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www.ildialogo.org SPAGNA. CRONACA E RIFLESSIONI DI UN DIARIO DI VIAGGIO. SARAGOZZA E BURGOS.,a cura di Carlo Castellini, FRANCO MASOLI, TERESA LANGARITA

SPAGNA. CRONACA E RIFLESSIONI DI UN DIARIO DI VIAGGIO. SARAGOZZA E BURGOS.

a cura di Carlo Castellini, FRANCO MASOLI, TERESA LANGARITA

MARZO 2015.

Siamo partiti da Brescia col cielo nuvoloso e siamo arrivati all'aeroporto di Saragozza con la pioggia battente. Oltre le transenne di separazione ci attende con un accogliente sorriso TERESA LANGARITA, una donna spagnola energica, forte e dolce ad un tempo, sposata a FRANCO MASOLI, allora grande missionario combattivo nel Mozambico missionario, immerso in battaglie sociali e dilaniato da divisioni della guerra civile; lui attende fuori, poco distante dall'area di arrivo degli aerei della Ryan Air, per non incorrere in multe, per fuori sosta, poco gradite a chiunque.
Accende il motore e ci dirigiamo a SALILLAS DE JALON, piccolo centro agricolo, circa trecento abitanti, si conoscono tutti; e verso le 9 entriamo nella casa di FRANCO E TERESA. Più tardi ci fanno visita anche PILAR E MARK, sposati di fresco, prima in comune, col rito civile e poi a Verona, col rito religioso. Gustiamo per la prima volta in terra di Spagna, una buona Paella, a base di pollo, pesce, gamberetti e riso. I sapori spagnoli sono accattivanti. In Italia avevamo già gustato la Paella cucinata da SILVIA ALONSO SANTAMARIA, una bella e simpatica ragazzona di Burgos, ora coniugata e in attesa di una bimba che chiamerà Lucia.
Il tempo trascorre veloce tra chiacchiere e impressioni: i nostri amici ci hanno approntato una rustica stanzetta. Il letto di legno è di stile artistico. ricercato e decorato: ne ritroveremo un esemplare identico nella stanza della famiglia GOYA a FUENDETODOS, dove appunto è nato il grande pittore FRANCISCO GOYA.
Questi aveva fatto parlare di sé per il suo atteggiamento anticonformista e combattivo contro i vizi e le asinerie dei protagonisti politici, culturali e religiosi del suo tempo. Queste troveranno graffiante ed efficace illustrazione nelle PICTURAS NEGRAS, che sono bene esposte nel museo che il paesino, gli ha dedicato e che lui chiama ASNERIAS, “ASINERIE” , (così chiamate per la costante presenza dell'asino come simbolo di tali devianze e soprusi da parte della classe ricca corrotta e potente). Franco ci fa mediatore linguistico per quelle parole spagnole che non riusciamo a tradurre in maniera adeguata.
In seguito visitiamo BELCHITE, piccolo paesino polverizzato dalle bombe aeree di Francisco Franco. A suo fianco viene ricostruita la nuova Belchite.
Il giorno dopo facciamo quattro passi, e pensiamo di organizzare la ns visita alla città di SARAGOZZA, la perla dell’ Aragona. Teresa si carica, e si sente investita nel ruolo di Mecenate, turistico, linguistico e artistico.
Siamo motivati e contenti perché i nostri amici hanno deciso di condividere con noi la visita alla città di Burgos, la città simbolo del Cid Campeador, (ricordato in mille simulacri e disegni, dentro e fuori le chiese), nato proprio a pochi chilometri dalla città, punto di passaggio dei Pellegrini che hanno come meta il Santuario di Santiago di Compostela, nella Galizia spagnola. Il Cid col tempo, è entrato nel mito e nella leggenda che nei libri di scuola viene ricordato col “EL CANTAR DEL CID”.
 
