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www.ildialogo.org "ALLE PORTE DELL'EDEN. AMORE E POTERE NEL RAPPORTO BAMBINO-ADULTO", A CURA DI NICOLA NEGRETTI, PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA.,a cura di Carlo Castellini

"ALLE PORTE DELL'EDEN. AMORE E POTERE NEL RAPPORTO BAMBINO-ADULTO", A CURA DI NICOLA NEGRETTI, PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA.

a cura di Carlo Castellini

"L'atteggiamento proprietario" e "la relazione pedofila", sono due temi che appartengono al pių ampio progetto culturale che viene trattato nel volumetto "la violenza nei legami d'amore", "le relazioni vitali e conflittuali tra uomo e donna, adulto e bambino, cittadino e straniero" edito dal Segno dei fratelli Gabrielli Editori, di san Pietro in Cariano di Verona, che e' gia' stato presentato dal nostro sito. Il libretto e' stato pubblicato dal consultorio familiare di via Volturno, 42, onlus e i lavori di coordinamento sono stati tenuti da Nicola Negretti, collaboratore di questo istituto.


L’ATTEGGIAMENTO PROPRIETARIO,(NELLA DINAMICA DELLA VITA DELLA COPPIA AMOROSA);
E LA RELAZIONE PEDOFILA, (NEL RAPPORTO DELL’ADULTO CON IL BAMBINO).
Due tematiche di grandissima attualità illustrate all’interno di un progetto culturale presentato alla popolazione cittadina di brescia, da parte di un gruppo di esperti del Consultorio familiare onlus di via Volturno, 42, a Brescia, alcuni anni or sono e ad Operatori sociali e sanitari. Tali tematiche, trovano adeguata presentazione e Illustrazione, nel volume più ampio edito dal Segno dei Grabielli editori di San Pietro in  Cariano di Verona curato da Nicola Negretti, collaboratore, psicologo e psicoterapeuta dell’istituto stesso, e che ha già trovato spazio anche sul nostro sito. (a cura di Carlo Castellini)
 
