- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (417) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org RIPRESA POESIA,di Sebastiano Saglimbeni

RIPRESA POESIA

di Sebastiano Saglimbeni

Danza di Apollo con le Muse - Baldassare Peruzzi

“Ripresa poesia” credo di intitolare questa mia nota che vergo dopo la lettura e rilettura di una sorprendente silloge poetica inedita, la cui composizione risale agli inizi degli anni Sessanta. In questa si legge di un uomo giovanissimo, che prova ad elevare, in luogo di altro vacuo e deprimente, il suo esistere con il ricorso al verso. Che esprime lineare, ora breve, ora lungo, non privo di quelle trasformazioni eludenti le tradizioni del metro e della rima che, sino alla seconda metà del Novecento, soprattutto, sono stati un prediletto assillo di moltissimi autori di poesia.
Mi riferisco con questo incipit allo scaligero Giorgio Gabanizza, che ha creduto, un tempo, a cantare il suo io, il paesaggio del suo ambiente e di quello che egli, con uscite, per riuscire rifatto, andava visitando o rivisitando. Come adesso. “Ripresa poesia”, perché ora la silloge viene allo scoperto dopo che è trascorso un cinquantennio da quando è stata fermata sul mezzo della carta e rimasta, probabilmente, come un’esperienza di scrittura inconsistente, che non emergerà, non potrà imporsi tra l’enorme fioritura di poesia. O come una cosa prediletta e, come tale, di riguardo, che deve rimanere riservata.
Siamo negli anni dei capovolgimenti, della giusta rabbia, del rifiuto, del ribrezzo, della distruzione, di incandescenze neurotiche, di amarissima ironia, intesi e gestiti fortemente da un fronte di giovani di varia estrazione sociale. E la poesia ed altro genere espressivo che si proponevano non potevano non essere, in prevalenza, roventi, dai linguaggi non gretti, aperti all’impegno sociale. Scriveva in quegli anni il poeta Nelo Risi: “Quello che posso dire è che uno scrittore acquista coraggio quando e più è in urto col potere”. E un altro poeta, Roberto Roversi: “Non disperatevi / oggi la vostra disperazione / è la vera forza, / è l’arma segreta del padrone”. Credo che, fra l’altro, abbia subito questo clima letterario il nostro Giorgio Gabanizza, ma che ha, in prevalenza, trattato con toni sommessi.
Si accennava prima all’io dell’autore. Ne emerge subito dal primo
testo della sua silloge, un testo scarno di dieci versi brevi, brevissimi, che sanno di frammenti antichi e che recitano:
Guardo quei calmi
riflessi, gettati
nell’esistere
d’ogni cosa,
velati dal caldo
vivere della natura,
e mi sforzo
per gettarmi
omogeneo
in essi.
Versi chiari dal titolo “Momento”, datati 1960. Seguono, del 1961, i versi di “Dopo la pioggia” che recitano:
Qualcosa che si capisce
dentro
di rinnovato
come un sacrificio
come un nulla
che potente agisce
nell’anima.
E testimoni rimangono
chiari di cielo
per terra,
fino
a un tempo.
Qui, come nella precedente versificazione, si ricolloca velatamente lui, il poeta. L’agente atmosferico, la pioggia, monda, rinnova, “agisce / nell’anima”. Consolanti “rimangono / chiari di cielo/ per terra, / fino/a un tempo”. Un felice esiguo tratto di paesaggio, qui si può scrivere.
Il registro, da questi scarni inizi poetici, muta. L’autore va sperdendo quel senso liricistico incalzato dalla memoria di una passione franata. Il linguaggio si palesa crudo per esprimere quel “risucchio del ricordo / che non mi fa intendere / nuovi sentori”. Seguono altri, più corposi, medesimi temi che sono di risposta, di rampogna, nei confronti di chi perde il valore della fede, e per esprimerli occorre un lessico crudo, quello che, ad esempio, leggemmo nelle pagine neorealistiche di autori degli anni Sessanta-Settanta. L’amore, detto in poesia, una parola astratta che “ci manda alla forca”. Qui la non speranza nel crescere e nell’esistere. E ad affinare certo linguaggio, come “sputi”, “sterco”, verso la chiusa della poesia dall’incipit “Le nostre religioni di cristallo”, si leggono i “sentimenti” che “cadono come pioggia / notturna / nel deserto delle nostre accezioni”.
La silloge incorpora altri spazi poetici più compiuti rispetto all’espressione di prima. E quindi pagine che l’autore intitola “Appunti per un poema”. Pagine che contengono la testimonianza di una poesia scritta, si accennava, parecchio tempo fa, di un tema che è stato sempre dibattuto, vissuto, pertanto, quello di tutti, che vogliono “fiori / nei gonfiori dell’anima / ferita dagli ingranaggi crudeli / del profitto arido…”. Vengono riprese considerazioni esistenziali. E il poetare è un po’ filosofeggiare, storia antica e nuova, storia propria, detta con una versificazione estensiva. Il racconto avvince e pare che non sia dell’autore ma del lettore. Gabanizza così va poetando:
Come fu facile
parlare di tante cose
con gli occhi ridenti, vicini
e con le scarne visioni gotiche d’intorno
ma tu avevi un trascorso
di noie, avvizzite giornate
odoranti solo il sudore nei letti
di piombo, senza finestre le camere
sempre nel buio opaco pesante
è bastato un sospiro:
vivere è possibile
nel lontano ricordo ora noi
ma poco tempo giusto per dire
ciao, come stai,
così come sei ti amo e già ti conosco
di molto le tue forme il tuo dire
accarezzarti nascosta
e auguri per tutto quello che può capitare
è stato bello così…
Si può, infine, credere che se questa esperienza di scrittura poetica allora fosse stata editata e, nel miglior dei modi, divulgata, Giorgio Gabanizza sarebbe entrato nel novero di tanti poeti, perché - ripeto - dalla silloge si fruisce una lettura di autentica forza e densità. E quanto è stato poetato allora non pare rimanga “cosa scritta” scontata.



Domenica 14 Gennaio,2018 Ore: 18:03
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Poesia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info