Appena giunti facciamo il nostro ingresso nel santuario del Pilar. Riusciamo a partecipare ad uno scorcio di celebrazione liturgica; restiamo subito contraddetti alla visione di un gruppo di sacerdoti concelebranti, che voltano tranquillamente le spalle ai fedeli presenti.
COSA VEDO E COSA SENTO? La liturgia è di vecchio stampo; cerco di sbirciare il volto di Teresa a cui lancio uno sguardo interrogativo. Ho la netta sensazione che qui il Concilio Vaticano II non sia ancora arrivato.
Poi il mio sguardo si posa su alcune colonne portanti sulle quali sono ancora messe in bella evidenza le bandiere delle nazioni latino americane colonizzate, di lingua spagnola: Colombia, Argentina, ecc.. Mi sembra di capire che questa chiesa tiene molto alla sua identità nazionale; in cui politica e religione dominante, vanno strettamente a braccetto. Impressioni confermate fuori dalla basilica da Franco; che mi spiega i compromessi tra la chiesa del potere e il governo di Francisco Franco. Non mi ritrovo in questo miscuglio di simboli e di stendardi, sintesi poco chiara di sacro e profano.
Poi come tanti altri, passiamo a toccare la pietra della Madonna del Pilar, che qui chiamano la VIRGEN DEL PILAR”. Mi viene in mente Loreto, e il devozionismo popolare che conduce ad un turismo religioso sempre alla ricerca di emozioni e sensazioni emotive, più che ad un approfondimento spirituale.
Ma tutto è impersonale e freddo come le statue di pietra che sovrastano in ogni settore della chiesa. E anche le belle strutture in pietra inneggiano alla visita di Giovanni Paolo II, strombazzate in varie tonalità. Adesso comprendo almeno in parte la ragnatela da lui costruita con settori di chiesa, devoti si della Vergine, ma terribilmente chiusi a tante novità, che altrove hanno fatto breccia.
Ma le nostre scoperte non finiscono qui. Un folto gruppo di adolescenti, ci incrociano poco prima dell'uscita; a occhio e croce, sono tutti della stessa età, circa 12 anni non di più. Chiedo a Teresa “Chi sono?” e qual è il senso della loro divisa?”. Sono i ragazzi dell'Opus Dei e sono educati secondo quelle regole che già conosciamo”. Commentiamo insieme la scena e il senso di ciò che abbiamo visto.
Dalla Basilica del Pilar passiamo alla Cattedrale, chiamata LA SEO, esempio dell’arte gotica e mudejar (connubio tra l’arte cristiana ed araba). All’interno abbiamo visitato il Museo degli Arazzi, un autentico gioiello a livello mondiale.
Si torna a SALILLAS DE JALON, il fiume a carattere torrentizio che accompagna la corsa del treno fino al paesino. Il controllo del biglietto è puntuale come il treno; guardo fuori dal finestrino e vedo un paesaggio piuttosto monotono e semi arido. Vediamo alcune aree verdi, senza recinti, il terreno è piuttosto ghiaioso e il vento impazza per varie ore al giorno; da destra osserviamo l'imponente mole del monte MONCAYO, mentre Franco mi dà conferma che questo grande bacino era praticamente occupato dall'acqua del mare. Ora invece vi sono coltivate piante da frutto. La sera dormiamo di gusto; dopo avere consumato una cenetta frugale e avere ascoltato la triste notizia dalla Tv spagnola, del terribile schianto dell'aereo pilotato da ANDREAS LUBITZ, di cui non conosciamo ancora tutta la vicenda sua personale, che ci verrà raccontata a puntate in seguito.
Siamo costernati anche noi, dalle notizie che ci vengono centellinate giorno per giorno, ma anche solidali con i nostri amici spagnoli perché tra le vittime c'è anche un abitante del paese vicino di EPILA, in viaggio per l'estero a motivo del lavoro. Domani avremmo appreso la notizia dal giornale EL PAIS. Gli Spagnoli parlano in fretta, le interviste sono veloci; numerose le giornaliste al servizio dell' informazione.