ATTUALIZZAZIONE. I fatti di cronaca, attinenti abusi sessuali sui minori, compiuti da parte degli adulti sui bambini, a volte necessita, dopo lo sfogo emotivo della cronaca sui mass-media, di debite spiegazioni e approfondimenti, da parte di assistenti sociali e psicologi, che servono per far comprendere all’adulto, qual è lo stato delle sue pulsioni nei confronti del partner, ma anche davanti ai piccoli e indifesi, di cui conosciamo poco, spesso vittime inconsapevoli della nostra morbosità degenerata, che sfocia spesso in un atteggiamento proprietario da parte dell’adulto, che fa suo l’oggetto, cui la nostra attenzione si rivolge, e che, talvolta, degenera anche in pedofilia.
Di questi due atteggiamenti che possono essere chiariti, troviamo adeguata esposizione nel volumetto, ( curato al CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS DI VIA VOLTURNO, 42, A BRESCIA, e pubblicato con il contributo del Comune di Brescia, dai FRATELLI EDITORI GABRIELLI, di SAN PIETRO IN CARIANO, DI VERONA), e che ha per titolo:”LA VIOLENZA NEI LEGAMI D’AMORE”. LE RELAZIONI VITALI E CONFLITTUALI TRA UOMO E DONNA, ADULTO E BAMBINO, CITTADINO E STRANIERO”.
In questo articolo mirato noi attingiamo dai vari temi approfonditi quelli attinenti a:
1.      L’ATTEGGIAMENTO PROPRIETARIO, (NELLA DINAMICA DI COPPIA TRA ADULTI),
2.      E LA RELAZIONE PEDOFILA (NELLA DINAMICA DI RELAZIONE TRA ADULTO E BAMBINO).
Questi sono due argomenti trattati all’interno del Progetto Culturale che porta il significativo nome di “ALLE PORTE DELL’EDEN. AMORE E POTERE NEL RAPPPORTO BAMBINO ADULTO”, A CURA DI NICOLA NEGERETTI, COLLABORATORE PROFESSIONISTA, E PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA del consultorio familiare bresciano.
Anche il sottotitolo è significativo e fa sua una frase del poeta indiano RABINADRANATH TAGORE:”SULLA SPIAGGIA DI MONDI INFINITI GIOVANO I BAMBINI”. (DI CARLO CASTELLLINI).
L’ATTEGGIAMENTO PROPRIETARIO.
 “Dipendi da me, quindi ti possiedo”. Nel corso delle vicende umane, questa dimensione proprietaria dell’adulto nei confronti dei piccoli,, da lui generati, è ampiamente documentata e ha trovato espressione tanto nella mitologia quanto nella prassi giuridica. CRONO divora i propri figli, fino a che ZEUS non lo uccide. Per i ROMANI, l’essere stato generato da un padre non dà automaticamente diritto alla vita e alla figliolanza, ma il tutto è subordinato all’arbitrio paterno, il quale può riconoscere, ma anche rifiutare il neonato e, quindi, ha DIRITTO DI VITA E DI MORTE su di lui. Poter DARE LA VITA O LA MORTE è l’affermazione somma della PROPRIETA’ su un vivente.
 Questa corrosione del potere nel senso della proprietà sembra essere, sul piano storico e culturale, un’esperienza prevalentemente maschile, la quale non si manifesta solo nei confronti dei figli, ma anche delle donne. LA TRADIZIONE PATRIARCALE, che sembra oggi in crisi nel MONDO OCCIDENTALE, ha sancito per millenni la SUPREMAZIA MASCHILE dentro la famiglia e nella società, ma in questo modo, ha allontanato il maschio dal mondo degli affetti, l’ha reso meno competente nel dialogo che passa attraverso la permeabilità e l’abbandono dei corpi, e l’ha esposto alla solitudine.
LA PROPRIETA’ E’ UNIDIREZIONALE, VA DA UN SOGGETTO AD UN OGGETTO. Ma quale compagnia e fremito comunicativo può trasmettere un OGGETTO? Se andiamo al di là della dell’immagine storica della potenza che il patriarcato porta con sé, non possiamo non intuire nell’atteggiamento proprietario, una strisciante angoscia e una dolorosa insicurezza. SE NON POSSIEDO L’ALTRO, TEMO CHE L’ALTRO NON CI POSSA ESSERE PER ME. SE NON LO SOGGIOGO FINO A SOPPRIMERLO, L’ALTRO MI PUO’ TOGLIERE IL POTERE. CRONO, LAIO, MACBETH DRAMMATIZZANO QUESTA ANGOSCIA DISTRUTTIVA.
