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Povertà
CONOSCERE PER DELIBERARE: SCONFIGGERE L’HOMELESSNESS E' POSSIBILE

Pezzana (Fio.Psd) al Convegno di chiusura dell’Anno europeo di lotta alla povertà: «Il nostro settore? Non può essere solo un prestatore di servizi di ultima istanza»


COMUNICATO STAMPA
«Pensiamo da sempre che il contrasto alla homelessness sia possibile e possa essere efficace se condotto lungo i due binari paralleli della tutela universale contro la povertà e del sostegno specifico contro l’emarginazione». Così Paolo Pezzana, il presidente della Fio.PSD, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, spiega la sua “ricetta” per combattere la grave emarginazione adulta durante il suo intervento al convegno “Anno Europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale: bilancio e prospettive”, che conclude a Milano, su iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Poilitiche Sociali, l’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
«Un’azione efficace di contrasto al fenomeno – continua Pezzana – potrebbe quindi rivelarsi non solo efficace per raggiungere l’obiettivo immediato di sconfiggere tale umiliante e scandalosa condizione sociale, ma anche utile come laboratorio di senso, di pratiche e di politiche per implementare un sistema più complessivo di lotta permanente alla povertà, tanto più necessario quanto più si pensi e si creda che il grado di civiltà di un Paese si misuri anzitutto dal modo in cui esso tratta i propri cittadini più deboli». E tanto più impellente, in relazione «anche ai dati esperienziali che i soci fio.PSD esprimono circa l’aumento di richieste di intervento a servizi di prima necessità, come mense e centri di distribuzione. Esso è indice di come il settore tenda sempre più a configurarsi come un “prestatore di ultima istanza”, per quanto di profilo molto marginale e residuale, per coloro che, scivolando progressivamente in povertà sempre più significative, prendono a utilizzare i servizi di prima necessità, generalmente accessibili senza particolari filtri preventivi, come anche i dati Istat mostrano, quali strumenti compensativi di sostegno al reddito».
Nel corso del convegno sono stati presentati i primi dati della ricerca promossa sulla realtà delle persone senza dimora e dei servizi loro riservati, promossa dal ministero del welfare, cofinanziata da Caritas Italiana ed effettuata da Istat e Fio.PSD. Si tratta di un’iniziativa di rilevante importanza per colmare il vuoto di conoscenza (dunque, di deliberazione politica) accumulatosi, in Italia, intorno al fenomeno. «La pressoché totale assenza di dati nazionali attendibili», ha infatti asserito Pezzana, è causa della «altrettanto eclatante assenza di forme e dispositivi strutturali di contrasto a tale condizione entro il nostro ordinamento», sono a determinare il paradosso, statistico e politico, secondo cui «sinora le persone senza dimora in Italia non sono state contate neppure entro le statistiche ufficiali sulla povertà».
La ricerca, in oltre un anno di lavoro, ha indagato l’universo delle strutture, delle organizzazioni e dei servizi che in Italia offrono aiuto agli homeless (in una seconda fase, entro il 2011, verrà realizzato un censimento delle persone senza dimora). Sono stati contattate 1.684 organizzazioni; a 1.144 di esse sono state somministrate interviste che hanno portato a individuare 810 organizzazioni che erogano alle persone senza dimora circa 2.450 servizi diversi in Italia, con percentuali maggiori al nord e al centro, inferiori al centro-sud, ma nessun territorio regionale che risulti integralmente scoperto.
I dati offrono, ha commentato Pezzana, «una rappresentazione che conferma il tradizionale divario infrastrutturale tra le diverse aree del paese, ma che appare meno eclatante di quanto ci si sarebbe potuti aspettare almeno sino a qualche anno fa, quando l’assenza di servizi nella loro area era una delle cause principali che le persone senza dimora emigrate al nord dichiaravano come motivazione del loro spostamento».
Dalla ricerca emerge che è il settore privato-sociale a lavorare maggiormente con i senza dimora: delle 777 organizzazioni chehanno dichiarato di avere almeno un servizio per persone senza dimora, 592 (76,2%) sono private, mentre i restanti 185 enti sono pubblici (23,8%). «Si delinea – ha sostenuto il presidente Fio.PSD – una modalità di welfare mix piuttosto peculiare e significativa, specie ove si consideri che molti dei servizi privati censiti dichiarino di usufruire in qualche forma di contributi pubblici».
Altro aspetto significativo riguarda la “mortalità” delle realtà che si occupano dei senza dimora: una componente significativa, rispetto a un campione proveniente da rilevazioni (meno sistematiche) del passato, è risultata non operare più o non aver operato affatto negli ultimi anni con le persone senza dimora. Ciò riguarda soprattutto servizi «piccoli ed informali che, negli ultimi dieci anni non sono riusciti a proseguire la propria attività», ma può anche «essere indice di una certa “concentrazione” degli interventi, che potrebbe essersi verificata mano a mano che i servizi territoriali per le persone senza dimora sono andati sistematizzandosi e regolamentando la loro attività». Altrettanto significativo, viceversa, è il dato delle new entry, ossia dei servizi (erogati da 413 organizzazioni, il 24,5% degli enti contattati durante il percorso di indagine) che non erano censiti nei database operativi locali precedenti e che la ricerca ha permesso di “scoprire”. «La buona conoscenza del territorio locale» ha ribadito Pezzana, si conferma così «un elemento di informazione prezioso e, spesso, un potente strumento per realizzare percorsi di rete e di sistematizzazione degli interventi».
In definitiva, secondo Pezzana appare evidente, analizzando i risultati della ricerca, che «due elementi si presentano vigorosamente alla nostra attenzione, sollecitando tanto i poteri pubblici quanto gli attori privati del mondo dei servizi ad attivarsi: il primo è l’esigenza di superare molti dei preesistenti steccati, a tutti i livelli, orizzontali e verticali, per cominciare a pensare ed agire strategicamente insieme», ovvero potenziando le sinergie e il lavoro di rete. Il secondo «è la necessità di dare riconoscimento e voce a un settore che, nel suo insieme, rappresenta già una parte importante del paese e del suo sistema di servizi sociali e civili”.
Le strade per realizzare questi due obiettivi «potrebbero essere sin da subito numerose – conclude il presidente della Fio.PSD - e le Raccomandazioni che a breve la Commissione Europea farà a tutti gli stati membri in ordine al recepimento delle indicazioni emerse dalla Consensus Conference on Homelessness (svoltasi settimana scorsa a Bruxelles, ndr) potranno rappresentare un’occasione concreta per cominciare a percorrerle. L’obiettivo di sconfiggere l’homelessness è possibile, così come è possibile che i diritti delle persone senza dimora, in quanto persone e cittadini, siano affermati finalmente nella pratica e non solo sulla carta: si tratta di decidere se ci vogliamo credere o no».
Roma, 13 dicembre 2010
Ufficio Stampa
Marta Rovagna
Cell. 339 1498865
mail: ufficiostampa@fiopsd.org


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Traccia intervento





Giovedì 16 Dicembre,2010 Ore: 15:21
 
 
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