Intanto il tempo passa in fretta ci sono scambi di notizie tra FRANCO e il nostro amico ABEL, di Burgos; che mitiga li nostro entusiasmo con alcune fotografie che ci manda via mail; in cui le vie di Burgos, appaiono coperte da neve fresca appena caduta. Ci prepariamo a partire adeguando almeno in parte i nostri vestiti, alla nuova situazione meteo. ABEL, il prezioso amico cui nostro figlio Marco ci ha affidato, viene a prelevarci alla stazione ferroviaria e ci coinvolge subito con la sua discreta e garbata amicizia nel suo mini programma di visite ai singolari gioielli della sua BURGOS.
Bella città medioevale, ricca di monumenti, ma anche grande snodo commerciale e crocevia di mercanti e pellegrini di questi e di altri tempi; ricco di monasteri e di chiese di grande rilievo artistico, attrazione turistica di spagnoli e di stranieri. La sera siamo ospitati nella casa dei genitori di ABEL, che abitano in un paesino a pochi chilometri dalla città. La casa è bella e servizievole, non ricca; siamo ospitati come fratelli e famigliari non come amici. Le nostre donne VINCENZA E TERESA sono incaricate della cucina e delle piccole spese. Ma Abel non ci fa mancare nulla quanto a dolci e a tisane esotiche: ABEL PORRO BRACERAS è un giramondo intelligente e curioso, mediatore linguistico, guida turistica preparata che potrebbe vivere benissimo di questa attività, che gestisce in maniera gradevole, ma anche erudita e dettagliata. E' già stato in Italia più di una volta; ha fatto tappa a casa nostra dove ha gustato i piatti italiani e marchigiani preparati dalla VINCENZA, mia moglie.
Ci sentiamo a nostro agio, ma anche lui non si sente a disagio ed è ben contento di poter ricambiare la trascorsa accoglienza italiana. La mattina seguente siamo in giro per la città, che vediamo dall'alto del castello che sovrasta la città del Cid Campeador. Abel si profonde in descrizioni analitiche dettagliate che spaziano dalle osservazioni artistiche a informazioni tecniche sull'edilizia urbana, sul nuovo ospedale, e sul quartiere di Gamonal e le sue peculiarità storiche e abitative. Ogni tanto mi permetto di correggerlo per alcune espressioni italiane; ma lo faccio perché so che gradisce; parla bene la lingua italiana, anche se ogni tanto deve rispolverare il suo lessico. Non siamo mai passivi o indifferenti, siamo attenti e interattivi.
Ci rechiamo di buon mattino al MUSEO DELL'EVOLUZIONE UMANA: un vero gioiello, bene allestito, e molto efficace dal punto di vista della conoscenza e della pedagogia didattica. Ci soffermiamo ad osservare reperti del primo e del secondo piano; al terzo, sono esposti i corpi ricostruiti degli animali primitivi che sono scomparsi dalla terra. Restiamo sorpresi nella stanza dedicata a CHARLES DARWIN, il padre dell'evoluzionismo. Ma Abel si sofferma nel nostro viaggio preistorico su un piccolo resto di teschio umano ritrovato presso la GRAN DOLINA degli scavi effettuati del SITO DI ATAPUERCA, che si trova a una quindicina di chilometri da Burgos, che avremmo visitato di li a poco. (4)
Ma arriviamo il giorno dopo al Monastero di SAN PEDRO IN CARDEÑA. Qui fratel JOSE', di origine italiana, ma naturalizzato spagnolo, ci fa da guida e ci introduce nelle storie e vicende storiche del monastero. In portineria acquistiamo alcuni oggetti ricordo e un po' di cioccolato senza zucchero. I fraticelli non godono di grandi entrate e sono costretti a fare di necessità virtù.
Ma quello che più ci ha stupito è stato un altro monastero cosiddetto delle HUELGAS. Ci accompagna una guida piuttosto sbrigativa e autoritaria e mascolina; non si profonde in tante spiegazioni, e recita tutto a memoria senza lode e senza infamia.
Vicino si trova la CARTUJA DE MIRAFLORES fondata da san Bruno dove si trova un simulacro dei re cattolici Fernando II e Isabel.
Infine ci rechiamo a un sito archeologico la cui visita si è rivelata la più interessante e curiosa, sia per la qualità delle scoperte e per il coinvolgimento culturale che la SIERRA DI ATAPUERCA nei pressi del CAMMINO DI SANTIAGO, mostra i primi insediamenti dei primi abitanti del continente europeo.