 Ma la PULSIONE PROPRIETARIA, nasconde un più drammatico abisso. Qual è la ragione ultima per cui posso pensare di possedere un essere vivente come me? E’ perche’ mi illudo di potere vivere attraverso di lui. Il che sta a significare in definitiva, che io non mi ritengo vivo, che mi penso morto. Cerco di possedere un essere per la sua debolezza, la sua innocenza, la sua arguzia, perché dispero di poter sprigionare da me una qualche corrente tenera, pura, gioiosa. POSSEDENDO L’ALTRO VIVO UNA VITA SURROGATA.
 Non c’è uno scambio vitale, che alimenta ambedue i poli della relazione, ma solo svuotamento dell’uno e riempimento dell’altro. E’ poi chiaro che, di fronte a chi vuole possedere, c’è qualcuno che collude con la dinamica proprietaria e si lascia possedere, o per una debolezza dovuta a PROBLEMI PERSONALI IRRISOLTI o per una FRAGILITA’ EVOLUTIVA ESISTENZIALE, com’è il caso del BAMBINO.
LA RELAZIONE PEDOFILA.
 E’ in questa deriva proprietaria, credo, che possono aver luogo ATTI DI ABUSO SESSUALE SUI MINORI, prevalentemente ad opera di maschi. Ovviamente, non è escluso che gesti di abuso, vengano commessi anche da donne, ma in misura molto ridotta rispetto ai maschi. Sembra che se esiste una PREPOTENZA FEMMINILE SUI BAMBINI, questa venga più agita in forma di SIMBIOSI O DI MANIPOLAZIONE AFFETTIVA. LA SESSUALITA’ PROPRIETARIA, pare più fortemente legata alla PSICOLOGIA MASCHILE., il cui EROS, è sovente intriso di AGGRESSIVITA’. Ci si potrebbe chiedere se una tale prevalente connotazione della sessualità sia qualcosa di strutturale nel comportamento maschile o non derivi piuttosto dalla storica DIVISIONE DEI RUOLI, , che sono stati assegnati al MASCHIO ED ALLA FEMMINA. Sta di fatto però che là dove il POTERE MASCHILE, degenera nella direzione proprietaria, non è infrequente che esso si manifesti anche nella forma di un ABUSO SESSUALE, più o meno esplicito.
Benché le FORME DI INCESTO, siano correttamente da differenziare dalle FORME DI PEDOFILIA, pure la problematica relazionale che esse presentano è abbastanza affine. Si tratta, innanzitutto, di una RELAZIONE SIMMETRICA. Il GIOCO DELL’AMORE, se avviene tra ADULTI CONSENZIENTI, permette di scoprire l’un l’altro, il proprio enigma, e di vivere la complessità del desiderio con le sue sfumature e allusioni. Ma esso diventa una tragedia, quando la destrezza del desiderio, quando la destrezza del desiderio adulto incontra il DESIDERIO INDIFFERENZIATO DEL BAMBINO, che conosce solo L’ACCOGLIENZA E IL RIFIUTO. NON ESISTE AUTENTICA RECIPROCITA’. Il BAMBINO viene pietrificato in una precoce ADULTIZZAZIONE, che brucia le tappe della sua crescita e impedisce alle sue fantasie il libero confronto con la realtà. E l’adulto, che in tale SODDISFAZIONE SUL BAMBINO cerca soprattutto una conferma al proprio EGO, si muove in una dimensione inevitabilmente narcisistica, AUTOEROTICA. Più che l’AMORE viene messo in scena il POTERE.
 In una RELAZIONE COSI’ ASIMMETRICA E OGGETTIVATA, non c’è spazio alcuno per la SPONTANEITA’ E LA CREATIVITA’. Senza dubbio, l’ATTRAZIONE percepita dal PEDOFILO è molto forte, considerate le molteplici illusioni di PIENEZZA, RIGENERAZIONE, ONNIPOTENZA, che proietta sul BAMBINO. Ma vista l’indifferibile necessità interiore, dalla quale è spinto, più che lasciarsi sorprendere dalla novità dell’altro, l’ADULTO tende a seguire lo schema delle sue fantasie e a chiudersi in una noiosa monotonia del comportamento. L’unico elemento di novità è dato da una possibile ESCALATION, nella ricerca del piacere, determinata dalla necessità di superare l’assuefazione e la ROUTINE.
 Ma una tale ricerca compulsiva è carica di rischi, perché per intensificare esponenzialmente la percezione del piacere, si può ricorrere al dolore e allora, in alcuni casi drammatici, l’INTERAZIONE PEDOFILA, cede alla VIOLENZA FISICA e sfocia nella PERVERSIONE. (NICOLA NEGRETTI, PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA DEL CONSULTORIO FAMILIARE DI VIA VOLTURNO, 42, BRESCIA).
(A CURA DI CARLO CASTELLINI).
 
 


Lunedė 08 Marzo,2010 Ore: 14:56
 
 
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La questione dei preti pedofili

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