono collegati agli squadroni della morte  e alle dittature militari in tutta l'America Latina e al fascismo e ai  reazionari più estremisti in Europa, e sono stati promossi agli  incarichi più elevati in Vaticano e in tutto il mondo.
Due uomini di chiesa fascisti, Josemaria Escrivá, schierato con Hitler  durante la Seconda Guerra Mondiale e organizzatore di bande fasciste  per dare la caccia ai comunisti e ai sindacalisti rivoluzionari nella  Spagna di Franco, e il Cardinale Aloysius Stepinac di Croazia, che ha  contribuito ad organizzare capi di sterminio di Ebrei, Serbi e Zingari  Rom, sono stati proposti per la santità.
Non è contraddittorio il fatto che preti che hanno abusato di bambini  siano stati protetti e nascosti mentre quelle forze religiose che  hanno cercato di difendere i diritti degli oppressi e si sono alleate  con i movimenti progressisti sono state costrette a sottomettersi.
La cooperazione con teppisti criminali e la dura repressione dei  progressisti sono due facce della medesima politica di classe, quella  di difendere l'autorità costituita. Il medesimo approccio applicato ad  ogni questione sociale!  Giudizio repressivo di ogni forma di sessualità  Dallo Stato schiavista della Roma antica alla società feudale europea,  e poi come importante strumento di conquista imperiale, sempre  l'istituzione religiosa si è radicata nella società classista e  patriarcale.
Questa eredità patriarcale sta alla base dei giudizi repressivi della  Chiesa verso qualsiasi forma di espressione della sessualità umana.
Che le persone siano omosessuali o eterosessuali, sposate o non  sposate, la Chiesa Cattolica ha affermato il suo diritto di emanare  norme per una società nel suo insieme su qualsiasi forma di  espressione della sessualità umana.
Mentre non prendeva alcun provvedimento contro i predatori sessuali,  altrimenti questo avrebbe minacciato l'autorità e la santità del  clero, Ratzinger era alla testa di coloro che volevano imporre  arcaiche dottrine religiose sulla sessualità e tenere le donne in  posizione subordinata nella Chiesa e nella società nel suo complesso.  Nessuna presa di posizione liberale su problematiche come quella del  controllo delle nascite, sull'aborto, il divorzio o il riconoscimento  dell'omosessualità veniva concessa.
All'interno della Chiesa le norme repressive venivano fatte rispettare  ponendo al centro dell'attenzione il peccato e la colpa. A Cattolici  omosessuali, a Cattolici che si sono rimaritati, che hanno praticato  il controllo delle nascite o che hanno procurato un aborto, sono stati  negati i sacramenti, esclusi dalla Chiesa o scomunicati.
Il peso totale delle istituzioni ecclesiastiche, con importanti  quantità di finanziamenti e potere politico, veniva aggressivamente  usato nella società laica per ostacolare la liberalizzazione di leggi  sul divorzio e sul diritto della donna al controllo delle nascite e  all'aborto.
La Chiesa Cattolica ha organizzato e finanziato campagne politiche  contro il matrimonio fra omosessuali e contro l'adozione di bambini da  parte di coppie gay.
Tuttavia, mentre proclamano il loro dovere religioso di proteggere i  "bimbi non ancora nati", le autorità cattoliche si rifiutano di  proteggere i bambini sotto il loro diretto controllo.
Quando si è allargata la tempesta di proteste contro le aggressioni ai  bambini in loro custodia, questo gruppo di preti reazionari ha cercato  di sviare il loro tentativo di insabbiamento verso una lotta contro il  popolo degli omosessuali collegando la pedofilia, vale a dire gli  abusi sessuali sui bambini indifesi, con l'omosessualità tra adulti  consenzienti.
Il 14 aprile 2001, il massimo collaboratore di Papa Benedetto, il  Segretario di Stato Vaticano Cardinale Tarcisio Bertone, addossava la  pedofilia all'omosessualità, che egli stigmatizzava come "una  patologia".
Il Cardinale Ratzinger, ora Papa Benedetto, in una ben nota lettera ai  vescovi nel 1986 condannava l'omosessualità come un "peccato  intrinsecamente morale." Egli arrivava perfino a giustificare ed  anche ad incoraggiare le aggressioni violente contro gli omosessuali,  affermando che "né la Chiesa né la società dovrebbero sorprendersi per  il crescere di reazioni violente ed irrazionali", quando gli  omosessuali reclamano diritti civili.
Questi crimini contro tutti i movimenti degli oppressi devono essere  fatti oggetto della collera diretta contro le gerarchie della Chiesa.
Gli anni della repressione, delle cacce alle streghe e del fanatismo  bigotto organizzato sempre meno hanno fornito alle gerarchie  cattoliche una base di appoggio. Quelli che sono ai vertici della  gerarchia hanno perso i contatti con l'insieme dei fedeli cattolici e  totalmente con i valori della società nel suo insieme.
Malgrado ogni tentativo, non possono più tornare indietro al loro  potere assoluto di 500 o solo di 100 anni fa, quando preti e vescovi  non dovevano rendere conto dei loro crimini contro le donne o contro  gli schiavi, i servi, i contadini o i lavoratori analfabeti ed indifesi.
Le giustificazioni accuratamente e abilmente presentate per non  assumersi le responsabilità e le sceneggiate di incontri di confronto  pubblico con pochi e ben selezionati sopravvissuti agli abusi non  risolveranno la crisi che sta di fronte alla leadership reazionaria  della Chiesa.
Oggi, coloro che hanno sofferto di abusi hanno trovato modo di  esprimersi e hanno trovato alleati.
 La scrittrice ha frequentato, sopravvivendo, per 14 anni scuole  cattoliche.
 
 Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011
Subscribe wwnews-subscribe@workersworld.net  
URL di questo articolo, versione spagnola, su Tlaxcala: http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=10466&lg=es  ***
*


Mercoledì 12 Maggio,2010 Ore: 16:39
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La questione dei preti pedofili

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info