LA SUA PECULIARITÀ? Non è un sito archeologico come tanti altri; la SIERRA DI ATAPUERCA è la stele di Rosetta dell'evoluzione umana in Europa. Non esiste un luogo tra LISBONA E VLADIVOSTOCK, che racchiuda al suo interno, la storia dell'ultimo milione di anni di evoluzione come questa SIERRA. Un complesso archeologico che per la sua importanza, ha convinto l'UNESCO a dichiararlo PATRIMONIO MONDIALE, il 30 novembre 200O.
Con scarsa gioia dei vicini FRANCESI, che hanno poco gradito il valore di questo riconoscimento mondiale perché viene a ridimensionare le scoperte francesi, almeno in parte “superate” dai reperti della Sierra di Atapuerca. L'interno di questa sierra è un vero e proprio dedalo di precipizi e gallerie. Questa caratteristica e il fatto di trovarsi in mezzo ad un corridoio naturale, hanno favorito l'insediamento umano in epoche remote e la successiva conservazione nel corso dei millenni.
Fino a che, un secolo fa, una COMPAGNIA INGLESE, decise di tagliare la montagna per costruire una linea ferroviaria. I cui binari cessarono di funzionare agli inizi del XX secolo. Questi lavori di costruzione hanno consentito di scoprire tunnel, fenditure, gallerie che permisero di portare alla luce i resti fossili di persone umane e animali gelosamente custoditi nel corso dei secoli.
Il tracciato di questa linea lungo la SIERRA DI ATAPUERCA è conosciuto come LA TRINCHERA DEL FERROCARRIL (TRINCEA DELLA FERROVIA), lungo la quale è possibile osservare i siti scoperti della SIMA DEL ELEFANTE, DELLA GALERIA, E GRAN DOLINA, con età che oscillano tra i 200 mila e 1 milione di anni.
Nella TRINCHERA DEL FERROCARRIL sono stati scoperti numerosi reperti fossili, che per il loro valore hanno indotto a scavare in diverse cavità come la CUEVA (grotta) o ABRIGO DEL MIRADOR, a due chilometri e la SIMA DE LOS HUESOS, (cimitero delle ossa), a circa 500 metri. Qui sono stati trovati reperti di fossili umani, di due specie differenti e successive: questa risulta essere l'ipotesi più plausibile dall'analisi e interpretazione cronologica e antropologica dei reperti trovati.
Qui sono stati rinvenuti resti di fossili umani di due specie differenti e successive: questa sembra essere l'ipotesi scientifica più plausibile, ad una articolata ipotesi scientifica e ermeneutica dei reperti trovati. Impariamo quindi un nuovo nome HOMO ANTECESSOR, che sarebbe vissuto molti anni prima dell'HOMO NEANDETHALENSIS, che ha lasciato i segni della sua presenza nei pressi di Dusseldorf; ma anche prima dell'HOMO DI CRO-MAGNON, che avrebbe lasciato le sue orme nei pressi di Martignac.
Partiamo soddisfatti da questo sito perché la storia dei nostri antenati ci ha coinvolti. Forse anche alla notizia che certe ossa rendono ragione di alcune forme di cannibalismo umano. Alcuni adulti mangiavano i figli degli altri, ma non i propri. Verità assolute? Pensiamo di no; però ipotesi vicine al vero? Forse sì; almeno a giudicare dalla natura di certe ossa del corpo e da certe ferite inferte, non altrimenti interpretabili.
Il nostro viaggio volge alla fine; ABEL vorrebbe valorizzare le ultime ore della nostra presenza spagnola, invitandoci a conoscere i suoi genitori. Per mancanza di tempo, decliniamo l'invito ad altra occasione, e pensiamo già a domani, giorno del nostro ritorno a casa. Ringraziamo infatti Franco e Teresa, che ci accompagnano all'aeroporto.
La psicosi del copilota della Lufthansa impazzito, mi sembra che sia ancora tangibile. Guardiamo il nostro aereo, e azzardo qualche battuta sul copilota. Ma l'ansia anche di altri si placa solo quando il pilota di bordo, con un felice “attracco” si posa sulla pista di Orio al Serio in quel di Bergamo. Solo allora parte un applauso di liberazione. (Carlo Castellini).

 



Giovedì 07 Maggio,2015 Ore: 12:37
 
 
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