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www.ildialogo.org ASSASSINI,di Paolo Farinella, prete

Sulla morte del piccolo Devid
ASSASSINI

di Paolo Farinella, prete

Mentre nella chiese di tutto il mondo si celebrava  la nascita di Gesù ebreo e palestinese, a Bologna nella più totale oscurità nasceva Devid, il 22 dicembre 2010. Intorno a San Petronio si cantava «E vieni in una grotta al freddo e al gelo». Appena 20 giorni dopo Devid moriva di «freddo e gelo», primo martire ucciso dal nuovo Erode che domina l’Italia, le regioni, le città: il governo che taglia indiscriminatamente i servizi sociali e i comuni che ormai sono sacchi vuoti che mantengono solo se stessi.

Di giorno Devid con madre e padre e fratelli vivevano nell’atrio della Borsa di Bologna, dove girano miliardi di euro al tocco di un clik, di notte non si sa. A morte avvenuta, si scatena l’orrenda sceneggiata dello «scarica barile»: non era di mia competenza, era compito suo, i genitori rifiutavano gli aiuti. Devid è morto perché ha avuto la colpa di nascere.

Sembra che con un blitz il sedicente ministro Calderoli, abbia abolito la legge «regia» che istituiva i tribunali dei Minori autonomi dai tribunali «per adulti». Tutto si tiene oppure tutto crolla se non si sa quello che si vuole. Se nemmeno un neonato ha la sicurezza di vivere e di essere preso in carico appena nato e si vuole smantellare il luogo stesso simbolo della loro tutela, è meglio che questo Paese crolli, s’inabissi nella fogna in cui il berlusconismo l’ha versata e lì resti a marcire in attesa dell’inferno che non tarderà ad arrivare.

Penso a Devid «piccolo martire innocente» che paga il rapporto deficit/pil perché il governo ha deciso che i poveri sono inesistenti, anzi non devono esistere. Devid è una premessa: ora cominceranno le conseguenze perché non si possono tagliare i servizi e, specialmente i servizi sociali, che sono l’unica goccia di refrigerio per i poveri che non hanno possibilità di sopravvivenza. Il governo Berlusconi, lercio e immondo, non si occupa di queste quisquilie; le priorità sono altre: fare affari, sistemare le cricche, appaltare il comune di Roma ai parenti e agli amici degli amici, alle amanti, togliere ai comuni le poche risorse da destinare a chi non ha niente: né la casa, né il cibo, né la salute, né la vita.

I vescovi parlano di vita da rispettare «dal concepimento alla morte». Dove si colloca, di grazia! Devid? Perché per lui non sono stati chiesti la «nutrizione e la idratazione obbligatori» come sono stati chiesti per Eluana Englaro? Come mai la Cei non dice una parola e non accusa il governo di inadempienza, anzi di colpa grave,  anzi più verosimilmente, di omicidio premeditato? Chi ha ucciso il piccolo Devid? A quanto pare nessuno.

In Devid è morto Dio e siamo seppelliti noi: chiesa, stato, comune, società. Quant’è bello commuoversi davanti al presepe, dove le ochette, i mulini, i contadini, i pastori, il bue, l’asinello e gli imbecilli giocano a fare gli infantili e nessuno si accorge che li accanto, dietro la porta, c’è il Crocifisso che muore «al freddo e al gelo». Mai mistificazione natalizia è stata così palese e così grave. Bisognerebbe listare a lutto tutte le chiese e imporre le dimissioni al governo della città di Bologna e al governo centrale che è colpevole di assassinio perché sa che i tagli al sociale sono colpi di machete alla vita dei diseredati.

La pena maggiore è vedere i cattolici governativi che fanno i gargarismi con «il rispetto della persona», senza nemmeno rendersi conto di essere ridicoli perché sostengono un debosciato che non ha alcun rispetto delle persone, specialmente delle donne che può compare «a carrettate» (suo avvocato Ghedini), e che di fatto compra a suon di posti, di cariche e di denaro. Al funerale di Devid vi erano meno di 10 persone, mancava il Vescovo della città di Bologna, mancavano le autorità colpevoli di quella morte, mancava il rappresentante del governo che lo ha ucciso. Muoiono i militari in Afghanistan, uccisi in azioni di guerra e  per i funerali, il presbiterio è pieno di preti e vescovi con cappelli a tre punte e stellette militari sugli abiti liturgici; muore Devid/Gesù Bambino «al freddo al gelo» nella dotta e grassa Bologna e passa inosservato. Come allora a Betlemme, come sempre. Come volevasi dimostrare.

Paolo Farinella, prete



Giovedì 13 Gennaio,2011 Ore: 10:18
 
 
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